CATANIA – «Gli ingegneri sono in prima linea per sostenere nel territorio un concreto avvio della messa in sicurezza sotto il profilo antisismico. Durante il prossimo mese di gennaio il nostro Ordine provinciale di Catania attiverà uno sportello di consulenza tecnica per professionisti e cittadini, allo scopo di supportarli nella compilazione delle domande relative all’Ordinanza del Capo della Protezione Civile n. 52/2013». Questo l’annuncio del presidente Santi Maria Cascone in merito al provvedimento nazionale che destina alla Sicilia 4milioni e 700mila euro per gli interventi di prevenzione antisismica su edifici pubblici e privati. «L’Ordinanza offre alla comunità la possibilità di richiedere contributi economici per la messa in sicurezza delle nostre abitazioni – ha continuato Cascone – i fondi disponibili sono esigui ma occorre far pervenire molte istanze, affinché si palesi la consapevolezza di un urgente bisogno nel territorio etneo di azioni e risorse economiche».
Un messaggio trasmesso nell’ambito del convegno su “Rischio sismico e prevenzione” che si è svolto ieri pomeriggio (18 dicembre) nella sede dell’Ordine, e a cui sono intervenute numerose autorità istituzionali della città e della provincia catanese, tra cui gli assessori comunali all’Urbanistica e ai Lavori pubblici, rispettivamente Salvo Di Salvo e Luigi Bosco, e il dirigente dell’Unità operativa del Dipartimento regionale della Protezione Civile Alfio Cannizzo, il quale ha illustrato le modalità di presentazione delle domande e le tipologie di intervento per gli edifici privati.
Inoltre hanno preso la parola: il presidente della Fondazione Ingegneri Aldo Abate – che ha comunicato «l’inizio di un percorso formativo per i colleghi, con il contributo della Protezione Civile e di esperti del settore» – il vicepresidente dell’Ordine etneo degli Architetti Alessandro Amaro, Giuseppe Piana per l’Ance Catania, e il tesoriere degli Ingegneri Alfio Grassi. Ha coordinato i lavori Giuseppe Marano, delegato dell’Ordine alla Commissione Strutture, Geotecnica e Protezione Civile.
«I fondi previsti dall’Ordinanza, tradotti in termini concreti, significherebbero la messa in sicurezza di soli 160 alloggi in tutta la Sicilia. Si tratta di una goccia d’acqua, è ovvio che ciò non basta, ma da qui bisogna partire per prepararci a interventi più massicci – ha affermato l’assessore Bosco – l’Ordinanza viene ripetuta annualmente ma Catania ha necessità di una legge speciale e di un’attenzione a livello nazionale. Il capoluogo etneo è, a livello europeo, la città che rischia maggiormente, si parla di 180mila morti in caso di forte terremoto. E ciò è dovuto a tre motivi: siamo nella fascia di ritorno dei grandi terremoti, che a Catania va dai 300 ai 500 anni, e abbiamo già superato i 320 anni; la maggior parte dell’edificato catanese è stato realizzato durante gli anni ’60 e ’70 e quindi prima dell’entrata in vigore delle norme antisismiche, avvenuta nel 1982; infine, il rischio vulcanico dato dalla presenza dell’Etna».
Ha ribadito l’urgenza di un decreto speciale per Catania anche l’assessore Di Salvo, sottolineando che «la manifesta sensibilità dell’attuale Amministrazione al rischio sismico, e l’importanza di iniziative come quelle avviate all’interno del Comune e dagli Ingegneri per informare i cittadini».
Un appello corale, espresso e avvalorato da tutte le categorie professionali coinvolte nel settore, è inoltre lo snellimento degli iter burocratici: «I fondi dell’ordinanza 2012, ad esempio, non sono ancora stati distribuiti a causa di una macchina amministrativa farraginosa – ha detto il tesoriere Grassi – questo potrebbe implicare un clima di scoraggiamento tra i cittadini. Non bisogna tralasciare quindi anche questo aspetto così importante».
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