Sono stati avviati 124 interventi per superare tutte le infrazioni entro il 2022-23. Il Ministero dell’Ambiente, con una nota, spiega cosa è stato fatto in questi anni per superare le criticità in materia di depurazione dopo la maxi sanzione inflitta dalla Corte di giustizia Ue all’Italia.
“Le sanzioni economiche comminate dalla Corte di Giustizia Europea sono la conseguenza di una sentenza del luglio 2012 per violazione – in 109 agglomerati del nostro paese – della normativa UE in materia di trattamento delle acque reflue – afferma il ministro Galletti – In quella occasione la “multa” per il nostro paese era stata definita presuntivamente in 62 milioni di provvisionale e oltre 61 milioni di euro a semestre. La definizione finale della provvisionale di 25 milioni e di una sanzione semestrale di 30 milioni di euro, con importi quindi più che dimezzati rispetto all’orientamento di 6 ani fa, è la prova che da parte del Governo Italiano si è lavorato (e si continua a lavorare) per superare le inadempienze di fronte all’Europa e, soprattutto, per migliorare significativamente i servizi di depurazione delle acque ove sono insufficienti o inefficienti.
Dal 2014 il ministro Gian Luca Galletti ha avviato una serie di azioni per affrontare le criticità evidenziate dalla UE. In particolare è stata avviata un’azione di coordinamento e impulso alle Regioni e agli enti locali che hanno la titolarità del servizio idrico e che come noto nella gran parte del Mezzogiorno non hanno attivato servizio idrico integrato con l’affidamento al Gestore Unico come previsto dalla legge. Esercitando i poteri sostitutivi come previsti dallo Sblocca Italia inoltre tra Aprile 2015 e luglio 2016 con 14 Decreti della Presidenza del Consigli dei Ministri sono stati nominati complessivamente 6 Commissari straordinari per 94 interventi.
L’anno scorso, per superare le problematiche riscontrate e per riportare a unitarietà la situazione commissariale è stata infine predisposta la scelta di good governance, auspicata formalmente dalla stessa Commissione EU, con la nomina del Commissario Unico, il prof. Enrico Rolle. Nel Luglio 2017 sono stati presentati i crono programmi di adeguamento che prevedono la messa a norma degli agglomerati oggetto della causa entro il 2022-23.
Oggi gli agglomerati ancora non a norma o assenti sono scesi a 74 ( di altri 7 è previsto i collaudo entro fine 2018). Ma la situazione resta grave, nonostante le risorse finanziarie del Governo coprano tutto, perché la governance del Sistema idrico integrato non è a norma di legge, in vaste aree non c’è il Gestore Unico e non ci sono spesso neanche gli enti d’Ambito: con conseguante parcellizzazione e miriade di gestioni in economia da parte dei singoli comuni o consorzi di comuni. Prova ne è che dei 124 interventi programmati (nei 74 agglomerati) per un importo complessivo interamente finanziato di 1 miliardo e 800 milioni, 83 sono gestiti dal commissario unico ma 41 restano in capo a comuni, consorzi, regioni e altri enti”.
Ecco i 124 interventi programmati nei 74 agglomerati sono così distribuiti:
– Abruzzo 1 intervento (ultimato)
– Liguria 2 agglomerati – 2 interventi (2 in corso)
– Friuli 2 agglomerati – 2 interventi (1 in corso, 1 ultimato)
– Puglia 3 agglomerati – 5 interventi (4 in corso, 1 da avviare)
– Campania 6 agglomerati – 9 interventi (6 in corso, 3 da avviare)
– Calabria 13 agglomerati – 16 interventi (5 in corso, 10 da avviare, 1 ultimato)
– Sicilia 48 agglomerati . 89 interventi (7 in corso, 79 da avviare, 3 ultimati)
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