Come abbiamo raccontato ieri, il governo Renzi ha tentato il colpo mancino nei confronti della Sicilia. Alla Regione era stato promesso un trasferimento di risorse per un miliardo e 400 milioni (risorse tra l’altro dovute alla Sicilia per un calcolo iniquo del gettito fiscale), ma poi nella legge di stabilità, attualmente in discussione, l’emendamento pro – Sicilia è stato solo di 900 milioni, mandando su tutte le furie sia Crocetta – che vede in questa mossa un’ennesima manovra dei renziani per destabilizzare il suo governo -, sia, ovviamente, l’opposizione. Non solo, gli stessi soldi sono vincolati, si legge nell’emendamento, «all’aggiornamento dell’intesa Stato-Regione in materia di obiettivi di contenimento della spesa 2016», un passaggio che per alcuni deputati «non va bene perché significa ulteriori tagli e sacrifici»
Tutte le attenzioni sono su Davide Faraone, che è il luogotenente di Renzi in Sicilia. Proprio il sottosegretario alla Pubblica Istruzione cerca di raffreddare gli animi: “Verrà mantenuto da parte del governo nazionale, in raccordo col governo regionale, l’impegno di trasferimento di un mld e 400 mln di euro di risorse economiche per la Sicilia. Risorse economiche che consentiranno di risanare il bilancio della Regione e, soprattutto, di avviare riforme strutturali”, dice Faraone. “Si è avviato l’iter – conclude – affinché queste entrate diventino strutturali e non più una tantum o seguendo logiche emergenziali”.
La quota rivendicata dalla Sicilia, un miliardo e 400 milioni, è stata concordata dopo una lunga trattativa. Il presidente Rosario Crocetta aveva persino rinunciato a ogni contenzioso con lo Stato proprio in cambio della definizione di questo accordo, ma adesso i 500 milioni in meno previsti da Palazzo Chigi hanno riacceso lo scontro. Perché la Sicilia rivendica 1,4 miliardi? La commissione Bilancio all’Ars ha sintetizzato la questione in una relazione inviata alla Camera per spiegare in sostanza che l’Isola è penalizzata rispetto alle altre Regioni. Per sanare il deficit nazionale, la Sicilia nel 2015 ha pagato quasi 1,3 miliardi contro i 582 milioni, ad esempio, della Sardegna. Per quanto riguarda le somme versate per la sanità, la Sicilia dal 2006 paga 600 milioni in più l’anno per colpa di un grave deficit «che oggi – ribadisce Vinciullo – è stato sanato». In cambio di queste somme, la Sicilia rivendicava parte delle accise sul petrolio. E ancora,la Sicilia incassa dallo Stato trasferimenti pari a 2.090 euro pro capite rispetto ai 4.200 del Friuli. Altri 600 milioni, ha ricordato la Cisl Sicilia, sono stati «sottratti all’Isola con lo spostamento a Latina del centro di elaborazione delle buste paga dei dipendente statali che lavorano nell’Isola. Ora i tributi finiscono nelle casse della Regione Lazio….».