Di Chiaramonte Gulfi (Ragusa), classe 1955, Santo Cutrone è il nuovo presidente dell’Ance Sicilia. Dai primi anni ottanta ai vertici delle organizzazioni di categoria (Ance – Ente Scuola ecc..) Cutrone già da tre mesi reggeva l’Associazione Nazionale Costruttori Edili regionale, come facente funzioni, per coprire un vuoto che si era venuto a creare nel direttivo. A novembre gli enti territoriali dell’Ance hanno nominato i componenti del Consiglio regionale che il 16 dicembre scorso si è riunito per eleggere il neo presidente. L’elezione di Santo Cutrone è avvenuta per acclamazione, un riconoscimento per il grande impegno assunto da decenni dal ragusano che, grazie alla sua longeva attività, vanta una profonda conoscenza del territorio siciliano del quale conosce a fondo criticità e potenzialità riguardo il settore dello sviluppo e dell’imprenditoria. Dopo la sua elezione, abbiamo intervistato il neo presidente dell’Ance per conoscerlo meglio e sapere quali saranno le sue priorità alla guida dell’Associazione Ance Sicili.
D- Cutrone, prima di parlare del futuro, mi sembra doveroso fare con lei un quadro riguardo il settore edile, lei è ai vertici da decenni, come ha visto cambiare il suo mondo negli ultimi anni?
«È stato un vero tracollo, sono dieci anni oramai che la nostra categoria subisce, anno dopo anno, una crisi profonda, per un modo sbagliato di fare investimenti riguardo le grandi infrastrutture e per una politica che ha dirottato i fondi dallo sviluppo all’assistenzialismo. Ogni anno i bilanci della Giunta Regionale vengono redatti tagliando fondi agli investimenti, foraggiando altre situazioni che, per carità, non dico non siano importanti, ma a scapito di anni e anni di sviluppo per la Sicilia. Mi riferisco, ad esempio, alla viabilità che è pessima, un colabrodo, circa il 40% delle strade sono chiuse o semichiuse a causa di smottamenti o di altri problemi; Una viabilità che non funziona equivale al rallentamento dell’intera economia dell’Isola, è ancora recente il ricordo della chiusura del tratto della Catania-Palermo che ha creato enormi problemi per gli spostamenti.
Queste che sto citando sono situazioni che si sono venute a creare per colpa delle mancate manutenzioni, condizioni che sono la conseguenza di una politica distratta, ma a subirne le conseguenze sono tutti i comparti che poi dovrebbero rappresentare il traino economico dell’Isola, dal turismo all’economia passando, appunto, per l’edilizia»
D- Quando parla di assistenzialismo a cosa si riferisce?
«Non accuso nessuno nello specifico, ma mi riferisco a tutti quei settori non produttivi che hanno tolto investimenti allo sviluppo».
In 10 anni persi 130mila posti di lavoro
D – Lei ha ricoperto sempre ruoli di spicco nel settore con cariche istituzionali importanti, soprattutto in provincia di Ragusa, c’è un’opera della quale va particolarmente fiero?
«L’Ance è stata e sarà sempre impegnata nella realizzazione di tutte quelle iniziative che possono servire a portare sviluppo al nostro territorio. Siamo stati impegnati tantissimo, ad esempio, nella realizzazione della Siracusa-Gela, ricorderete che di recente ci sono stati dei problemi per quanto riguarda i pagamenti all’impresa riguardo i lavori del tratto Rosolini-Modica (leggi qui), ebbene, l’Associazione Costruttori di Ragusa è stata molto attiva in tal senso perché la situazione si risolvesse in breve tempo, prima di tutto non bisogna dimenticare che nell’indotto lavorano tante persone che vanno sicuramente tutelate e sostenute. Un altro nostro impegno forte è stato anche per la Ragusa-Catania che è un’opera fondamentale per la Sicilia e per lo sviluppo della provincia di Ragusa; Ci stiamo impegnando per tutte quelle opere che allo stato attuale sono in standby e non né comprendiamo il motivo, mi riferisco, ad esempio, al collegamento tra l’aeroporto di Comiso e la SS 514, un’ opera pronta, finanziata, che però non va in porto e non si capisce per quale motivo. Abbiamo un programma nel settore della depurazione in Sicilia dove ci sono investimenti per 1,2 mld di euro per opere da sviluppare in quasi tutti i comuni della Sicilia, tutte cose ferme, molti Comuni, se entro il 31 dicembre non provvederanno ad attuare i dovuti provvedimenti, rischiano il commissariamento. Lei deve pensare che in Sicilia, nel settore dell’edilizia e tutto l’indotto che ne consegue, in 10 anni si sono persi circa 130mila posti di lavoro, basterebbe far partire le opere prima citate per poter prendere un bel respiro e iniziare a rilanciare un settore in forte crisi».
D – Volevo ritornare un attimo sulla Siracusa-Gela e, specificatamente, alle situazioni che hanno quasi rischiato di provocare il blocco della Modica-Rosolini, lei pensa che davvero sia tutto risolto?
«Pare che la situazione si sia normalizzata, ma noi resteremo vigili perché si tratta di un’ opera fondamentale per la nostra Provincia e non solo».
D – Da presidente dell’Ance Sicilia, quali saranno le sue priorità?
«La mia priorità è, innanzitutto, dare un impulso a tutti quegli Enti che hanno tante opere da appaltare e, invece, sono bloccati a causa di questioni prettamente burocratiche. Ci siamo già giocati i fondi europei per quanto riguarda il programma 2007/2013, per il programma 2014/2020 siamo praticamente fermi e già abbiamo perso due anni preziosi a differenza di altre regioni d’Italia che sono più avanti di noi; Non possiamo più permetterci di stare fermi rischiando di perdere un treno fondamentale per il rilancio dell’economia siciliana in un momento in cui non possiamo aspettarci grandi risorse da Stato e Regione. Il mio primo impegno sarà quello di sollecitare tutti gli enti interessati per iniziare a ragionare come investire questi fondi al più presto prima di rischiare di perdere questa grande opportunità che ci arriva dall’Europa.