La polemica sulle sorti del Tribunale di Modica sta montando ogni giorno di più e le notizie relative al fatto che i nuovissimi locali del ministero siano stati ceduti alla proprietà del Comune trova reazioni molto contrastanti. Da una parte c’è chi vede la possibilità di utilizzare gli uffici dell’ex Tribunale per potenziare altri settori come, ad esempio, l’Agenzia delle Entrate, ma dall’altra parte c’è chi vede nella consegna dei locali al Comune una sconfitta per la città e per tutto il comprensorio. A pensarla così sono in tanti, ma la cosa che più lascia perplessi è il fatto che in un tema così delicato la città, o meglio, la politica, si muova in direzioni diametralmente opposte. Lasciando stare per un attimo il fatto che il Tribunale di Modica sia stato accorpato a quello di Ragusa dove sono stati approntati degli uffici di certo non adeguati, resta l’amaro in bocca per un disservizio dato ad un comprensorio importante che comprende quattro comuni: Modica, Scicli, Pozzallo e Ispica. In pratica i locali del Tribunale sono costati circa 11 milioni di euro e per che cosa? Per essere di nuovo adattati ad altre destinazioni? Insomma, si tratta dell’ennesimo spreco made in italy, ma c’è qualcuno che ancora non si arrende e si batte per raggiungere un obiettivo che oramai sembra comunque inafferrabile. Tra questi vi è il presidente dell’Associazione Confronto, Enzo Cavallo, che sin dall’inizio della vicenda si è schierata contro la chiusura. Quello che l’associazione non comprende è il perché di tutta questa fretta avuta dal sindaco di Modica, Ignazio Abbate e dal deputato Minardo di richiedere i locali del comune quando, ancora, si attende una risposta da parte del Ministero della Giustizia. Con cavallo abbiamo fatto una chiacchierata sull’argomento toccando anche altri tempi molto importanti:
Enzo Cavallo, presidente della Associazione CONFRONTO, possiamo spiegare in breve ai nostri lettori la vicenda che ha portato alla chiusura del Tribunale?
«Con la legge di riforma della Giustizia, il Tribunale di Modica è stato accorpato istituzionalmente a quello di Ragusa (capoluogo della Provincia: nel frattempo soppressa). Sin dal primo momento ci sono state delle reazioni contrarie ed è stato costituito il Comitato Pro Tribunale di Modica al fine di ottenere comunque la valorizzazione del modernissimo, funzionale e facilmente raggiungibile Palazzo di Giustizia modicano. Una posizione giustificata dalla poca distanza fra i due centri: infatti i 13 chilometri che dividono Ragusa da Modica se da un lato motivano l’accorpamento dei due Tribunali, dall’altro giustificano ampiamente la scelta di utilizzare il Palazzo di Giustizia di Modica quale Sede distaccata e ciò anche tenuto conto del fatto che la sede del Tribunale di Ragusa non è tale da poter ospitare gli Uffici Giudiziari di Modica e di Vittoria. Si è verificato invece che, nonostante le proposte avanzate dal Comitato e dalle Associazioni, si è proceduto all’approntamento di nuovi locali, rimediati dall’Amministrazione Comunale di Ragusa, improvvisati, inadatti, difficile da raggiungere e, in molti casi privi dei requisiti di legge, per dare vita al trasferimento degli Uffici in maniera sacrificata a danno degli addetti e degli utenti. Il tutto in netto contrasto con le previsioni della legge di riforma improntata ai principi del risparmio e della funzionalità dei servizi».
11 milioni buttati al vento
A chi, secondo lei, vanno attribuite le maggiori responsabilità per un provvedimento del genere?
«Di responsabilità ce ne sono e sono state segnalate a chi di competenza (purtroppo ancora senza alcun esito) ma non è su ciò che voglio soffermarmi. Voglio invece sottolineare il modo come si buttano al vento i soldi dei contribuenti Italiani e vengono disattese le legittime esigenze degli utenti, non solo modicani ma dell’intero comprensorio. Il Palazzo di Giustizia di Modica è costato quasi 11 milioni e contro ogni logica lo si sta destinando ad altri utilizzi anche se trattasi di una struttura a finalità mirata e mai potrà essere valorizzata come dovuto per altri scopi. E’ inammissibile immaginare altri costi per il suo nuovo adeguamento»
Secondo lei sotto c’è qualche altra cosa che potrebbe riguardare il Tribunale di Ragusa?
«Non ci interessa, sappiamo solo che ciò che è stato fatto e contro ogni logica. Noi, come Associazione civica ed apartitica, rappresentiamo i cittadini-contribuenti-utenti e tentiamo di difendere i loro interessi. Lo abbiamo fatto e lo facciamo senza pregiudizi e con la massima obiettività. Sulle cose per le quali non siamo rimasti convinti abbiamo agito come dovuto. Abbiamo chiamato in causa il Ministero, diverse Procure, la Corte dei Conti ed infine alche il Presidente della Repubblica. Senza protagonismi, contro ogni logica campanilistica e soprattutto con la massima determinazione: abbiamo cercato le cose giuste, tenuto conto che l’argomento riguarda direttamente la Giustizia».
Come associazione avete chiesto l’intervento del Presidente della Repubblica, che vi ha pure risposto, cosa vi è stato detto?
«Dopo averlo formulato specifica proposta, senza esito, nell’ambito del Comitato Pro Tribunale, il Consiglio Direttivo di “Confronto” ha deciso di chiamare il causa la Presidenza della Repubblica per relazionare sul come si stava procedendo e per chiedere di intervenire per evitare la dismissione del Palazzo di Giustizia del comprensorio di Modica. Il Segretariato del Quirinale al quale abbiamo fornito tutti gli atti in possesso, ci ha prontamente fatto sapere che è stato chiamato in causa il Ministero della Giustizia, per i dovuti chiarimenti e per competenza. Confermo inoltre che anche delle ultime notizie riportate dalla stampa e riguardanti l’annunciata destinazione dei locali del Palazzo di Giustizia abbiamo puntualmente e correttamente informato la Presidenza della Repubblica».
Perchè secondo lei se da una parte c’è ancora un minimo di speranza di recuperare il Tribunale, da parte dell’amministrazione pare ci sia una certa fretta a chiudere la vicenda?
«Non so quanta speranza possa ancora esserci. Ma sapendo di inseguire un obbiettivo giusto e logico, abbiamo il dovere di provarci fino a quando ci sono possibilità; il Palazzo di Giustizia di Modica è stato realizzato coi soldi dei contribuenti italiani e posto al servizio del comprensorio che oltre Modica comprende Scicli, Ispica, Pozzallo, ed alcuni comuni della Provincia di Siracusa. L’Amministrazione Comunale fa bene a preoccuparsi dei locali per alcuni uffici o istituzioni, ma non certo dentro il Palazzo di Giustizia per il quale avrebbe dovuto fare di più per difenderlo e valorizzarlo come sede distaccata del tribunale di Ragusa».
Modica sta perdendo la reputazione di città comprensorio
L’altro ieri , Lunedì 1 febbraio, in un articolo sull’argomento abbiamo intitolato: Modica: locali tribunali al Comune, Vittoria e sconfitta? Sappiano che la sua risposta potrebbe essere scontata, ma vogliamo porre questo quesito anche a lei
«Se viene dismesso il Palazzo di Giustizia è certamente una sconfitta: ma non certo solo per chi ci ha creduto ed ha combattuto fino in fondo ma soprattutto per una intera comunità e soprattutto per una classe dirigente incapace di dare esempi di buona gestione e razionale utilizzo dei soldi dei contribuenti che pagano le tasse per avere servizi dignitosi. Quello che amareggia è che, in ogni caso, a piangerne le conseguenze sono, come sempre, i cittadini che hanno pagato per avere una Ferrari e, invece, si ritrovano a viaggiare con una utilitaria sfasciata e rimediata alla meno peggio. E non solo: c’è da pensare che se dovesse essere dismesso e modificato il Palazzo di Giustizia di Modica, verrà fuori l’esigenza di realizzare un nuovo Tribunale a Ragusa»
Vista da fuori pare che da un po’ di anni a questa parte ci sia in atto un depotenziamento di Modica, Vedi la chiusura carcere, vedi Tribunale, ecc ecc. È un solo un sentore?
«Molto è cambiato e Modica continua a pagare le conseguenze di scelte non sempre condivisibili e difficile da contrastare per i limiti della politica e la disarmante rassegnazione dei cittadini stanchi di essere delusi se non traditi. La città insieme al Tribunale ha perso, per buona parte, la sua storica reputazione di città comprensorio e rischia un isolamento non certo utile per poter continuare a esercitare il ruolo quale punto di riferimento e di guida per tutto il Sud Est».