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Eni : Una vendita che sa di complotto, il 19 sciopero generale

Continua la mobilitazione dei sindacati e dei lavoratori per dire no alla vendita o, come dicono tanti, alla svendita di Eni che ha deciso di ridurre la chimica negli stabilimenti siciliani (ma non solo siciliani) mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Per giorno 19 febbraio i sindacati hanno organizzato uno sciopero generale con prevista una manifestazione a Roma, in piazza dei Santi Apostoli, che vedrà coinvolti i lavoratori degli otto stabilimenti Versalis italiani, Ragusa, Priolo, Brindisi, Ravenna, Ferrara, Mantova, Marghera e Porto Torres.

Di seguito il comunicato a firma dei rappresentanti sindacali di Filctem CGIL, Femca CISL, Ulitec UIL

«C’è forse una ragione perché le segreterie di Filctem, Femca e Uiltec nazionali dichiarino che Versalis non può e non deve essere venduta a chicchessia? C’è forse un motivo perché, sin dall’inizio di questa vertenza, il grido di guerra del sindacato e dei lavoratori, durante gli scioperi e le manifestazioni contro le scelte di Eni, non ha mai cambiato di tono ed è stato tutto un battere e levare al ritmo di “Versalis rimanga italiana! Giù le mani da Versalis! Intervenga il Fondo strutturale italiano, con Cassa Depositi e Prestiti per Versalis? C’è, nei fatti, che vendere la chimica di Stato a un fondo finanziario internazionale è pura follia! Ed è proprio questo il messaggio che deve essere chiaro a tutti nei posti di lavoro e portato a conoscenza dell’opinione pubblica. Versalis non può e non deve essere ceduta a una congrega di finanzieri stranieri. C’è, ed è innegabile -spiegano Filippo Scollo della Filctem, Giorgio Saggese della Femca e Peppe Scarpata della Uiltec- che si sta consumando sotto gli occhi di tutti il divorzio dell’Eni dalla politica industriale del nostro Paese, retrocedendo dalle attività italiane che sanno di chimica e raffinazione, ovvero, dismettendo Gela e cedendo a un fondo d’investimenti la chimica di Versalis, e chiudendo definitivamente i conti anche con Saipem e Gas&Power, gioielli di un’impresa di Stato. Eni, sta presentando il conto della caduta del prezzo del greggio al proprio Paese. La politica nazionale, invece, sta sottovalutando con incalcolabile superficialità l’impatto che le scelte di Eni avranno su tenuta occupazionale e continuità industriale. Ci resta ancora uno strumento – concludono i segretari- per far sentire la nostra voce e gridare tutto il nostro disappunto su un affare di Stato che sa di complotto e che vuole Versalis fuori dal perimetro industriale di Eni. Questo strumento è lo sciopero. Ecco perché Venerdì 19 febbraio, per otto ore, ci asterremo dal lavoro. Una forte delegazione di lavoratori Eni partirà da Ragusa alla volta di Roma per partecipare alla manifestazione nazionale».Le segreterie territoriali spiegano le ragioni dello sciopero contro Eni.

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