Seduta rinviata a lunedì prossimo, alle 16, a Palazzo dei Normanni, per la discussione della Finanziaria della Sicilia. All’Ars si è conclusa la discussione generale con la replica agli interventi dell’assessore Alessandro Baccei. C’e’ tempo fino a oggi, alle 20, per presentare gli emendamenti al testo. “Il lavoro in Commissione è sempre faticoso – ha detto Baccei – e devo dire che durante la settimana di esame la Finanziaria ha visto un miglioramento anche attraverso il dialogo con le forze di opposizione”. L’assessore all’Economia al termine degli interventi della discussione generale sulla manovra in Aula, a Palazzo dei Normanni, ha quindi aggiunto: “Io stesso ho messo dei punti fermi su alcuni temi e la commissione li ha rispettati. Ho favorito la discussione e bene accettato le norme che sono state introdotte”. “Si tratta di una finanziaria equilibrata che spero venga ancora migliorata nel corso della discussione fermo restando quei punti fermi che devono restare tali”, ha concluso Baccei.
“Questa Finanziaria – la replica contenuta nella relazione della minoranza affidata al deputato di Forza Italia Riccardo Savona – è la peggiore degli ultimi anni. Ha condannato la Sicilia all’arretratezza. Reggono i saldi di bilancio, ma manca la parte dello sviluppo. Quello che si è creato, lo si è fatto in commissione bilancio. Non c’è stata una sola iniziativa del governo che portasse una novità”.
L’assessore Baccei lo ha chiesto apertamente ai deputati di Sala d’Ercole: “Non presentate emendamenti alla Finanziaria che comportino nuove spese”. Ma ad ignorare il suo invito è lo stesso governatore Crocetta che ha incontrato gli esponenti della sua maggioranza in un vertice allargato alla giunta. Crocetta nel corso dell’incontro ha comunicato l’intenzione di proporre alcune modifiche alla finanziaria con nuove spese. Ha proposto la ripresentazione di una “Tabella H” dove dovrebbero trovare posto i fondi per i ciechi, i sordi, oltre ai contributi per alcuni enti come i Consorzi universitari, la Fondazione Whitaker e il Cerisdi. E ha rilanciato sulla composizione dell’Ufficio stampa della Regione con sette giornalisti. I contratti saranno a tempo determinato e legati al mandato del governatore. E’ prevista la figura di un capo redattore, gli altri sei saranno inquadrati come redattori. Una norma che costerà circa mezzo milione di euro. Aggiunge Live Sicilia:
Il governatore poi riproporrà la norma, stralciata da Ardizzone, che prevedeva la possibilità di destinare i testimoni di giustizia ad altre amministrazioni. Al centro delle discussioni, poi, il futuro di Riscossione Sicilia. Crocetta ha proposto un emendamento che “cassa” una norma in Finanziaria che sposta il controllo di Riscossione all’assessorato all’Economia guidato da Baccei. Si è poi discusso del futuro dell’azienda e della possibile ricapitalizzazione, già bocciata clamorosamente dall’Ars qualche mese fa. Una delle strade indicate è quella della creazione di un Fondo generale per le società partecipate dal quale attingerebbe anche Riscossione. Un Fondo da riempire con nuovi stanziamenti, ovviamente.
SINDACATI. È un duro atto d’accusa nei confronti del governo siciliano quello lanciato da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl che hanno riunito i direttivi per analizzare la finanziaria regionale e affrontare tutti i nodi del pubblico impiego in Sicilia. “Questioni che si trascinano ormai da tempo, senza che il governo riesca a cambiare rotta e neppure ad essere conseguente alle decisioni concordate e annunciate” dicono i segretari generali Michele Palazzotto (Fp Cgil), Luigi Caracausi (Cisl Fp ) e Enzo Tango (Uil Fpl). A mancare, dicono, è “l’abc della politica e una qualsiasi visione di futuro” e per questo, annunciano, “da domani inizierà una nuova campagna dentro i posti di lavoro. Un percorso che porterà il 14 aprile a manifestazioni di piazza in ogni provincia siciliana”. I sindacati parlando di una Sicilia “commissariata di fatto” e “appesa alla promessa di 500 milioni che ancora non ci sono”. Così la piattaforma rivendicativa definita al termine dei lavori ricalca quella già presentata ad aprile 2014 e rimasta lettera morta: dal rinnovo dei contratti, “per cui non c’è alcuna previsione in bilancio”, al riordino degli enti e del servizio ospedaliero “secondo criteri di efficienza ed efficacia e non rispetto a opportunità politiche e primariati”, dalla stabilizzazione dei precari a metodi di valorizzazione del merito per il personale pubblico. Tutti temi “assenti dal dibattito”, come hanno ribadito anche i segretari regionali Enzo Abbinanti (Fp Cgil) e Paolo Montera (Cisl Fp) e Luca Crimi (Uil Fpl). “In finanziaria è scomparso persino il percorso ipotizzato dal governo per la stabilizzazione dei precari. Dal testo manca la copertura annunciata e prevista di 10 anni per consentire alle amministrazioni di realizzare le assunzioni”. Il risultato è “un massacro sociale ai danni non solo dei lavoratori con migliaia di dipendenti a rischio, ma di tutti i cittadini perché, a furia di tagli e di riforme mancate come quella delle Provincie, delle Ipab o degli Irsap, ad essere carenti sono anche i servizi pubblici”.
LE NORME STRALCIATE. Sfuma la possibilità per i regionali in servizio o in pensione di attingere a buonuscita o trattamento di fine rapporto per accedere a prestiti agevolati. Una norma spuntata a sorpresa nella Finanziaria approvata in commissione Bilancio all’Ars prevedeva l’utilizzo di una parte di queste somme per prestiti in favore del personale regionale collocato in quiescenza, in misura non superiore al 90 per cento delle somme spettanti a titolo di indennità di buonuscita o del trattamento di fine rapporto.
Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha stralciato la norma. Dunque salta anche la possibilità di utilizzare le somme per prestiti in favore del personale in servizio “per spese per studi universitari e post universitari per i figli, nella misura massima di 20 mila euro per figlio”, fermo restando “il limite del 70 per cento dell’ammontare dell’indennità di buonuscita o del trattamento di fine rapporto maturato alla data di presentazione dell’istanza”.
La concessione del prestito in favore del personale in servizio, per studi universitari e post universitari per i figli, sarebbe stata rimborsata mediaNte trattenuta di un quinto disponibile dello stipendio.
Disco rosso anche per la cosiddetta tabella H, con l’elenco dei contributi a enti e associazioni. Ardizzone ha sottolineato che la tabella H è in contrasto col deliberato che prevede un bando generalizzato per l’assegnazione delle risorse e con le decisioni assunte in passato dalla Corte dei Conti e dall’ufficio dell’ex commissario dello Stato con le sue impegnative.
Alla luce dello stralcio il governo dovrà rivedere le tabelle della manovra la cui discussione generale è rinviata a domani, mentre il termine per gli emendamenti è fissato a venerdì alle 20. L’Ars dovrebbe cominciare a votare le norme della manovra a partire da lunedì prossimo con l’obiettivo di approvarla entro fine mese, alla scadenza dell’esercizio provvisorio.
Stop alla soppressione della commissione regionale urbanistica, alle iniziative per la promozione di start up-restart e all’integrazione scolastica dei soggetti con handicap gravi.
Saltano anche la norma sulle associazioni di volontariato di talassemici, quella sul personale medico delle Asp e sui lavori in economia nel settore forestale. Sono alcune delle norme stralciate dalla presidenza dell’Ars dalla manovra finanziaria perché non sono state valutate dalle commissioni di merito prima di essere approvate in commissione Bilancio.
In totale le norme stralciate sono 14 più la mini tabella H con le risorse che vanno a confluire in un fondo per “garantire il rispetto della giurisprudenza costituzionale in materia di trasferimenti finanziari della Regione in favore di enti per iniziative sociali e culturali, pure assicurare la trasparenza dell’azione amministrativa”.
Cassati pure gli articoli sulla dotazione organica degli enti, l’assegnazione ad altre amministrazioni dei testimoni di giustizia, l’accesso on line al registro delle imprese, sle competenze dei dipartimenti Lavoro e Beni culturali, l’estensione al personale biologo delle procedure adottate dall’istituto zooprofilattico per il personale veterinario e addio all’itinerario intercomunale ‘i luoghi del lavoro contadino’.
“E’ una finanziaria di svolta – ha detto il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, a Palermo – Per la prima volta i soldi per coprire la spesa corrente si sono trovati all’interno del bilancio e liberiamo le risorse del Fondo di sviluppo e coesione che potranno essere utilizzate per gli investimenti. Avremo 750 milioni di euro in più per lo sviluppo oltre all’accordo di 2 miliardi e 400 milioni per la Sicilia che potremo destinare al dissesto idrogeologico, ai rifiuti, dei beni culturali e altri settori”.
LA TASSA SUGLI AEREI. Ritorna la tassa sugli aerei, tecnicamente chiamata «Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili», in sigla Iresa. Se approvata, la tassa sarà applicata dal 2016. Sarà un decreto concertato tra vari assessorati a stabilire le modalità di pagamento. La norma non dice altro ma l’idea del governo è che la Regione dovrebbe incassarla dalle società aeroportuali che a loro volta si rivarranno sulle compagnie aeree. Una parte sostanziosa dell’introito andrà ai Comuni.
Arriva in Aula anche una norma che trasforma le «concessioni» per gli impianti di distribuzione di carburanti in «autorizzazione». L’effetto atteso è un risparmio in termini economici e di efficenza nella gestione delle pratiche. Viene inoltre istituto alla Regione l’elenco dei revisori dei conti degli enti locali da cui saranno scelti a sorteggio gli esperti che lavoreranno nei Comuni. Una norma del deputato Giovanni Di Giacinto salva inoltre la Società interporti Siciliani con 500 mila euro.
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