In molti comuni della Provincia di Ragusa la raccolta differenziata non supera nemmeno il 10%. Tutto ciò è frutto di una politica che ricorre in emergenza alle proroghe e agli affidamenti diretti a discapito di una programmazione seria. Fin quando gli Ato saranno in liquidazione perenne e le SRR un sogno, la gestione della raccolta sarà un affare di pochi e le discariche utilizzate come banche della mafia. Lo schema rifiuti zero può essere una soluzione? Si, ma attenzione a non uscire dalle lobbies delle discariche per entrare in quelle composte da chi vende il materiale per il porta a porta.
Dove ci sono politici e gestione rifiuti ci sono guai. Città sporche, intrecci mafiosi, concussione, corruzione, polemiche, tasse salate ecc ecc. Andando subito al nocciolo della questione, il fatto è che, essendo in emergenza rifiuti l’intera regione, gli amministratori seguono l’andazzo continuando a dare proroghe e affidamenti diretti in ossequio all’articolo 191, d.lgs 30 Aprile 2006, n 152 giustificando il tutto con l’emergenza di tipo igienico-sanitario, tutto a discapito di una programmazione seria supportata da organismi e strumenti pubblici (Ato-Aro-Srr ecc) che tutti paghiamo, ma per cosa? In provincia di Ragusa la situazione non cambia molto rispetto al resto dell’Isola, anzi, per certi aspetti si è arrivati al culmine con lo scioglimento per Mafia del comune di Scicli dove sotto la lente di ingrandimento della commissione prefettizia, chiamata a relazionare, è finita proprio la gestione della raccolta dei RSU, considerata alquanto anomala, e le continue proroghe date, sempre alla stessa impresa, per il proseguimento del servizio. Fa specie, quindi, che in un comune sciolto per mafia per i motivi sopradetti, la triade commissariale abbia deciso di prorogare ancora l’affidamento alla RTI attraverso l’ordinanza n 18 del 29/01/2016 nonostante la ditta Capofila della RTI, la Tekra Srl, abbia abbandonato venendo così a mancare il contraente originario dell’affidamento. La Tekra Srl è una azienda della quale, in questi mesi, si parla spesso in Provincia di Ragusa e non solo. Fece molto scalpore un post pubblicato su Facebook dall’ex sindaco di Vittoria e già assessore regionale Ciccio Aiello in cui vi era scritto: “Arrivano i Casalesi a Vittoria” Post rivolto alla Tekra Srl, azienda con sede legale a Salerno. Aiello polemizzava con il sindaco Giuseppe Nicosia che ha deciso di affidare l’incarico diretto della raccolta rifiuti proprio alla Tekra revocandolo, il 31 dicembre 2015, alla Sea. A Vittoria in questo momento è in atto una campagna elettorale accesa, quindi, è facile immaginarsi quali polemiche ha sollevato la scelta del primo cittadino, ma la sua decisione ha comunque spaccato l’opinione pubblica: Nicosia prepotente che nasconde chissà quale complotto o Nicosia eroe che ha liberato la città da una gestione inefficiente e inoperosa?. Secondo quanto affermato dal sindaco in quei giorni, la scelta di revocare la gestione è scaturita da un clima di scontro volto ad “alzare la posta sulla remunerazione del contratto, pratica ormai di uso comune in Sicilia”, una situazione che a Vittoria, sempre a detta del sindaco – ha portato a sanzioni pesanti e al crollo della percentuale di raccolta differenziata al 5%. Altri, invece, hanno pesantemente criticato la scelta del primo cittadino: con tante aziende che ci sono nel ragusano, perché proprio una della Campania? Di Tekra si parla anche a Modica dove l’azienda salernitana, insieme ad altre sei ditte (comprese ATI, consorzi ecc) ha partecipato alla presentazione delle buste gestita dall’Urega, apertura avviata a dicembre; Al momento sono state aperte 4 buste con la commissione che ha deciso si sospendere le aziende, per ognuna mancava qualche documento più o meno importante, decidendo di rinviare la discussione sulle sospensioni alla fine. Stando a come procedono le cose, la sensazione è che i tempi della procedura si allungheranno ancora di molto, a Siracusa, ad esempio, le buste sono aperte quasi da un anno e ancora tutto tace. Il fatto è che a Modica la proroga alla ditta Puccia, che al momento gestisce il servizio di raccolta, scade il 29 Febbraio, quindi ci sarà probabilmente un ulteriore proroga, ma lì il problema è che la ditta deve ancora avere circa 3 milioni di euro al Comune con le polemiche e le proteste che ne conseguono, oltre a ricorsi e controricorsi. Per inquadrare meglio il problema rifiuti, abbiamo fatto una chiacchierata con l’architetto Lino Carpino , uno che l’argomento lo conosce molto bene e portavoce di Scicli Bene Comune, un movimento che dell’ambiente ha fatto il suo cavallo di battaglia.
Carpino, allora, gestione rifiuti uguale problemi, conferma?
«Va subito fatta una precisazione che deve essere chiara, il tema ella gestione rifiuti va diviso in due fasi: la prima è quella relativa alla raccolta, la seconda fase è quella relativa allo smaltimento che può comprendere differenziata, riciclo ecce ecc. Per quanto riguarda la raccolta, a Ragusa, stiamo vivendo un momento che possiamo definire di transizione perenne, le Ato dovrebbero essere sciolte da almeno 5 anni appannaggio delle SSR (Società per la regolamentazione del servizio e la gestione dei rifiuti) che avrebbero dovuto occuparsi delle gestione della raccolta e dello smaltimento, però, se da un lato gli Ato sono in perenne liquidazione, dall’altro lato le SRR non sono partite. Il problema è di natura politica perché, visto il periodo di transizione, non essendo stati costituiti gli ARO in tutta la Provincia (Ambito Rapporto Ottimale) per le famose gare d’appalto della durata di 7 anni finalizzate a trovare un soggetto affidatario per la raccolta rifiuti nei vari comuni, non essendo partite queste, i comuni, alla scadenza dei contratti, si trovano obbligati a dover effettuare le proroghe o di operare degli affidamenti diretti perché la legge glielo permette per la tutela l’interesse pubblico finalizzato a consentire l’igiene dei cittadini.
Questa, però, è una emergenza voluta perché da 15 anni a questa parte i sindaci, che sono diretti responsabili nell’organizzare sia la raccolta che lo smaltimento rifiuti, seguono l’andazzo a livello regionale dove regna lo stesso caos e dove si è preferito delegare ai privati la realizzazione di determinate impiantistiche, risultando impianti dove la mafia ha mangiato a piene mani perché, non dobbiamo dimenticare ,che le due discariche, sia quella di Motta Sant’ Anastasia che quella di Mazzarà Sant’Andrea, sono tutt’ora sotto sequestro perché sono risultate essere delle vere e proprie banche della mafia».
Rimaniamo in Provincia di Ragusa, com’è la situazione?
«A Ragusa, fino a 6 anni fa, l’Ato gestiva 6 discariche, due sono riuscite a farle chiudere, mi riferisco a quella di Scicli e di Vittoria, lasciandole totalmente abbandonate dopo il fallimento della società che le gestiva, mentre la normativa prevede che al momento in cui le discariche vengono dichiarate sature è obbligatorio il “post mortem” per almeno 20 anni per il controllo della produzione del percolato per l’assestamento della discarica stessa»
Ha certezza che questi controlli non siano effettuati?
«Si, ma non solo quei controlli, sia a Vittoria che a Scicli sono stati spesi un sacco di soldi inutilmente, non ultimo l’acquisto del sistema di bruciatore del gas che doveva servire a controllare le emissioni, bruciatore che è stato impiantato (a Scicli) e poi abbandonato, divenendo soggetto a vandalismi e furti.
Per quanto concerne Ragusa città, invece, si aspetta che la discarica di Cava dei Modicani venga ampliata, si attende l’Aia dalla regione (Autorizzazione Integrata Ambientale) e si va avanti con le continue proroghe del commissario del Libero consorzio che così permette la vita della discarica. Quello delle proroghe è un sistema in cui nessuno si prende responsabilità se non nelle ultime 24 ore, ma sempre senza nessuna programmazione reale e nessuna azione di coordinamento con i cittadini. Bisogna pensare che il settore dei rifiuti è quello in cui i cittadini pagano più tasse, rappresentano l’appalto più grosso che incide maggiormente nei bilanci dei comuni e, senza programmazione, ad eccezione di Ragusa e comuni montani, si continuano ad arricchire aziende fuori provincia, perché lo smaltimento fuori costa tanto in termini di conferimento e di trasporto. Questi soldi spesi da 6 anni a questa parte sarebbero potuti essere investiti per creare una filiera virtuosa».
A Scicli i commissari hanno prorogato il servizio anche in assenza del contraente, una scelta che abbiamo definito paradossale per via del fatto che, tra le motivazioni che hanno portato allo scioglimento, c’è soprattutto la gestione rifiuti….
«La normativa lo permette, quello che trovo scandaloso è che, nella prima gara d’appalto, l’affidamento alla RTI era stata data con la precisa condizione che, durante i sei mesi di incaric,o dovevano essere sperimentate e messe in atto tutte le procedure idonee per l’adozione del nuovo ARO che significa: estensione della differenziata a tutto il territorio comunale, miglioramento delle tecniche di raccolta, comunicazione e formazione dei cittadini e del personale, ebbene non è stato fatto nulla di tutto ciò in linea con: un servizio di gestione del personale alla fratisca, con una qualità pessima della raccolta, la raccolta differenziata nelle borgate tendente a zero, cosi come il comune continua a non prevedere aliquote di differenziata di categorie ricche come il metallo o il cartone; Nel frattempo ci sono privati che raccolgono e vendono questi rifiuti in maniera assolutamente privatistica. Questa è una cosa gravissima in un comune sciolto per mafia, non è possibile che i commissari accettino tutto questo, questo è un mancato guadagno per la collettività, tutti lo sanno ma nessuno lo dice»
Avete avuto modo di parlare con i Commissari?.
«Avevamo chiesto un confronto con i Commissari per discutere di tutto ciò. Premesso che il comune di Scicli non è ancora dotato di Aro, a dire il vero era stato predisposto, ma per come era stato adottato non stava né in cielo né in terra, per tale motivo la Regione, anche su nostra segnalazione lo ha stoppato. L’ex giunta Susino ha dato incarico all’amministratore unico dell’Ato, dott Ferreri di pianificare il nuovo Aro, da quello che sappiamo è che a Ferreri manca ancora della documentazione che il comune doveva inviare, quindi è ancora tutto fermo».
Su Truncafila è illegale l’esistenza della Cava stessa
E su Truncafila e l’accordo tra il comune e il Cas cosa dice?
«Su Truncafila, una cosa che nessuno ha ancora detto è che c’è una illegalità sulla esistenza stessa della Cava, perché la coltivazione di queste cave doveva essere effettuata per settori e, quindi, una volta presa l’argilla la cava doveva essere riempita e coltivato un atro settore. Quindi, secondo la normativa, questo grosso foro a Truncafila non dovrebbe manco esistere. Andiamo ad oggi, si vuole dare la cava al Cas per lo smaltimento di inerti? Bene, ma la nostra proposta è che le chiavi del cantiere non le abbia il Consorzio, ma, ad averle, deve essere il comune di Scicli che dovrà istituire una apposita commissione di controllo dell’area di abbancamento, dotata di strumenti sofisticati mediante spettometri, per controllare ogni singolo camion, creando anche una piattaforma dove scaricare il materiale in situ per fare una selezione prima del conferimentoۚ»
Torniamo al tema rifiuti più in generale, come si esce da questa situazione? Adottando lo schema Rifiuti Zero?
«il comune di Scicli, ad esempio, ha adottato la delibera rifiuti zero, che tra l’altro mi pregio di aver redatto, ma della quale non si sa più nulla. Stiamo attenti però, perché con I rifiuti zero, si esce fuori dalle lobbies delle discariche e si entra in quelle che ti devono vendere le attrezzature per il porta a porta con tariffa puntuale che è un’altra fregatura perché, se tu la fai in una città in cui i cittadini sono formati, gli operatori anche, allora la puoi attuare, ma se la fai In una Provincia come la nostra dove la differenziata a stento raggiunge le due cifre, massimo 12%, inserire il discorso della premialità, a mio avviso, non farà altro che andare a creare discariche abusive. Appena il cittadino si renderà conto che verrà ad essere premiato nel momento in cui produce le aliquote i differenziata e paga di più per l’indifferenziata, stai sicuro che ti metterà fuori la differenziata, ma ti butterà l’indifferenziata per le campagne. In questo caso avremo comuni che da un lato dovranno premiare i cittadini e, dall’altro lato, dovranno ricorrere spesso alla bonifica del territorio con i relativi costi che ne conseguono. Noi riteniamo che una soluzione sia quella di semplificare la raccolta, evitando calendarizzazioni difficili da ricordare, ma dividere il tutto in due sacchetti: l’umido e il secco indifferenziato, con raccolta effettuata tutti i giorni. con l’utilizzo del medesimo personale impiegato fino ad oggi. L’umido si porta nei centri di compostaggio, il secco lavorato nei CCR e separato a valle per evitare che venga rimandato indietro dopo l’arrivo nelle piattaforme. Non bisogna dimenticare che se i cittadini spendono tanti soldi per la differenziata, ne paga altrettanti per l’indifferenziata che viene mandata indietro perché classificata come aliquota sporca. Oltre al danno la beffa. Fondamentale, infine, è la raccolta dei rifiuti pericolosi, batterie e medicinali, per la quale raccolta si consuma una vera farsa, quante volte vengono svuotate? Queste categorie provocano un inquinamento ambientale enorme.