Il PAI (piano per l’assetto idrogeologico) della Regione siciliana, per quanto riguarda il centro urbano di Modica, non riporta alcun rischio idraulico. Si tratta sicuramente di una “svista paradossale”dato che il centro storico della città della Contea è attraversato da torrenti coperti e considerate anche le problematiche sorte ogni qualvolta si registrano piogge in quantità elevata. Il ricordo dell’alluvione di fine gennaio scorso è ancora vivo, fortunatamente non ci sono state vittime, ma i danni sono stati enormi, per questo motivo bisogna insistere adesso per sensibilizzare, in qualche modo, il senso civico dei cittadini e non consentire alle Istituzioni di abbassare la guardia su un fenomeno che la storia ci insegna essere ciclico e per cui la prevenzione efficace è un dovere da parte di chi ha la responsabilità della sicurezza dei cittadini.
Le alluvioni a Modica sono catastrofe naturali o umane? Da questa domanda, volutamente “retorica”, si sono mossi i componenti dell’Associazione Dialogo che si è fatta promotrice dell’organizzazione di un convegno che si è sviluppato in due giornate e che si è tenuto all’interno dell’aula consiliare di Palazzo San Domenico e che ha visto il contributo di tecnici, cittadini e politici.
«Per inquadrare bene la questione- spiega Paolo Oddo – componente dell’Associazione Dialogo- non si può non partire da una formula, se vogliamo banalissima, ma molto esplicativa: i danni di un alluvione sono direttamente proporzionali alla quantità di pioggia prodotta». Considerato che un fenomeno naturale è imprevedibile, occorre quindi mettere in atto tutte le opere idrauliche necessarie per limitare gli eventuali danni che un alluvione può causare.
Il problema è che il comune di Modica, così come tanti altri comuni in Italia, manca di strumenti fondamentali per la prevenzione e per fronteggiare eventuali emergenze. Manca, ad esempio, un Piano di Protezione Civile, strumento necessario per monitorare i rischi e agire prontamente in caso di calamità. Un altro problema primario è che a Modica, ma non solo, si è data la possibilità di costruire anche a margine dei torrenti, come se quanto accaduto con l’alluvione del 1902, che provocò la morte di 112 persone, non fosse servito da insegnamento. «Il Piano Regolatore vigente – afferma Oddo – è stato deliberato a metà degli anni ottanta e pensate che dà la possibilità di costruire nell’alveo del torrente che passa da Via Trani (dagli anziani chiamato Torrente Giunta), ma se andate nella zona San Liberale vedrete che là si è costruito in maniera selvaggia dappertutto». Molto eloquenti sono state alcune foto esposte durante il convegno che mostrano, nonostante siano trascorso circa 3 mesi dall’alluvione, come in alcune zone vi siano ancora appartamenti allagati.
Le soluzioni per evitare le esondazioni dei torrenti, in virtù anche delle nuove tecniche di costruzione, ci sono, ma il fatto è che la politica dovrebbe affrontare delle scelte coraggiose, come ad esempio, espropriare delle case a margine degli alvei, ma nessun amministratore, o solo pochi, decidono di farlo.
Il Dibattito Politico e la denuncia del Genio Civile
Con l’assenza dei componenti della maggioranza consiliare e dell’amministrazione comunale, il convegno organizzato da “Dialogo” non è stato immune da polemiche di natura politica che hanno coinvolto direttamente il presidente del Consiglio comunale Roberto Garaffa il quale, la settimana scorsa, è stato oggetto degli attacchi dei consiglieri di maggioranza che lo accusano di essere di parte e di non garantire l’imparzialità in aula e, per questo, si paventa la presentazione di una mozione di sfiducia.
«La maggioranza – replica Garaffa- ha il diritto di ragionare in questi termini, io ho sempre detto che se ritengono che il Presidente del Consiglio non abbia rispettato quelle che sono le prerogative dell’amministrazione e della maggioranza stessa, possono procedere con gli enti locali, io sono certo che in aula il presidente del Consiglio è stato sempre super partes e lo dico con documenti. Ovviamente, quando vengono presentate questioni importanti sulla sicurezza dei cittadini e della città (in riferimento al convegno sulle alluvioni – ndr) il presidente ha il dovere di porre l’attenzione affinchè si evitino situazioni drammatiche».
Per quanto riguarda l’oggetto del Convegno, Garaffa si è fatto promotore di portare nelle sedi istituzionali la problematica e di sollecitare la seconda commissione urbanistica perchè inizi ad occuparsi del tema, avvalendosi degli esperti, al fine di istituire un tavolo permanente per sviluppare progettazioni a lungo termine per fronteggiare un rischio reale del quale ci si occupa solo quando si registrano le calamità.
Intanto che le promesse fatte dal presidente della Regione Crocetta, sull’invio di milioni di euro per riparare i danni provocati dall’alluvione di gennaio, si sono sgonfiate, i Comuni cercano di cominciare a fare qualcosa, ma anche in questo caso non senza polemiche. È di pochi giorni la notizia che il Genio Civile ha denunciato il Comune di Modica per aver effettuato delle opere abusive in Via Trani, opere cosiddette post-alluvione, realizzate a sostegno della centrale Via Nazionale, che sarebbero state realizzate senza le autorizzazioni, obbligatorie, del Genio Civile, appunto.