L’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, potrebbe non dimettersi più. Dopo i recenti ennesimi casi tragici della sanità siciliana, con due bambini morti a Trapani e Catania, continua comunque lo scontro a distanza fra il ministro Beatrice Lorenzin e il governatore Rosario Crocetta. Il governatore Crocetta ha detto ai suoi fedelissimi di aver «convinto Lucia a non mollare» e pure dall’assessorato si vocifera di una «riflessione in corso». L’assessore avrà oggi alle 11 l’audizione in commissione Sanità dell’Ars; domani alle 16,30 l’audizione in Assemblea. Sul caso Nicole «non bisogna fare politica», ammonisce, da Roma, il ministro Lorenzin. Che aspetta di «avere tutti i dati per fare una valutazione più serena». Precisando: «Non ho detto che commissario la Sicilia ma ho detto che per noi ci sono dei segnali preoccupanti per quanto riguarda l’applicazione dei Lea e dei protocolli di programmazione, e non posso pronunciarmi finché non ho i dati». Il ministro risponde a Crocetta, che aveva parlato di un «attacco politico di Ncd: «Di fronte alle morti ognuno di noi si assume le proprie responsabilità, la politica facciamola su altro». Sulle dimissioni di Borsellino: «Nessuno gliele ha chieste, nessuno le ha chiesto di ritirarle, per cui ognuno faccia le sue valutazioni».
CATANIA. Sono nove gli indagati per il caso di Nicole Di Pietro, la neonata morta nella notte del 12 febbraio in ambulanza sulla Catania-Ragusa, a tre ore dalla nascita, dopo che non si era trovato un posto nelle terapie intensive neonatali catanesi e di Siracusa. Per omicidio colposo sono indagati, con l’ipotesi di reato di omicidio, colposo: cinque medici della clinica “Gibiino” (il neonatologo Antonio Di Pasquale, l’anestesista Giovanni Alessandro Gibiino, l’ostetrica-ginecologa Maria Ausilia Palermo e i due rianimatori chiamati dopo il parto, Sebastiano Ventura e Adolfo Tomarchio); due dipendenti del 118 (la dirigente del bacino Catania-Ragusa-Siracusa, Isabella Bartoli, e l’infermiere Vincenzo Mirabile, operatore di turno alla centrale nella notte della morte); soltanto due dei cinque medici di turno nelle Utin contattate, ovvero Salvatore Cilauro (Policlinico) e Alessandro Rodanò (Santo Bambino). Questi ultimi sono accusati anche di omissione in atti d’ufficio.
TRAPANI. Si indaga sulla morte di Daniel, il piccolo di 23 mesi deceduto all’ospedale Sant’Antonio Abate, nella notte tra venerdì e sabato per una sospetta meningite fulminate. La Procura ha emesso quattro avvisi di garanzia: due per i medici del Pronto soccorso che hanno visitato il bambino e due per i pediatri del reparto. Venerdì mattina Daniel si era sentito male all’asilo nido, aveva la febbre a 40, e i genitori lo avevano portato al Pronto soccorso da dove era stato dimesso dopo la somministrazione della tachipirina. Ma a casa il piccolo continuava ad avere la febbre alta e per questo i genitori avevano chiamato il medico di famiglia che aveva sospettato una rosolia, ma aveva consigliato di ritornare in ospedale dove in serata Daniel era stato riportato e ricoverato. Lì si sono ripresentate le convulsioni e nella notte il piccolo è morto.La commissione d’inchiesta nominata all’Asp ha altri cinque giorni di tempo per effettuare le verifiche, sentire i medici e attendere l’esito degli esami che diranno se Daniel è morto per una meningite fulminante.
CASO ELISOCCORSO. Dopo i presunti casi i malasanità di Catania e Trapani nell’occhio del ciclone finisce anche l’elisoccorso. In Sardegna, nella notte tra il 15 e il 16 gennaio scorso – ma i fatti sono stati resi noti soltanto ieri – il responsabile della centrale operativa del bacino Palermo-Trapani, Gaetano Marchese, 60 anni, colto da una dissecazione aortica, mentre si trovava in vacanza a Riva del Corallo (Alghero) ha deciso di non fidarsi della Sanità sarda e ha chiesto e preteso l’invio in Sardegna di un elicottero del servizio di emergenza siciliano che è decollato durante la notte con a bordo una équipe di rianimatori che lo ha poi trasportato a Palermo, all’Ismett, dove è stato immediatamente sottoposto ad intervento chirurgico. Sull’episodio è stata aperta un’indagine dell’assessorato alla Salute. Sull’episodio anche la Procura di Palermo ha deciso di aprire un’inchiesta. Commenta il presidente della commissione Affari sociali e sanità di Montecitorio, Pierpaolo Vargiu: «Qualche giorno fa una neonata è morta perché mancavano i posti. Ora veniamo a sapere di questo elisoccorso. Non possiamo non pensare a quanti cittadini non hanno potuto accedere alle cure in maniera tempestiva per la propria sopravvivenza perché magari non in posizioni apicali».
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