Last updated on 7 marzo 2021
Bilancio e ddl di Stabilità, dopo il confronto in commissione, approdano questa mattina all’Ars: l’Aula si riunirà alle 10 per incardinare i disegni di legge e la discussione generale. Per gli emendamenti ci sarà tempo fino alle ore 22. L’Ars per approvare Bilancio e manovra finanziaria avrà tre giorni di tempo: domani, mercoledì e giovedì, cioè il 30 di aprile.
Il 29 Aprile, invece, tutte le sigle sindacali dei dipendenti regionali hanno indetto uno sciopero generale per contestare le norme che prevedono
l’allineamento delle retribuzioni e delle pensioni a quelle dei dipendenti statali. A regime, il trattamento pensionistico dei dipendenti regionali, non potrà essere superiore all’85% della media delle retribuzioni dell’ultimo quinquennio di lavoro. Per chi, invece, decide di andare in pensione entro il 2020, avendone i requisiti, potrà avere una pensione al massimo pari al 90% delle retribuzioni degli ultimi cinque anni. Per usufruire delle norme di maggior favore, cioè quelle in vigore prima della della riforma Fornero, chi è interessato dovrà fare domanda entro sessanta giorni dalla pubblicazione della legge sulla Gurs. Pre-pensionamenti sono previsti anche per i braccianti della forestale e dei consorzi di bonifica.
Ma la cosa singolare da notare è che, nonostante gli annunciati tagli alla spesa, la Finanziaria arriva in aula piena di semi nascosti emendamenti che contengono i soliti favori a destra e a manca. C’è la norma che permette di ridare un lavoro da circa 600 euro al mese ai Pip espulsi perchè autori di reati, c’è il paracadute per i 180 dipendenti del Coinres di Palermo che potranno transitare nelle nuove società di gestione dei rifiuti malgrado fossero stati licenziati per irregolarità nell’assunzione. E c’è un articolo di poche righe che raddoppia la spesa per portaborse e dipendenti stabilizzati dell’Ars facendo sparire l’obbligo di non rinnovare i contratti a fine legislatura ad almeno una delle due categorie. Sono gli emendamenti-sanatoria approvati trasversalmente nell’ultima notte di votazioni in commissione Bilancio. E così la Finanziaria delle riforme e dei tagli è diventata un malloppo di ben 102 articoli in cui ogni partito, quasi ogni deputato, ha visto accogliere le proprie richieste.
I portaborse, in particolare, sono oltre un centinaio e costano già 4,2 milioni di euro l’anno. Ma, caso unico in Italia, la Sicilia ha anche 84 ex portaborse assunti poi e stabilizzati come dipendenti. E anche loro costano 4,5 milioni di euro l’anno. Per le norme sulla spending review bisogna abolire una delle due “categorie” di portaborse, per semplificare e ridurre la spesa. L’emendamento presentato in Finanziaria, invece, mantiene questo doppio registro. Ma non è chiaro come verrà coperta la spesa che, sommando le due “categorie”, arriva a quasi nove milioni di euro l’anno. Che si aggiungono ai 700.000 euro l’anno che i gruppi parlamentari spendono per i loro “consulenti”.
Circa le misure sui tagli, ricordiamo le principali. Nell’ambito delle misure di contenimento della spesa, pretese dal governo nazionale per aiutare la Regione a colmare il disavanzo di 3,4 miliardi, presso l’assessorato all’Economia sarà istituita la “Centrale unica acquisti”. Rimane congelata la spesa corrente per circa 450 milioni: trecento arriveranno dallo Stato; 150 dalla Cdp: 115 saranno destinati ai Comuni; 30 alla manutenzione straordinaria delle strade provinciali.
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