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Nuovo rapporto sulla pesca in Sicilia. I numeri della filiera ittica

Last updated on 6 marzo 2021

Al “Rapporto 2014 sulla Pesca e sull’Acquacoltura in Sicilia” è stata dedicata la riunione dell’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo che si è tenuta questa mattina presso la Sala Conferenza dell’IAMC-CNR di Capo Granitola e che ha visto la partecipazione del Direttore Generale della Pesca Marittima e dell’Acquacoltura del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dr. Riccardo Rigillo. Il “Rapporto Annuale sulla Pesca e sull’Acquacoltura in Sicilia”, previsto dalla Legge Regionale n° 16 del 2008, è redatto dall’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo, presieduto dall’Ing. Giuseppe Pernice.

A dare il benvenuto ai partecipanti alla riunione è stato il Dott. Mario Sprovieri, Responsabile dell’IAMC-CNR – U.O.S. di Capo Granitola (Campobello di Mazara).

Alla stesura della sesta edizione del “Rapporto Annuale” collaborano ricercatori, giuristi ed economisti, tutti componenti dell’Osservatorio ai quali nel suo intervento, il presidente del Distretto della Pesca-Cosvap, Giovanni Tumbiolo, ha rivolto un plauso per la loro attività di ricerca. Tumbiolo ha così ringraziato per la loro presenza il Direttore Rigillo, il Responsabile economico dell’Ambasciata di Algeria in Italia dott. Azeddine Riache, il Console della Costa D’Avorio in Sicilia Dott. Ferdinando Veneziani e l’Avv. Francesco Campagna Console del Ghana uno dei Paesi main partner, l’altro è la Tunisia, della prossima edizione (8-11 ottobre) di Blue Sea Land, l’Expo dei Distretti e delle eccellenze agroalimentari del Mediterraneo, Africa e Medioriente.

Pernice ha evidenziato: “La politica comunitaria di salvaguardia delle risorse ittiche attuata nel corso di questi anni ha, infatti, nel periodo 2000-2014, ridotto il numero di natanti da pesca da 4.329 a 2.882, la stazza da 231.185 GT a 164.446 GT e la potenza motori da 343.922 kW a 241.303 kW. Assieme alla flotta –ha sottolineato- è stata pesantemente colpita l’occupazione nel settore primario e in tutta la filiera. Nel 2014, dai dati raccolti, emerge però un’inversione di tendenza rispetto agli anni scorsi. Siamo di fronte ad un processo di stabilizzazione per quanto riguarda il numero dei battelli da pesca si è in pratica arrestata la pratica delle demolizioni”. I dati del I capitolo del Rapporto mostrano una riconversione verso la pesca artigianale, vedi lo sviluppo di alcune marinerie siciliane a partire da Porticello con i suoi 240 natanti (stazza complessiva 2.808 GT) che precede Mazara del Vallo dove i natanti, fra pesca a strascico ed artigianale, si sono ulteriormente ridotti a 221 nel 2014 (stazza complessiva 17.858 GT).

Nel corso della riunione sono intervenuti gli autori degli altri capitoli del Rapporto annuale: il dott. Fabio Fiorentino dell’IAMC-CNR (“Contributo all’individuazione delle potenzialità di sviluppo della pesca artigianale in Sicilia”), il Prof. Vincenzo Fazio del Centro di Competenza Distrettuale (“L’attivazione di rapporti di cooperazione con i Paesi del bacino del Mediterraneo ed il ruolo del FEAMP), il Dott. Franco Andaloro dell’ISPRA (“I rifiuti marini: un nuovo problema per la pesca”), il Dott. Gioacchino Bono dell’IAMC-CNR (“Nuove tecnologie per la valorizzazione dei prodotti della pesca”), il Dott. Andrea Santulli dell’Università degli Studi di Palermo (“La ricerca industriale a supporto dell’acquacoltura siciliana), la Dott.ssa Giulia Buffa del Distretto Produttivo della Pesca-COSVAP (“Blue economy: indirizzo europeo e linee strategiche del Distretto della Pesca”), il Dott. Fabio D’Agostino dell’IAMC-CNR (“L’attività del Laboratorio 10 e il  Progetto Nuove Rotte Blue Economy).

“E’ necessario –ha dichiarato il Dott. Giovanni Tumbiolo– che vi sia un’ampia riflessione su tutta la filiera ittica; non bisogna più guardare al sistema pesca attraverso compartimenti stagni. Tutta la filiera si deve muovere –ha aggiunto- in maniera armonica per ridare produttività al settore; tutti gli attori facciano la loro parte. Come sottolineato nel Rapporto, la Blue Economy, modello di sviluppo proposto in questi anni dal Distretto, che guarda alla responsabilità individuale e multilaterale per la salvaguardia e rigenerazione delle risorse, garantisce contemporaneamente la sostenibilità economica, ambientale ed occupazionale dell’intera filiera ittica”.

“I programmi di supporto –ha spiegato Giuseppe Pernice– devono guardare non solo al momento del prelievo in mare ma a tutta la filiera, assicurando al produttore un giusto reddito e al consumatore un prodotto ittico sicuro. E’ ora tempo di sviluppare con coerenza una politica del settore che, salvaguardando le risorse ittiche, garantisca occupazione e sviluppo, investendo le risorse finanziarie destinate dal FEAMP alla Sicilia sull’innovazione tecnologica, il risparmio energetico e piani di gestione regionali coordinati con i paesi frontalieri, attraverso una politica di cooperazione internazionale”.

A concludere i lavori è stato il Dott. Riccardo Rigillo: “Guardiamo con molto interesse al lavoro svolto in questi anni dal Distretto e dall’Osservatorio che operano sinergicamente nell’ottica della filiera ittica e della sostenibilità ambientale secondo i principi dell’economia blu. Il Rapporto rappresenta un utilissimo strumento per una nuova strategia comune per la pesca nel Mediterraneo”. Infine lo stesso Direttore Generale del Dipartimento Pesca del MIPAAF ha assicurato l’interessamento –secondo le competenze del suo Ufficio- sulla problematica, sollevata nel corso della riunione da armatori ed operatori economici della filiera ittica, relativa all’innavigabilità del porto canale di Mazara del Vallo che necessita di un adeguato intervento di escavazione.

 

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