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Caos rifiuti in Sicilia, indaga l'Autorità Anticorruzione

Caos rifiuti in Sicilia, indaga l’Autorità Anticorruzione. La questione dei rifiuti in Sicilia approda a Roma, all’attenzione dell’Agenzia nazionale anticorruzione guidata dal prefetto Raffaele Cantone. Oggetto dell’audizione, si legge nella convocazione inviata dall’Anac, “la gestione del ciclo integrato dei rifiuti nella Regione Siciliana“. A Roma andrà anche l’assessore regionale per l’Energia, Vania Contrafatto.

Solo nei giorni scorsi la decisione, da parte del Governo, di attivare la procedura di esercizio del potere sostitutivo nei confronti della Regione considerando che “l’assetto normativo e amministrativo della Regione in tema di rifiuti appare profondamente contrastante con gli obblighi di adeguamento gravanti sugli ordinamenti regionali”.

La decisione del’Anac arriva, sottolinea in una nota dell’AnciSicilia, dopo “numerosi esposti in cui si denunciano fenomeni distorsivi del corretto funzionamento del sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia”. Orlando “già dal mese di agosto del 2012 aveva presentato a diverse Autorità segnalazioni ed esposti su diverse ‘anomalie strutturali e criminogene, che caratterizzano il sistema dei rifiuti in Sicilia”. Una circostanziata denuncia ribadita lo scorso 26 marzo di fronte alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.

“Nell’ultimo decennio sostanzialmente si è, di volta in volta, invocato qualcosa che poi non si realizzava – dice Leoluca Orlando – e tutto questo era finalizzato a realizzare un risultato: la discarica indifferenziata. Pertanto, è indifferente invocare il mega-inceneritore o, dall’altra parte del pendolo, la raccolta differenziata al 90 per cento, perchè l’uno come l’altra sono stati costruiti per non essere realizzati, per consentire, nell’oscillazione di questo pendolo che non si ferma mai, di far proliferare la discarica indifferenziata in mano di pochi gruppi privati”.

Orlando è stato anche ascoltato il 16 aprile dalla Procura di Palermo. “Dopo le indagini della magistratura, che hanno accertato e tuttora stanno verificando illeciti in diversi momenti e diversi passaggi della troppo lunga storia dei (fantomatici) piani regionali per i rifiuti, la necessità di mettere finalmente ordine in questo delicatissimo settore è irrinunciabile – aggiunge Orlando -. Che la vicenda continui a essere all’attenzione delle commissioni parlamentari, dell’Autorità Giudiziaria e delle Autorità anticorruzione, piuttosto che all’attenzione istituzionalmente doverosa della Regione, è purtroppo un indice e una conferma dell’origine del problema”

Sin dal febbraio 2014 e poi nel documento approvato dalla assemblea generale AnciSicilia del 5 maggio, l’Associazione dei comuni ha evidenziato, all’interno di una condizione regionale definita “stato di calamità istituzionale”, la gravità delle condizioni del sistema dei rifiuti in Sicilia in prese di posizione e in documenti presentati in occasione di numerosi incontri pubblici e con esponenti del Governo nazionale. “L’assenza di una definita e certa pianificazione regionale, la mancata realizzazione di un sistema di impianti (a partire da quelli di trasferenza e compostaggio ), la confusione tra precedente sistema di Ato e mancata attivazione di Srr previsti sin dal 2010 con la legge regionale 9, la incertezza e assenza di criteri e direttive regionali – conclude Orlando – ha fatto lievitare oltre ogni misura posizioni private monopoliste, sprechi, anomalie, disservizi e appesantimento di fiscalità locale”.

 

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