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Rifiuti: la mancata sicurezza delle discariche costa all'Italia 80 milioni di euro l'anno

Rifiuti: la mancata sicurezza delle discariche costa all’Italia 80 milioni di euro l’anno. In particolare si tratta di “40 milioni di euro di sanzione semestrale per l’Italia per la mancata messa in sicurezza delle discariche sul territorio nazionale”. A darne notizia sono parlamentari europei M5S Ignazio Corrao, Marco Affronte, Piernicola Pedicini, Eleonora Evi e la deputata nazionale Claudia Mannino, a seguito della risposta della Commissione Europea ad una interrogazione scritta nella quale si chiedevano informazioni sulla prima sanzione semestrale per la mancata bonifica delle 198 discariche oggetto della condanna del 2 dicembre 2014 da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. “A dicembre 2014, all’indomani della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea – sottolineano i deputati –  avevamo promesso che avremmo utilizzato ogni strumento possibile per fare pressione e ottenere la messa in sicurezza delle 198 discariche sparse per l’Italia oggetto della condanna. Abbiamo portato la vicenda nelle aule parlamentari, abbiamo diffidato il Ministro, le Amministrazioni regionali e comunali. Nonostante ciò la Commissione Europea ci ha comunicato che la sanzione semestrale che l’Italia dovrà pagare è pari a 39,8 milioni di euro. Questo significa che sono state messe in sicurezza poco più di una decina di discariche in oltre sei mesi. Come avevamo promesso depositeremo esposto presso la Corte dei conti affinché tale danno erariale, di questo si tratta, venga imputato alla persona del Ministro dell’Ambiente che poi potrà decidere di rivalersi su amministratori regionali e comunali inadempienti. Chi sbaglia paga dalle proprie tasche – concludono – non utilizzando denaro pubblico”.

In Sicilia ci sono otto discariche autorizzate: Palermo, Gela, Catania, Trapani, Misterbianco, Siculiana, Lentini, Castellana Sicula, Augusta. La maggior parte dei quali con una capienza limitata. Altri cinque impianti, saturi o sequestrati dalla magistratura, hanno già i cancelli sbarrati. La Regione punta sulla realizzazione di quattro nuove piattaforme pubbliche (Gela, Enna, Messina e Palermo), ma i tempi necessari per portare a termine le gare d’appalto ed arrivare alla consegna dei nuovi impianti sono lunghi.  A smaltire la gran parte delle 6mila tonnellate d’immondizia prodotte ogni giorno nell’Isola, sono ancora le discariche di Siculiana (gestita dalla Catanzaro Costruzioni spa) e di Lentini (della Sicula Trasporti spa).

In Sicilia i centri di compostaggio e consentirebbero di trattare a parte l’umido (circa il 50% dell’immondizia prodotta): su un totale di 18, ce ne sono nove che pur essendo stati finanziati non sono mai stati attivati. Risultato? La raccolta differenziata è ancora bloccata al 13% e quindi l’87% dei rifiuti non ha altra destinazione che la discarica. Il professore Aurelio Angelini, docente di sociologia dell’ambiente all’Università di Palermo, ha calcolato un tasso annuo medio di crescita della differenziata pari allo 0,7%. Il che significa che a questi ritmi in Sicilia si raggiungerebbe l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata tra circa 100 anni.

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