Dirigenti Regione Sicilia, numeri da follia: ne sono stati contati 1818. In 76 pagati senza incarico. Un articolo di Sergio Rizzo sul “Corriere della Sera” di martedì 15 settembre illustra la distorsione della spesa pubblica in Sicilia. Nella Regione Sicilia sono stati censiti 1818 dirigenti. Un numero esorbitante, soprattutto se paragonato ai 2152 dirigenti di tutte le Regioni a statuto ordinario, che sono 15 e hanno una popolazione complessiva di circa 10 volte quella siciliana.
Non sappiamo che cosa faccia più impressione: se il numero dei dirigenti del dipartimento Beni culturali della Regione siciliana pagati oggi per far niente, pari a 31, oppure il fatto che un plotone così nutrito di sfortunati manager senza incarico non rappresenti che l’11% del totale dei dirigenti di quel dipartimento. I quali sono, uno più uno meno, 280. Dal che si deduce che un solo dipartimento della Regione siciliana ha più dirigenti di quelli dell’intera Regione Lombardia (225) e della Regione Marche (58) sommati insieme. Ma questo rapporto dà anche la dimensione della follia che ha caratterizzato per decenni la spesa pubblica in Sicilia. E con cui adesso i contribuenti non soltanto isolani devono fare i conti.
Lo spunto per l’articolo di Rizzo, che da tempo racconta le distorsioni della nostra spesa pubblica, è fornita dal recente caso dei dirigenti del dipartimento Beni Culturali della Sicilia , 31, rimasti senza più incarichi dopo la stretta sugli uffici regionali decisi dalla giunta Crocetta. Sono ben 76 i dirigenti siciliani che non hanno più incarichi, quindi non faranno niente, anche se il loro stipendio sarà regolarmente pagato. Una situazione paradossale, come spiegato in un articolo de “La Repubblica” di Antonio Fraschilla: il dipartimento regionale non ha i fondi per aprire diversi musei, ma deve stanziare le risorse per un numero cospicuo di dirigenti destinati a non svolgere mansioni. Il dipartimento Beni Culturali in Sicilia conta ben 280 dirigenti, più di quelli in carica in Regione Lombardia. Numeri certo impressionati, che evidenziano quanto la Regione a statuto speciale abbia distorto i fondi supplementari concessi in questi decenni dal potere centrale. Scrive Fraschilla:
Nella munifica Regione Siciliana si studia e si guadagna anche bene. Nonostante Palazzo d’Orleans spenda circa quindici milioni di euro all’anno tra fondi a enti di ricerca regionali, università (pochi spiccioli, in verità) ed Ersu, attualmente sono ben 76 i dirigenti che non hanno un ufficio da dirigere e si dedicano a «studi e ricerche» di vario tipo, dalla fondamentale analisi dell’urbanistica di Messina al teatro popolare, dalla frutticultura al grano saraceno passando per i flussi turistici. Un esercito di graduati che non hanno alcuna responsabilità e ricevono lo stipendio lordo base, pari a circa 60 mila euro, più, in alcuni casi e non in tutti, una parte variabile fino a tremila euro all’anno. Totale della spesa: oltre quattro milioni e mezzo di euro all’anno. La cifra che Palazzo d’Orleans sborsa per studi e ricerche.
76 manager costretti a girarsi i pollici sono appena il 4,2% dei 1.818 dirigenti della Regione siciliana censiti a fine 2013 ( numero peraltro non troppo distante da quello dei 2.152 dirigenti di tutte le 15 Regioni italiane a statuto ordinario). E fra i quali, come segnalò il sito Internet Live Sicilia, ce n’erano pure alcuni che avevano un incarico specialissimo: dirigevano se stessi. Come l’unico dipendente del Parco archeologico di Pantelleria, il suo collega del Parco archeologico di Morgantina, e il responsabile di una periferica «Sezione operativa di assistenza tecnica» dell’assessorato all’Agricoltura.
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