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Caso Saguto, domani il Csm a Palermo

Caso Saguto, domani il Csm a Palermo. Venerdì  i vertici del Csm saranno a Palermo per incontrare i presidenti del Tribunale e della Corte d’Appello. Sul tappeto ovviamente la vicenda dei magistrati coinvolti nell’inchiesta sulla gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia, di cui il Csm si sta occupando con una pratica affidata alla prima commissione. Una missione che servirà a capire se ci siano i presupposti per una procedura di trasferimento d’ufficio.

Il “caso Palermo” è approdato al Quirinale. Il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini ha incontrato il capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel pomeriggio dopo la riunione del plenum dell’organo di autogoverno della magistratura.

«Siamo nella fase preliminare di valutazione dei presupposti – ha spiegatoLegnini – poi la commissione deciderà se deliberare l’apertura di una vera e propria procedura formulando un’incolpazione. Penso che ci siano ampie e fondate ragioni per avviarla». Non è ancora stabilito se la missione coinvolgerà l’intera prima commissione, e dunque se si procederà ad audizioni formali, o se si tratterà solo di un incontro preparatorio. Lo deciderà la stessa commissione in una riunione che si terrà domani. Della delegazione faranno sicuramente parte oltre a Legnini, i consiglieri Piergiorgio Morosini, Paola Balducci e Pierantonio Zanettin.

Scrive Alessandra Ziniti su Repubblica:

Il nodo, delicatissimo, è l’attuale posizione dei magistrati coinvolti e già rimossi dalla sezione misure di prevenzione, il presidente Silvana Saguto ( indagata per induzione alla corruzione, concussione e abuso d’ufficio), il giudice Lorenzo Chiaramonte e il pm Dario Scaletta ( anche loro indagati), che sono stati subito trasferiti ad altro incarico dal presidente del tribunale Salvatore Di Vitale ma sono tutti in servizio. Sarà adesso la prima sezione del Csm, quella che si occupa dei procedimenti disciplinare, e la Procura generale della Cassazione a valutare se sussistono gli estremi di un trasferimento per incompatibilità ambientale.

Scatta intanto la riorganizzazione al tribunale di Palermo, dove il presidente Salvatore Di Vitale ha disposto un interpello tra tutti i presidenti delle sezioni per nominare ilsostituto di Cesare Vincenti. Una decisione insolita dal momento che il ruolo di vice viene, per prassi, assegnato in base a criteri fiduciari. Dopo l’inchiesta dei magistrati nisseni che ha coinvolto la presidente della sezione Misure di prevenzione, Silvana Saguto, e uno dei giudici, Lorenzo Chiaramonte, il presidente Di Vitale aveva annunciato un’operazione trasparenza. Un’azione di rigore che lo aveva spinto a chiedere già dal giorno del suo insediamento informazioni ufficiali sulla gestione della sezione che si occupa dei sequestri e della confisca dei beni ai mafiosi.

Dopo l’inchiesta che sta facendo tremare il palazzo di giustizia il presidente del Tribunale ha disposto l’azzeramento della sezione e adesso il “concorso interno” per il suo vicario. Stretto riserbo da parte di Di Vitale sulle ragioni della sostituzione. «Non confermo e non smentisco la notizia – ha detto -. Non faccio dichiarazioni su vicende relative all’organizzazione dell’ufficio. Al contrario, come è avvenuto nei giorni scorsi, se ci fossero notizie di interesse pubblico, sarei pronto a intervenire attraverso comunicati ufficiali». Vincenti è stato presidente della sezione Misure di prevenzione fino al 2010 quando gli è subentrata Silvana Saguto, dimessasi dopo la notizia dell’inchiesta nissena e sostituita da Mario Fontana.

 

 

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