I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Palermo, nei confronti di quattro esponenti di Cosa nostra, indagati per rapina e ricettazione aggravate dalle finalità mafiose. L’operazione si inquadra nelle indagini finalizzate alla cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro.
I militari dell’Arma hanno accertato che dietro all’assalto del novembre 2013 a Campobello di Mazara (Trapani), a una società di trasporti, c’era la famiglia mafiosa di Castelvetrano, che aveva stretto accordi con altre cosche anche per la gestione di altre azioni criminali.
CONDANNA. Per intestazione fittizia di beni, il Tribunale di Marsala ha condannato quattro persone di Castelvetrano (Tp), tra le quali Bice Maria Messina Denaro, sorella del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro, e il marito Gaspare Como.
A quest’ultimo, attualmente agli arresti domiciliari, i giudici hanno inflitto la pena più severa: 3 anni e mezzo di carcere. Bice Maria Messina Denaro è stata, invece, condanna a un anno e mezzo. Gli altri due imputati condannati sono Valentina Como, sorella di Gaspare, e Gianvito Paladino: alla prima sono stati inflitti un anno e 8 mesi, al secondo un anno e mezzo. La pena è stata dichiarata sospesa per Bice Maria Messina Denaro, Valentina Como e Gianvito Paladino. Per alcuni capi d’imputazione, c’è stata l’assoluzione.
Il Tribunale ha, infine, disposto la confisca di alcuni beni mobili e immobili. Secondo l’accusa, allo scopo di evitare la possibile confisca da parte dello Stato, i coniugi Como-Messina Denaro avrebbero intestato fittiziamente alle sorelle Como una ditta che si occupava della vendita di capi d’abbigliamento e a Paladino un’auto volkswagen Tuareg sequestrata nel 2012.
L’inchiesta è stata svolta dalla Dia di Trapani.
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