Last updated on 12 luglio 2019
Singolare vicenda a Trapani. Il giornalista Marco Bova, che collabora con Il Fatto Quotidiano, l’Agi e Tp24.it risulta indagato perchè si è rifiutato di fornire al Pm la fonte di un suo articolo, avvalendosi di una delle principali tutele, quella appunto sulla segretezza delle fonti, riconosciuta ad un giornalista.
Si tratta in particolare di un pezzo, pubblicato da Bova su ilfattoquotidiano.it in cui si raccontavano alcuni particolari emersi nell’indagine a carico di Nino Papania, l’ex senatore del Pd estromesso dalle liste alle politiche del 2013 perché considerato “impresentabile” dal comitato dei garanti del suo stesso partito. Bova racconta di quando la polizia Tributaria e guardia di Finanza hanno ritrovato alcuni documenti riservati negli uffici del politico.
Dopo la pubblicazione dell’articolo, il pm di Trapani Marco Verzera ha contattato Bova per interrogarlo come persona informata sui fatti. Al momento di rivelare la fonte delle sue informazioni, Bova si è però rifiutato appellandosi al segreto professionale. Per questo motivo è stato iscritto nel registro degli indagati per false informazioni: Bova infatti è giornalista pubblicista e secondo il pubblico ministero non può trincerarsi dietro il segreto professionale proteggendo la fonte, prerogativa che sarebbe riservata solo ai professionisti. In realtà, già in passato sono state emesse sentenze di senso opposto, volte cioè a estendere la possibilità di appellarsi al segreto professionale anche per i giornalisti pubblicisti.
Sempre Bova, intanto, oggi racconta, in un altro pezzo, che la Procura di Trapani sta indagando sulla gestione dei centri di accoglienza di extracomunitari in provincia. Si tratta di uno dei filoni di indagine conseguenti all’inchiesta che di recente ha portato alla condanna a nove anni per concussione e violenza sessuale a carico dell’ex direttore della Caritas, don Sergio Librizzi.
A Salemi è stato chiuso un centro gestito dalla cooperativa Corf guidata da Leonarda Ardagna, moglie di Fabrizio Gucciardi, nel frattempo raggiunta da una interdittiva antimafia. L’indagine tocca anche il Comune di Castellammare del Golfo, nel caso specifico l’uso a centro di accoglienza di un centro Ipab. Il centro di recente è stato ispezionato dai parlamentari del Movimento 5 Stelle e in quella occasione il commissario dell’Ipab, Lofrenzo La Rocca avrebbe sostenuto che, di fatto, ad occuparsi del centro sarebbe stato l’ex deputato regionale Norino Fratello, che anni addietro ha patteggiato una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa.
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