Il Tribunale di Ragusa ha emesso una sentenza, la n 815 del 2015, che per certi versi può definirsi storica, che permette il cambio di sesso sui documenti di riconoscimento. Il Tribunale ha così accolto la richiesta di un uomo sciclitano, divenuto ormai da tantissimi anni una lei, disponendo la rettifica degli atti dello stato civile del Comune.
La donna, assistita dagli avvocati Benedetta Riccotti e Simone Venuti del foro di Ragusa, in precedenza, si era vista negare la richiesta del nuovo status per preclusioni di natura tecnico-processuali, nonostante l’intervenuta modifica dei tratti identificativi sessuali, primari e secondari.
«Causa ostativa al riconoscimento del nuovo status giuridico della nostra assistita- hanno affermato i legali Venuti e Riccotti- era una precedente statuizione di inammissibilità del Tribunale di Ragusa avente ad oggetto la sola rettifica degli atti dello Stato civile. Nonostante il palese cambiamento del sesso biologico della nostra cliente, la precedente richiesta, avanzata da altri legali, era stata rigettata per questioni squisitamente tecniche di natura processuali-civilistiche, che inevitabilmente è passata in giudicato».
«L’azione da noi avviata – continuano i legali (nella foto)- è stata una sfida contro la rigidità del nostro sistema giuridico, in quanto la situazione giuridica venutasi a creare si traduceva in una reiterata ed evidente violazione dei fondamentali diritti costituzionali ai danni della nostra assistita. La non corrispondenza dei tratti estetici ai dati anagrafici comportava, infatti, un mancato riconoscimento della sua persona intesa nella sua nuova identità. Emergeva, in maniera granitica la necessità di operare un corretto bilanciamento tra il cristallizzarsi del giudicato di una precedente pronuncia di rigetto e i numerosi diritti costituzionali di cui ogni soggetto è titolare, quali il diritto al nome, all’integrità morale, alla riservatezza e all’identità sessuale».
Necessari a detto riconoscimento la comparizione della parte davanti al Giudice Istruttore oltre ad una copiosa documentazione medica attestante l’avvenuta modifica dei tratti sessuali della richiedente.
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