Sale la tensione fra i 139 dipendenti dei magazzini di Carini che facevano da fornitori dei supermercati Sisa.
“Accordo assolutamente legittimo al Cedi Sisa”. Lo scrivono i sindacati autonomi rispondendo alla presa di posizione dei confederali che ieri hanno tacciato di nullità l’accordo raggiunto fra Asia e Cildi e azienda per il pagamento dei Tfr ai dipendenti e la cassa integrazione per sei mesi in attesa di una ipotetica vendita dell’azienda.
Sale la tensione fra i 139 dipendenti deimagazzini di Carini che facevano da fornitori dei supermercati Sisa e che adesso sono, di fatto, tutti licenziati. Da due settimane occupano i magazzini ma il fronte adesso si è spaccato fra chi aderisce a un sindacato autonomo e chi aderisce ai confederali.
Ieri proprio i confederali avevano tacciato l’accordo raggiunto dagli autonomi di nullità perché i firmatari non sono anche firmatari del contratto nazionale e dunque non possono attivare procedure di cassa integrazione e, secondo i confederali, ci sarebbero molti lati oscuri in un accordo che garantisce ciò che la legge non permette ovvero usare la liquidità di una azienda che va verso il commissariamento per pagare i Tfr quando la liquidità per legge va suddivisa fra tutti i crediti privilegiati.
“Adesso si avvii l’iter per la richiesta di cassa integrazione straordinaria telematico al ministero – insistono gli autonomi sottolineando che – la organizzazione sindacale Asia, come da statuto fin dalla sua costituzione, ha un patto federativo con la Confederazione Cisal di Palermo e che il sindacato Cildi gode di un riconoscimento nazionale proprio come organizzazione sindacale con apposito decreto ministeriale”.
Questo garantirebbe loro la facoltà di avviare le procedure per la cassa integrazione “Attacchi strumentali privi di ogni fondamento appartenenti ad una vecchia linea di pensiero monopolista e soprattutto destabilizzanti per i lavoratori – definiscono quelli dei confederali – . Ci preme sottolineare che durante l’apertura della prima procedura di mobilità avviata dall’azienda, proprio Filcams Fisascat Uiltucs hanno chiesto che la vertenza si svolgesse in tavoli separati, ovvero loro una convocazione e noi un’altra. Procedura che coinvolgeva parte del personale poi annullata dall’azienda per riproporre quella attuale che invece coinvolge tutta la forza lavoro”.
“Inoltre – sostengono – la validità degli accordi sindacali e anche stabilita dal numero degli iscritti che si rappresentano e, probabilmente non gradito alle tre confederali. Noi rappresentiamo quasi il 70% dei sindacalizzati. Resta il fatto che seppur totalmente valido, l’accordo sottoscritto tra l’azienda e le organizzazioni sindacali autonome, necessita una conseguenziale autorizzazione ministeriale ed il verbale da sottoporre al ministero non dovrà avere alcune lacune che, non si riferiscono ai soggetti firmatari dell’accordo, ma ai contenuti certi relativamente alla ripresa e al rilancio dell’azienda determinati da una palese crisi aziendale e dallo stato di messa in liquidazione dell’azienda che stava per determinare il licenziamento di tutti i dipendenti”.
“Filcams Fisascat e Uiltucs hanno voluto il tavolo separato, anche in queste situazioni drammatiche per i lavoratori, non sono riusciti a trovare un accordo con l’azienda… e adesso “rimproverano” noi autonomi di esserci riusciti. Ribadiamo che le organizzazioni sindacali autonome in questa azienda non solo sono legittime e quindi rappresentative, ma anche maggiormente rappresentative. Infine, proprio per il riferimento al quale fa la triplice per rispetto al coinvolgimento dei propri scritti in un possibile transito i nuovi soggetti imprenditoriali, sarebbe opportuno a tutela proprio dei loro iscritti che anche loro firmassero l’accordo di cassa integrazione straordinaria”.
“Il sindacato tutela diritti complessivi e non certo soggettivi e non firmare significherebbe autoescludersi e non tutelare i lavoratori, scaricando ad altri le proprie incapacità. Ci appare del tutto evidente che l’ennesimo attacco della Triplice nei confronti delle organizzazioni sindacali autonome, non guarda in faccia neanche la perdita di centinaia di posti di lavoro e continua ad essere sterile e strumentale
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