Palermo. Il giudice del lavoro Paola Marino, accogliendo il ricorso dell’avvocato Tullio Fortuna, ha dichiarato illegittimo il licenziamento di Giovanni Gucciardo, ingegnere e responsabile del Servizio di raccolta indifferenziata della Rap, l’azienda di raccolta dei rifiuti di Palermo, (difesa dall’avvocato Massimiliano Marinelli), condannandola a reintegrarlo nel posto di lavoro ed a risarcirgli un danno quantificabile in oltre 60.000 euro.
Nella speranza di calmierare l’opinione pubblica, inferocita per i cumuli di immondizia che nell’anno 2015 avevano invaso la città Gucciardo era stato additato dall’azienda (Presidenza Marino) e dal sindaco come il responsabile della disastrosa gestione del servizio di raccolta rifiuti, illudendo la cittadinanza che il suo allontamento avrebbe risolto il problema.
Il licenziamento, scrive il giudice del tribunale di Palermo, era stato stabilito prima “a tavolino”, per poi trovare dei motivi che potessero farlo apparire sotto il profilo formale come motivato dal “giusta causa”.
Motivi risultati inesistenti che hanno finito con il premiare la condotta del dirigente tesa a contestare le scelte del Cda inidonee, come poi i fatti hanno dimostrato, a risolvere il problema dell’indifferenziata.
«I lettori ricorderanno come la RAP ed il nostro primo cittadino, ancora prima del licenziamento, disposto nel settembre 2015, avevano già dato alla stampa sin dai primi di agosto, per scontata la sua responsabilità nella gestione del servizio da lui diretto ed il di lui licenziamento» dice l’avvocato Fortuna che ha espresso la sua soddisfazione per la decisione la quale restituisce ad un professionista, dimostratosi sempre al di sopra delle parti, l’integrità della sua immagine e premia la sua condotta, come si legge in sentenza, tesa a “difendere le prerogative dirigenziali contro inutili formalismi ed a denunziare situazioni non regolari derivanti dalle disposizioni dei vertici aziendali”.
Gucciardo, da parte sua, ha dichiarato di riservarsi di agire per il risarcimento dei danni arrecati alla propria immagine.
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