Ventiquattro ore dopo la sentenza della sezione penale del tribunale di Ragusa che ha assolto l’ex sindaco di Scicli, Franco Susino dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, a Scicli non si fa altro che parlare della vicenda con commenti che arrivano da più fronti. Il primo dato che emerge dalla sentenza (di primo grado) è che a Scicli non esiste e non è mai esistita una associazione mafiosa. Se l’ex sindaco è stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste, gli altri 10 imputati sono stati condannati per il reato di associazione a delinquere semplice oltre ai reati di truffa, estorsione e furto. La pena maggiore è stata inflitta a Franco Mormina, ritenuto capo-clan, condannato a undici anni e 6 mesi di reclusione oltre al risarcimento di 50 mila euro al Comune di Scicli costituitosi Parte Civile, così come Giuseppe Busso, titolare della Ecoseib, l’azienda che ha gestito la raccolta rifiuti in città all’interno della quale, stando a quanto dichiarato dallo stesso Busso, Mormina si era auto proclamato capocantiere rendendosi protagonista di furti, alla Ecoseib spetterà un risarcimento di 100 mila euro.
Nei giorni scorsi il Pubblico Ministero Distrettuale V. Sincero, aveva lungamente articolato circa la sussistenza del reato mafioso, chiedendo condanne ad oltre 130 anni di carcere. Aveva chiesto la condanna dell’ex Sindaco Susino ad anni 7 di reclusione.
Tra il 6 e l’8 luglio 2016 le arringhe dei difensori, molte delle quali lunghe ed articolate, hanno ricevuto il plauso del Pubblico Ministero che, in sede di repliche, ha espressamente riconosciuto agli avvocati un lavoro ben fatto, anche se ha insistito per la sussistenza del reato mafioso.
Il Tribunale, escludendo ogni requisito e presupposto in riferimento all’ipotesi di cui all’art. 416 bis ha condannato per l’associazione a delinquere semplice alle pene di:
-anni 11 e mesi 6 per Mormina Franco,
-anni 5 per Mormina Giovanni,
-anni 9 e mesi 6 per Fidone Giacomo,
-anni 4 e mesi 6 per Mormina Ignazio
-anni 2 per Lutri Ugo,
– anni 1 e mesi 8 per Gazzè Renzo
-anni 1 e mesi 4 Tumino Vincenzo.
Il tribunale si è pronunciato sulle costituzioni di parti civili, anche delle associazioni, con riserva di giorni 90 per il deposito della motivazione. Unico a guadagnare la libertà è stato Ugo Lutri, rappresentato e difeso dall’Avv. Francesco Riccotti del Foro di Ragusa e dall’Avv. Carmelo Scarso.
Di seguito la dichiarazione dell’Avvocato Riccotti:
«Confidavamo sull’esito raggiunto, sull’insussistenza di ogni ipotesi riconducibile al 416bis, 25 mesi di custodia cautelare non sono, però, pochi”.
La sentenza resa dal Tribunale di Ragusa è una decisione che dimostra che la lotta alla mafia si fa con il diritto e non con i cortei, con i proclami, con le manette o con facili articoli giornalistici.
Sono stati allontanati i rischi di una “facile” antimafia. Desidero ricordare che solo alcuni giorni fa alcune testate online rivendicavano un diritto di primogenitura circa l’individuazione di fenomeni e infiltrazioni mafiosi a Scicli giustificati dalle richieste “eccezionali” del Pubblico Ministero. A questa testata, ancora una volta, consigliamo una maggiore prudenza e un maggior rispetto della dignità delle persone, specie se sub iudice. La mia più viva soddisfazione ad aver contribuito a dimostrare in una qualificata sede che, a tutt’oggi, a Scicli non sussistono fenomeni riconducibili ad infiltrazioni mafiose. Auspico che presto si apra un dibattito per rivedere, alla luce della già nota sentenza, posizioni e conseguenze a situazioni rilevatesi infondate, dato che analogo processo, con analogo risultato, si è tenuto nel 1984. Nel Novembre del 1991 i fatti che portano allo scioglimento per mafia, ed oggi altro processo per mafia con annessi e conseguenziale scioglimento del consiglio comunale.
Nel sistema c’è qualcosa che non ha funzionato e non funziona. Dobbiamo evitare, tutti insieme, che la storia si ripeta. Auspico una svolta nel rapporto socio politico di questa città che è e rimane tra le città più belle del mondo».
Ma l’attesa era tutta per il responso sull’ex sindaco Franco Susino che ieri sera intorno alle 21:30 ha raggiunto via Francesco Mormino Penna dove ad attenderlo c’erano amici e politici locali che hanno accolto con un applauso l’ex primo cittadino di Scicli dimessosi 5 mesi prima del decreto di scioglimento decretato dal Consiglio dei Ministri nell’aprile del 2015.
«La prima reazione che ho avuto – ci ha detto Susino- è stata quella di un pianto liberatorio, mi sono passate davanti tante immagini di momenti in cui ho sofferto. Ho visto su di me come un accanimento, soprattutto per come venivano date le notizie, questo mi ha fatto stare davvero male. Personalmente – ha continuato Susino- mi sono sempre ritenuto una persona con tanti pregi e difetti, ma ho cercato sempre di rispettare la legalità, sono cresciuto in una famiglia con sani principi, mio padre era un ex appuntato dei carabinieri. Il sentimento più forte che ho provato è stato quello della vergogna. All’inizio specialmente è stata molto dura perché pensavo che tutti mi additassero, ma invece vedevo la gente molto vicina, mia moglie me lo diceva spesso: gli sciclitani non pensano male di te, questo mi dava la forza. Il mio pensiero adesso va alla mia famiglia, ai miei figli che hanno vissuto questa situazione da fuori e hanno sofferto molto e questa è la cosa che mi ha fatto più male, non vedo l’ora di abbracciarli».
Adesso tutte le forze sono concentrate sul ricorso presentato al Consiglio di Stato da ex amministratori e consiglieri contro lo scioglimento. Il Tar ha rigettato il ricorso facendo leva sulla presunta commistione politica mafia in città, adesso una sentenza penale sostiene l’assenza della mafia, una decisione che alimenta le speranze di chi vuole che a Scicli venga tolta l’etichetta di città mafiosa e venga ripristinata la legalità.
Le dichiarazioni dell’ex amministratore Giampaolo Schillaci:
Per noi non è stata una sorpresa anche se a dire il vero eravamo molto preoccupati. Senso di gioia per l’uomo Franco Susino e grande soddisfazione per la città perché la sentenza ha eliminato l’ipotesi di mafiosità. Una volta che il tribunale penale statuisce che non vi è presenza di associazione mafiosa in città, mi sembrerebbe difficile che il Consiglio di Stato potesse andare in direzione opposta. Quello che è accaduto ci rende molto più ottimisti. Adesso ci sono altri passi da fare perché se la città non è mafiosa non può essere tratta come tale, quindi chiediamo che lo Stato ci aiuti per tornare in una situazione di normalità per quanto riguarda gli organi di governo.
Insomma adesso tutti puntano il dito contro chi inveito contro Scicli, ma la partita è solo al primo tempo perché molto probabilmente sarà presentato ricorso in appello.
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