Last updated on 11 settembre 2021
A tre giorni dal disastro ferroviario in Puglia che ha causato la morte di 23 persone, si cerca di capire quali siano le responsabilità che hanno causato uno dei peggiori incidenti ferroviari della storia italiana. Il procuratore di Trani, Francesco Giannella, titolare dell’inchiesta, dopo l’iscrizione nel registro degli indagati per disastro ferroviario colposo, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose dei due capistazione di Andria e Corato, dichiara che parlare di errore umano è corretto, ma è assolutamente riduttivo, e infatti, gli inquirenti ha iniziato una serie di acquisizione nei vari uffici della zona coinvolta nell’incidente. Giannella dice che gli inquirenti faranno in modo che tutti coloro che hanno avuto un ruolo in questa vicenda, se lo hanno avuto, saranno perseguiti dalla giustizia.
La tragedia in Puglia apre uno squarcio su quella che è la triste realtà delle infrastrutture ferroviarie italiane, che, specie al sud sono le stesse da 60 anni, senza nessuna innovazione e senza investimenti per l’ammodernamento e la sicurezza. E la cosa ancora più grave è che, spesso, come già accaduto proprio su quella linea ferroviaria dove è avvenuto lo scontro tra i due treni e come sta accadendo in Sicilia da anni, i fondi dell’UE stanziati non vengono spesi o dirottati su altro.
Sono tanti i problemi e i disagi che vivono i pendolari della provincia di Trapani e in genere tutti i siciliani, visto che tutta la rete ferroviaria dell’isola è obsoleta.
Appunto, non è solo la Puglia, ma è tutto il Sud Italia a viaggiare ad un binario. E in Sicilia le cose di certo non vanno meglio. Le 4 ore e mezzo per raggiungere Palermo da Marsala possono essere un esempio dello stato delle cose sulle linee ferrate siciliane. Abbiamo sentito il coordinatore regionale del Comitato Pendolari Siciliani, Giosuè Malaponti che ha voluto dire la sua sull’incidente pugliese: “E un fatto di una gravità inaudita quello che è accaduto in Puglia, ed è chiaro che c’è una responsabilità enorme da parte di chi gestiva il servizio. Trovo assurdo poi che si utilizzasse un sistema d’informazione telefonica.
Malaponti, da due giorni sentiamo dire che il problema è legato alla presenza di un solo binario, è solo questo il motivo dell’incidente?
No, non c’entra nulla il fatto di un solo binario. In Sicilia su 1380 km di linea ferrata solo 180 km sono a doppio binario, nonostante la nostra rete sia vecchia, appare impossibile che possa accadere un fatto così grave come quello avvenuto in Puglia. Se ci fosse stato un sistema SCC, (Sistema di Comando e Controllo), che regola la circolazione ferroviaria sia nelle linee più importanti di una rete che nei nodi, o il più evoluto SCMT, Sistema Controllo Marcia Treno, non sarebbe accaduto nessun disastro.
Qual è lo stato di salute delle Ferrovie in Sicilia?
La situazione delle Ferrovie in Sicilia è critica. La Regione siciliana in questi anni non ha mai portato avanti un politica d’investimenti per modernizzarla e renderla più efficiente.
Quali sono i nodi principali dell’isola che soffrono maggiormente?
Quasi tutti. Bisognerebbe intervenire sulla litorale Tirrenica e su quella Ionica. La Alcamo-Trapani è chiusa dal 2013, la Caltagirone-Gela dal 2011, da quando ha ceduto il viadotto. Purtroppo dobbiamo prendere atto che i nostri politici regionali hanno soltanto snocciolato cifre, milioni e milioni, parole e tanto inchiostro, ma solo sulla carta, di concreto non hanno fatto nulla.
Che ci dice della linea Trapani-Palermo. Da anni aspetta degli interventi.
Si parla di lavori di modernizzazione della Trapani-Palermo dal lontano 2003. Allora erano preventivati 300 milioni di euro, ora siamo arrivati a 500 milioni ma ancora non si intravede nulla. Su questa linea i lavori prevedono l’eliminazione di quanti più passaggi a livello possibile. Oggi il treno è costretto a rallentare la sua velocità di marcia 500 metri prima e 500 metri dopo il passaggio a livello e questo fa aumentare il tempo di percorrenza, penalizzando una linea ferroviaria già lenta di suo.
Malaponti, nel giro di pochi giorni a Marsala, in due diversi passaggi a livello, il treno è transitato e le barre sono rimaste alzate, come è possibile tutto ciò?
E’ gravissimo quello che sto apprendendo. Bisogna comunicarlo al Dipartimento Trasporti della Regione Sicilia e se ciò continua a ripetersi con frequenza, come mi sta dicendo, bisogna scrivere all’ANSF, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie, avendo accortezza di indicare, giorno, orario e possibilmente numero di treno. Queste sono situazioni di una chiara mancanza di sicurezza che devono allarmare Trenitalia che sicuramente viene penalizzata da questi fatti.
Malaponti, riusciremo a migliorare le Ferrovie in Sicilia?
Non lo so. La politica regionale ha deciso di investire tutto sulla tratta Palermo-Catania, stanno lavorando su un progetto faraonico di 6 miliardi di euro, ma hanno a disposizione solo 800 milioni, e il fatto è che se non si completano e si ammodernano le altre tratte, la Palermo-Catania non servirà a nulla da sola e si saranno spesi soldi inutilmente. Altra cosa che mi fa dubitare molto è l’incapacità della politica di portare avanti i progetti e realizzare investimenti. Nel 2005 il CIPE aveva dato circa 2 miliardi di euro per ammodernare e raddoppiare il binario tra Giampilieri (Messina) e la provincia di Catania, c’era lo studio di fattibilità, il progetto pronto, ma i lavori non sono mai iniziati. Abbiamo i progetti ma non si capisce perchè poi non si concretizzino. Io dico che, anche alla luce dei fatti pugliesi, la Regione Sicilia deve finalmente realizzare quello che da vent’anni dice di voler fare, ammodernare le nostre linee ferroviarie.
Sul disastro ferroviario in Puglia è intervenuto anche Raffaele Cantone presentando al senato la relazione 2015 dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. “Lo scontro fra due convogli, costato al vita a 23 persone è frutto probabilmente di un errore umano, ma anche conseguenza di un problema atavico del nostro Paese di mettere in campo infrastrutture inadeguate ed una delle ragioni di ciò è da individuarsi nella corruzione”. Molte opere pubbliche, soprattutto al Sud, si sono “arenate”, come “l’anello ferroviario di Palermo che, messo a bando nel giugno 2006, nell’ottobre 2015 registrava un avanzamento fisico pari al 3%”.
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