La criminalità organizzata controlla il mercato alimentare delle carni e gestisce la macellazione clandestina. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, durante una conferenza stampa, a Palazzo d’Orleans, a Palermo, in merito all’ultima inchiesta sulle macellazioni abusive e su un traffico illegale di carne adulterata destinata al consumo nel messinese e in particolare sui Nebrodi.
“In un solo anno – ha sottolineato il Governatore – sono stati rubati 30 mila ovini e 6 mila bovini nella provincia di Messina. Nell’ennese, poi, la fanno da padrone i clan tortoriciani e il clan catanese Santapaola mentre nei Nebrodi abbiamo registrato la presenza collaterale della ‘Ndrangheta. Tutti insieme gestiscono l’intero sistema”. “Chi subiva furti di animali malati non li denunciava per incassare i premi dell’Unione Europea per gli allevamenti sani – ha continuato -. Un sistema di questo tipo ha bisogno di complicità diffuse, di un quadro di responsabilità molto difficile da accertare. Accanto a questi fatti c’è stato un fenomeno estremamente inquietante che riguarda l’attività dei veterinari. Spesso ci siamo ritrovati con imprese non in regola con le informative antimafia: è la mafia che esercita legalmente per omessi controlli e omesse attività amministrative. Veterinari che invece di fare due controlli l’anno ne facevano uno solo o non ne facevano affatto dichiarando di averli fatti. Un mondo inquietante – ha aggiunto – in cui ci sono profili di complicità consapevole e interessata e profili legati ad una certa logica ‘alla Don Abbondio’, di lavarsene le mani e voltarsi dall’altra parte violando le norme e mettendo in pericolo la salute dei cittadini. Fatti ignobili – ha sottolineato Crocetta – che meritano la condanna di tutto il popolo siciliano che si trova inconsapevolmente vittima di comportamenti inaccettabili che abbiamo tutti il dovere di combattere. In questa inchiesta la Regione non è stata passiva, è stata fortemente collaborativa con gli inquirenti ritenendo questa collaborazione non solo un dovere civico ma una scelta consapevole per tutelare la vita dei cittadini. La commissione speciale istituita dalla Regione proseguirà nella propria azione ispettiva. Non ci saranno sconti per nessuno – ha concluso -. L’assessore (Gucciardi, ndr) ed io abbiamo già incontrato il ministro Lorenzin e concordato le misure da prendere, che non potranno essere prese solo dalla Regione”.
“Abbiamo avviato la rotazione del personale veterinario dell’Asp di Messina e intendiamo indire nuovi concorsi per potenziare i servizi ispettivi dell’Assessorato, settore Osservatorio epidemilogico. Abbiamo già’ deciso la sospensione dei veterinari colpiti da provvedimenti dell’autorita’ giudiziaria”. Lo ha detto l’assessore alla Salute della regione siciliana, Baldo Gucciardi, durante una conferenza stampa, a Palazzo d’Orleans, sull’ultima inchiesta che ha riguardato le macellazioni abusive nel messinese, sui Nebrodi. Presente, tra gli altri, il governatore Rosario Crocetta. “Il danno di immagine che rischiano di produrre questi atti criminali – ha aggiunto – e’ davvero grave perche’ rischia di causare un arretramento della Sicilia nella graduatoria nazionale rispetto agli obiettivi dell’assistenza ospedaliera nonostante gli sforzi compiuti per avanzare nei Lea. E’ qualcosa di insopportabile e intollerabile”.
IL MONDO SOMMERSO DELLA MACELLAZIONE CLANDESTINA. E’ un mondo sommerso quello della macellazione clandestina nella zona del Parco dei Nebrodi con l’ombra della mafia dei due gruppi avversari quello di Tortorici e quello di Cesarò.
Con l’operazione denominata ‘Gamma Interferon’, la polizia ha indagato 50 persone, 33 sono quelle arrestate e ha portato a termine decine di perquisizioni nella zona del Parco dei Nebrodi, nel Messinese.
Le indagini della Polizia evidenziano che i due gruppi convivono sul territorio senza scontrarsi, muovendosi in maniera autonoma e facendo riferimento a criminalità operante il primo su Tortorici, il secondo su Cesarò.
Ciò che differenzia il primo gruppo dal secondo è il palese “salto di qualità” che quest’ultimo opera rispetto al primo. In tal caso infatti la filiera clandestina della carne è ulteriormente garantita dalla presenza di medici veterinari dell’asp di Sant’Agata Militello.
Secondo gli investigatori, l’inchiesta è coordinata dalla Procura di Messina, sono i due gruppi di Tortorici e di Cesarò a garantire la “legalizzazione” sulla carta con falsa documentazione e apposizione di marchi identificativi sugli animali provento di furto e a permetterne quindi il transito attraverso le aziende del gruppo.
I reati contestati sono abuso d’ufficio, falso, omissione in atti d’ufficio, diffusione di malattie degli animali e favoreggiamento.
Emersi episodi in cui la presenza di capi non identificati o peggio infetti non è stata registrata. Così come non è stata registrata la presenza di importanti quantitativi di farmaci irregolari e illegali da somministrare agli animali, il reperimento e l’utilizzo dei quali costituiscono un altro tassello nella filiera clandestina della carne destinati al consumo umano.
Tra le persone raggiunte da misura cautelare oggi ci sono allevatori e macellai, affiancati da medici veterinari in servizio all’Asp di Sant’Agata Militello, ciascuno con un preciso ruolo nell’organizzazione di una filiera illegale e clandestina delle carni parallela a quella certificata.
Un mondo sommerso su cui i poliziotti del Commissariato di Sant’Agata Militello avviate nel novembre del 2014 e che si sono concluse nel settembre 2015, hanno fatto luce, appurando responsabilità e modus operandi di ciascun indagato.
Tutti, infatti, con compiti e modalità differenti, concorrevano ai differenti passaggi della filiera. Chi con il reperimento della materia prima, che prevedeva in primo luogo furti seguiti da caccia di frodo e sistemazione di gabbie disseminate all’interno del Parco.
Si passava poi al trattamento della materia prima reperita, macellata clandestinamente senza alcun controllo e rispetto di norme igienico sanitarie, o dell’animale, sino alla messa in commercio nei punti vendita al consumatore inconsapevole. La conoscenza del vasto territorio e il controllo dello stesso, con auto apripista durante il trasferimento degli animali che segnalavano la presenza di forze dell’ordine ed eventuali posti di blocco, rendevano l’attività criminale ben oliata ed efficiente.
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