Avanza tra litigi e caos la riforma delle Camere di Commercio in Sicilia. Due anni fa, nell’Aprile del 2015, è partita la riforma per l’accorpamento, ma quella che ne è seguita è stata essenzialmente una guerra di potere. Per effetto della riforma degli enti camerali, che ha deciso la riduzione degli enti, prevedendone l’accorpamento, in Sicilia le camere di commercio sono passate da nove a quattro; la riorganizzazione ha determinato la fusione degli enti di Palermo e Enna; Agrigento Caltanissetta e Trapani; Catania, Ragusa e Siracusa, ad eccezione della camera di commercio di Messina, rimasto ente a se stante.
Il nodo più complesso, al momento, riguarda la “super” Camera di Commercio del Sud – Est, quella che accorpa Catania, Siracusa e Ragusa. E’ un gioco milionario. Basti solo pensare che si tratta della Camera di Commercio che controlla il più grande aeroporto del Sud Italia, quello di Catania Fontanarossa. Le tre Camere controllavano ciascuna una quota di minoranza, ma il soggetto nato dalla loro fusione diventa invece l’azionista di maggioranza con il 52,5 per cento. Stiamo parlando di una società di 65 milioni di fatturato e 160 di patrimonio.
Proprio su quest’ultima Camera c’è una battaglia giudiziaria, che rischia di bloccare l’insediamento del consiglio della Camera di commercio del Sud Est, formato da 32 componenti e nominato lo scorso 30 dicembre con decreto dal presidente della Regione, Rosario Crocetta.
Crocetta, nel medesimo atto, ha nominato i 33 componenti del consiglio camerale. Ne fanno parte: Giosuè Catania, Sandro Gambuzza, Pietro Greco, Giovanni Pappalardo, Andrea Biagio Milazzo, Giovanni Brancati, Michele Marchese, Ivan Lo Bello, Fabio Massimiliano Scaccia, Filippo Guzzardi, Riccardo Galimberti, Salvatore Antonio Christian Politino, Vincenza Agata Privitera, Maria Fiore, Salvatore Guastella, Antonino Giampiccolo, Arturo Linguanti, Luciano Francesco Ventura, Rosario Dibennardo, Domenico Torrisi, Giuseppe Bulla, Patrizia Gulisano, Paolo Lentini, Pietro Agen, Giuseppe Giannone, Virginia Zaccaria, Arturo Schininà, Domenico Blatti, Fortunato Parisi, Francesco Tanasi, Sebastiano Truglio.
Un atto che ha sancito la vittoria della coalizione riunita attorno alla Confcommercio e che vede Pietro Agen, leader regionale della Confcommercio, come suo candidato alla presidenza della nuova Camera di commercio che avrà sede a Catania e rappresenterà 180 mila imprese operanti anche nelle province di Siracusa e Ragusa.
Battuta invece la coalizione guidata da Confindustria, con Sicilia Impresa, Confimprese, Cna, la Confederazione delle libere associazioni artigiane, insieme a Confartigianato, Confesercenti, Lega Coop, Confcooperative, Assoimprese, Associazione generale delle cooperative e Unicoop e che sosteneva alla presidenza della nuova Camera di commercio Ivan Lo Bello, attuale presidente nazionale di Unioncamere.
Ma il fatto è che c’è il sospetto che i dati sui quali è stata fatta la composizione della Camera siano falsi, come denuncia una lettera inviata da Confindustria il 27 Dicembre al Ministero dello Sviluppo Economico, con 17.030 imprese si sono ritrovate a loro insaputa iscritte in Sicilia a qualche associazione imprenditoriale. Ad esempio ci sono aziende pubbliche come Multiservizi del Comune di Catania e la Pubbliservizi della Provincia etnea che risultano aderenti a Confcommercio e Confesercenti, senza averlo mai chiesto. Fra le oltre 17 mila aziende associate a loro insaputa ci sono grandi società come il gruppo Abate (879 dipendenti), e marchi come Decathlon, Auchan, Manpower, Sma e Coin.
Siccome le cariche al vertice vengono ripartite sulla base dei pesi delle singole categorie economiche, le associazioni che vantano più iscritti portano a casa più seggi. E le falsificazioni denunciate nella lettera di Confindustria, Confartigianato e loro alleati avrebbero potuto far pendere il piatto della bilancia dalla parte delle associazioni legate al commercio nelle nomine, che sono tutte di competenza della Regione siciliana.
Nonostante ciò il 30 dicembre Crocetta ha approvato il decreto che, sulla base di pesi a dire dei denuncianti falsati, assegna ben 20 dei 33 seggi alle associazioni legate alla Confcommercio o sue alleate. Consegnando di fatto a queste il potere di gestione della futura Camera, mentre è in corso da mesi una indagine giudiziaria su quei presunti falsi alla Procura di Catania.
E Palermo? Palermo è senza guida da un anno e mezzo. «Dopo una vacatio lunga un anno e mezzo, la camera di commercio di Palermo a fine mese avrà una guida, che sia espressione delle associazioni di categoria: ho convocato per il 31 gennaio la riunione dell’assemblea dell’ente camerale per eleggerne il presidente. Nella prima metà di febbraio invece è prevista la riunione dell’assemblea della Camera di commercio di Catania per l’elezione del presidente». Lo rende noto l’assessore alle Attività produttive e vicepresidente della Regione siciliana Mariella Lo Bello.
A Palermo, l’ente camerale finora è stato retto da un commissario nominato dalla Ragione, dopo lo scandalo che ha travolto l’ex numero due della Gesap, la società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino e presidente della Camera di Commercio di Palermo, Roberto Helg arrestato nel marzo del 2015 mentre stava intascando una mazzetta da un imprenditore che lo ha denunciato. Il prossimo 31 gennaio, i 33 componenti dell’organo assembleare della neonata Camera di commercio di Palermo e Enna, dunque, eleggeranno il presidente e la giunta, formata dal presidente e da quattro rappresentanti delle associazioni di categoria (industria, artigianato, agricoltura e commercio) che a loro volta eleggeranno il vicepresidente.
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