Dopo la marcia indietro dell’ultima volta, Baldo Gucciardi ci riprova e tenta di portare a casa il nuovo piano di riordino della rete ospedaliera. Le condizioni politiche sono migliorare, perché Gucciardi ha ora dalla sua anche Davide Faraone, che nel frattempo è diventato sottosegretario alla sanità. Oggi ci sarà la prima presentazione della bozza di piano ai sindacati. «Non chiuderà nessun ospedale, questo è certo», dice Gucciardi, a proposito del «documento metodologico» che stabilisce i criteri sulla base dei quali, gli ospedali manterranno o meno dei reparti. L’ultima volta le proteste erano state tantissime.
La Regione dovrà rivedere il sistema dell’assistenza sanitaria ospedale per ospedale. Il piano prevede il riconoscimento di ospedali di secondo livello, dunque più completi, che dovrebbero essere almeno tre, uno per ciascuna delle tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. Un gradino sotto ci saranno gli ospedali di primo livello, quindi i nosocomi di base che rischiano di subire la riduzione di alcuni reparti e l’istituzione di altri.
L’ultima volta la bozza del governo regionale sembrava prevedeva il taglio di circa 150 reparti scatenando molte proteste.
«Ormai è questione di giorni – dice Pippo Digiacomo, presidente della commissione Sanità all’Ars – siamo pronti a esaminarlo, contiamo di farlo entro metà gennaio». Poi toccherà al ministero valutarlo e dare il via libera finale. Da quel momento le aziende sanitarie avranno la possibilità di avviare gli annunciati e mai realizzati oncorsi con 5 mila posti. Nel frattempo altri duemila posti potrebbero essere ricoperti da un momento all’altro. Sono figure che andranno a lavorare nella rete di strutture dedicate all’emergenza urgenza: un parere del ministero potrebbe consentire sin da subito le assunzioni ma l’assessorato nel frattempo è andato avanti e con l’approvazione della rete ospedaliera renderà possibile anche queste immissioni di personale.
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