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Autostrade e sprechi in Sicilia, ecco come funzionava la truffa dei furbetti del Cas

Last updated on 14 aprile 2017

C’erano i soldi per riparare le autostrade in Sicilia. Solo che finivano nella tasche di un gruppo di dirigenti del Cas, il Consorzio Autostrade Siciliane. Il sistema è stato portato alla luce dall’operazione “Tekno” della Dia di Messina, che ha portato alla sospensione delle funzione di sei dirigenti e dipendenti del Cas e al sequestro di beni per un milione di euro.

I PROVVEDIMENTI.  Disposta la sospensione dalle funzioni per la durata di sei mesi nei confronti di: Antonio Lanteri di Messina, Stefano Magnisi di Furnari, Angelo Puccia di Castelbuono, Gaspare Sceusa di Barcellona, Alfonso Schepisi di San Piero Patti e Anna Sidoti, che è anche è sindaco di Montagnareale. Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto il sequestro preventivo per equivalente di beni per una somma pari a un milione di euro del saldo dei rapporti bancari intestati o dei beni immobili e mobili anche nei confronti di altri sei: Carmelo Cigno di Palermo, Letterio Frisone di Messina, Antonino Francesco Spitaleri di Roccella Valdemone, Antonino Liddino di Messina e Corrado Magro di Avola. Complessivamente gli indagati sono 57, tutti dipendenti del Cas. A vario titolo sono accusati, in concorso tra loro, dei reati di peculato e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

IL SISTEMA.  Da intercettazioni e da indagini è emerso un sistema che in due anni, il 2012 e il 2013, complessivamente è  costato alle casse del consorzio circa 1,3 milioni di euro. Tutto verte intorno al  sistema degli incentivi. Il Gip parla di un

«sistema di illecita ripartizione delle somme destinate a incentivare la progettualità tra un ristretto numero di dirigenti e funzionari, mediante la predisposizione e sottoscrizione di decreti di liquidazione a fronte, in alcuni casi, di progetti inesistenti, e, in altri, della totale o parziale assenza della documentazione comprovante l’effettivo svolgimento ad opera dei beneficiari dell’attività “incentivata”».

Gli “incentivi” per la progettazione interna nascono da una legge che ha lo scopo, paradossalmente, di fare risparmiare l’ente pubblico, valorizzando le professionalità interne, e “girando” un 2% di valore dell’opera come premio ai dipendenti coinvolti.  E invece al Cas, scrive il Gip, c’era una «sistematica violazione da parte dei dirigenti del Consorzio autostrade siciliane dei presupposti e criteri fissati dalla normativa di settore per l’elargizione di incentivi progettuali relativi a lavori da realizzare».

I decreti di liquidazione erano priva di documentazione o elaborati tecnici a supporto, o sono stati dati per opere differenti. 

Il tutto mentre il Cas è sempre più in rosso.  Costituito nel 1997 per la costruzione e gestione delle autostrade Messina-Catania-Siracusa, Messina-Palermo e Siracusa-Gela, l’ente incassa al netto 63 milioni l’anno dai pedaggi ma ha costi vari per 44 milioni e un obbligo di effettuare manutenzioni ordinarie per 33 milioni circa. Per cui ogni anno cumula un debito di 14 milioni.  In tutto conta circa 345 dipendenti per 300 chilometri di strade gestite, per un costo di 20 milioni l’anno.

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