Last updated on 28 febbraio 2021
I sette sindaci decaduti (Casteldaccia, Calatafimi Segesta, S.Piero Patti, Castiglione di Sicilia, Valdina, Monforte S.Giorgio e Monterosso Almo), per effetto di un decreto del Presidente della Regione legato alla mancata approvazione dei bilanci di previsione nei termini di legge, presenteranno un ricorso al Tar per chiedere la sospensiva del provvedimento.
“Si tratta di una vicenda gravissima che rischia di coinvolgere la stragrande maggioranza dei comuni siciliani che ha approvato in ritardo i bilanci 2016 e non ha ancora potuto approvare il previsionale 2017 anche a causa della mancata approvazione del Bilancio regionale e dall’assenza di dati sui trasferimenti regionali” – hanno affermato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale di AnciSicilia, in occasione del Consiglio generale dell’associazione che si tiene a Villa Niscemi.
“Si tratta di un provvedimento – ha detto Orlando – che consegna di fatto i sindaci a una sparuta minoranza e rischia di causare il disastro finanziario dei Comuni”.
Il caso nasce in seguito alla pubblicazione in gazzetta ufficiale della legge regionale del 29 marzo 2016 numero sei sulla “interpretazione autentica in materia di cessazione delle cariche negli enti locali”.
Secondo l’associazione, infatti, dal combinato disposto della legge in questione e dall’articolo 11 della legge regionale 35 del 1997 ne deriva che “a prescindere dalle cause e dalle motivazioni, la mancata approvazione del bilancio di previsione determina anche la cessazione del sindaco e della Giunta”.
“La Regione siciliana con la stessa mano con cui impedisce di fare i bilanci ai Comuni punisce i Sindaci e ci fa tornare alla instabilità della situazione politica e amministrativa pre 1992 quando era il consiglio comunale e non i cittadini ad eleggere il sindaco”. Ha dichiarato Mario Emanuele Alvano, segretario generale di Anci Sicilia. L’Anci – conclude Alvano – assicurerà il proprio sostegno ai comuni che presenteranno ricorso coinvolgendo anche i comuni non direttamente interessati in una battaglia comune contro lo stravolgimento delle scelte democratiche dei cittadini”.
“Si tratta di una legge che porta allo scontro fra il consiglio e il sindaco con la sua giunta – dichiara Giulio Tantillo, vice presidente -. Bisogna trovare una strada che eviti la spaccatura fra consiglieri comunali e sindaci”.
“Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. dichiara Palo Amenta, vice presidente.- Non abbiamo il decreto di riparto dei trasferimenti regionali per gli enti locali. Non esiste nessun impegno di spesa per investimenti e a causa di una legge incomprensibilmente retroattiva veniamo dichiarati decaduti se non approviamo il bilancio entro i termini. Adesso è opportuno che si apra la stagione della verità in quanto l’intero sistema delle autonomie locali è fuori controllo. – conclude Amenta – Il sindaco eletto democraticamente dai cittadini non ha più il controllo dell’intero sistema degli enti locali perché non è, più in grado di amministrare e di produrre documenti contabili certificati e veritieri”.
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