Last updated on 31 maggio 2017
L’operazione “The band” della Guardia di finanza che coinvolge l’Istituto musicale Vincenzo Bellini di Catania, vede il coinvolgimento di 38 persone indagate, a vario titolo, per peculato, ricettazione, riciclaggio e associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio. Ventitre le persone arrestate, sei delle quali ai domiciliari, per essersi appropriate di 14 milioni di euro.
Le indagini sono scaturite da una denuncia presentata da alcuni componenti del Consiglio di amministrazione e dall’attuale direttore amministrativo del Bellini. Con il denaro, gli indagati acquistavano anche gioielli, vestiti d’alta moda e andavano in vacanza. Falsificate firme, mandati di pagamento compilati con causali differenti (a seconda che lo stesso documento fosse destinato alla banca o agli atti dell’ente).
In 9 anni questa attività (le banche chiamate a svolgere il mero servizio di “cassa”, hanno registrato importi o a favore dell’ex responsabile dell’ufficio ragioneria del Bellini e dei dipendenti suoi complici o a favore di imprese partecipi all’illecito) ha fruttato 10 milioni di euro; altri 4 milioni sono spariti grazie alla complicità di imprese commerciali compiacenti, circa 20, destinatarie di pagamenti a fronte di prestazioni mai effettuate a favore del Bellini. Il ruolo delle imprese è consistito nell’aprire conti correnti e carte prepagate nei quali far affluire il denaro sottratto e successivamente nel disporre, attraverso operazioni di home banking, assegni e prelevamenti in contanti, dei fondi illecitamente acquisiti per la restituzione e il reimpiego a favore degli indagati.
Le “continuate azioni di appropriazione di finanziamenti pubblici sono state realizzate dall’ottobre 2007 al febbraio 2016”, fa sapere la procura di Catania. Le indagini dirette dalla procura e condotte dai militari del Nucleo di polizia tributaria, scaturite da una denuncia presentata da alcuni componenti del consiglio di amministrazione e dall’attuale direttore amministrativo del Bellini, hanno puntato a ricostruire “ogni passaggio di denaro avvenuto tra gli indagati”. Gli investigatori sono riusciti a ricostruire “il duplice sistema – osserva la procura – utilizzato dai sodali per trasformare l’Ente pubblico in una sorta di bancomat senza limiti di prelievo per la soddisfazione anche delle più disparate esigenze personali, tra cui viaggi, gioielli e abbigliamento d’alta moda“.
“E’ stato estirpato un cancro che minacciava di uccidere un’istituzione molto importante per l’intera Sicilia – ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco commentando l’esito dell’operazione. Bianco si è complimentato con il procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro e con il comandante provinciale della Guardia di Finanza, il colonnello Roberto Manna.
“Dell’Istituto Bellini – ha ricordato Bianco – sono soci sia il Comune, sia la Città Metropolitana di Catania. E una dirigente del Comune, Clara Leonardi, nominata Direttore amministrativo dell’Istituto, ha scoperto e denunciato, con gli altri vertici dell’Ente, supportati dai Soci, le gravi irregolarità contabili che hanno aperto la strada all’indagine della Guardia di Finanza. Peraltro, sette dipendenti erano stati licenziati un anno fa proprio per alcune di queste vicende su input dell’Ufficio provvedimenti disciplinari, composto da un rappresentante dell’Istituto, uno del socio Comune di Catania e uno del socio Città Metropolitana”.
“In marzo – ha aggiunto – inaugurando l’anno accademico dell’Istituto musicale Bellini davanti alla presidente Graziella Seminara, avevo ricordato l’importanza di questa istituzione che dobbiamo difendere non soltanto per Catania ma per l’intera Sicilia. Il nostro obiettivo è quello della statizzazione, già avviata, che speriamo possa attuarsi prima possibile”.
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