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Antonio Le Donne, l’uomo dei super poteri a Messina…

L’uomo dai “super poteri”. Segretario generale,  Direttore generale e  adesso  Ragioniere generale ma nel frattempo responsabile della   Pianificazione Strategica, Anticorruzione e Trasparenza; titolare dei Controlli Interni, di regolarità amministrativa e contabile,  sugli equilibri finanziari, sulle società partecipate, sulla qualità dei servizi erogati, infine responsabile di Relazioni sindacali, Formazione e  Gestione del Personale. Antonio Le Donne  gode di stima e  di  fiducia totale ed incondizionata da parte del sindaco Renato Accorinti tanto che dal 2013 continua ad essere destinatario di incarichi e funzioni di grande rilievo. Messinese ma proveniente da Macerata, con un curriculum ricco di esperienza  nelle Pubbliche amministrazioni, Le Donne è stato accolto con entusiasmo dagli esponenti del movimento del sindaco CMdb per il suo passato in Democrazia Proletaria, ma qualche delusione è poi arrivata, specie quando voci sempre più insistenti lo volevano vicino all’on Giampiero D’Alia. La concentrazione di tutte queste funzioni di gestione, legittimità e controllo in un unico soggetto viene da più parti, anche se timidamente, contestata e recentemente un gruppo di consiglieri comunali ha chiesto al Governo centrale  e all’Assessorato agli Enti locali, l’invio di ispettori a Palazzo Zanca. Un “controllore” che è anche il  “controllato” mina “la trasparenza dell’attività amministrativa del Comune di Messina, creando una gestione  del Sindaco, tramite  Le Donne da lui nominato, di tutto l’apparato amministrativo  dell’Ente- si legge nella nota del capogruppo di area Fi, Giuseppe Santalco-. In particolare la sostituzione del Ragioniere Generale avviene in un momento delicato per il Comune che si trova in pre-dissesto ed in attesa di ricevere dalla Commissione istituita presso il Ministero degli Interni, risposte sulla adeguatezza o meno del Piano di Riequilibrio.” A questo si deve aggiungere l’assenza per motivi di salute dell’assessore alle Politiche finanziarie Vincenzo Cuzzola. Stessa posizione hanno assunto la consigliera Pd Antonella Russo e la Presidente del Consiglio Emilia Barrile. A pronunciarsi negativamente sono stati anche i revisori dei Conti che già nel 2015  avevano stigmatizzato l’auto-assegnazione da parte di Le Donne del potere sostitutivo nei confronti dei dirigenti. Federico Basile, Giuseppe Zingales e Luigi Fallica sollevano dubbi sulla legittimità degli atti firmati da Le Donne nella sua doppia veste  e ribadiscono, sulla scorta di sentenze della Cassazione e del Tar –  che “al Segretario generale, il quale svolge le funzioni di assistenza giuridica nei confronti degli organi dell’Ente in ordine alla conformità dell’azione amministrativa, alle leggi, allo statuto e ai regolamenti, non sono affidati compiti di amministrazione”. La nomina di Le Donne a Ragioniere Generale, in sostituzione di Antonio Cama, ha innescato una mini rotazione dei dirigenti e l’ennesima presa di posizione di Santalco, seguito da altri 17 colleghi di Consiglio. Cama è stato assegnato ai Tributi al posto di Romolo Dell’Acqua il quale è stato in un primo tempo inviato al Dipartimento Risorse Umane ma ci si è accorti che il dirigente, da rappresentante sindacale, non può ricoprire quel ruolo. Pare che adesso Dell’Acqua sia stato designato per il Dipartimento Sanità e Ambiente, diretto da Natale Castronovo che fino alla mini rotazione dello scorso autunno dirigeva il Patrimonio.

Tra l’altro le continue assenze degli ultimi mesi, certo giustificate, di Castronovo e proprio nei momenti cruciali per l’attività del settore, ha indotto l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua a chiedere a Le Donne la sostituzione del dirigente. I consiglieri chiedono in una nota al sindaco e al Direttore Generale (Le Donne) di voler riconsiderare gli spostamenti, definiti schizofrenici, “atteso che a tutt’oggi tutte le edizioni dei Piani di Riequilibrio, non hanno trovato riscontro nell’Aula del Consiglio Comunale sulla circostanza del rispetto e attuazione delle misure impostate relativamente alle entrate ed anche in considerazione del fatto che il Dirigente storico del Dipartimento Tributi aveva assunto precisi impegni di incentivare le entrate relative ai tributi sommersi”. La lettera sostanzialmente sposa la causa di Dell’Acqua al quale non è piaciuto il trasferimento a cui  si era finora sottratto. Nel frattempo però Le Donne, affronta l’anomalia della sua triplice funzione, cercando di sgomberare il campo da ipotesi di sovrapposizioni e incompatibilità e lo fa  con una nota dove impartisce alcune direttive ai dipartimenti  Risorse Umana e Tributi. In specifico chiede ai dirigenti in questione di “esprimere il parere contabile e l’attestazione di copertura finanziaria, ove occorra, per tutto gli atti sottoscritti dal segretario generale” così da distinguere il titolare della determinazione da quello che deve esprimere un parere, nei casi in cui le due funzioni dovessero coincidere. Il problema che si possano produrre in questa fase atti illegittimi quindi esiste. In questo continuo rimescolare le carte appare chiaro il fallimento di questi quattro anni nell’affrontare i nodi cruciali dell’apparato tecnico-burocratico di Palazzo Zanca. Nel 2014 si era parlato di rivoluzione nei Dipartimenti ma nella sostanza si è proceduto solo agli accorpamenti che hanno ridotto i settori a 22 mentre a giugno 2016, dopo più di due anni, Le Donne ha presentato un  Piano di riorganizzazione in “dieci mosse” che però non è mai stato discusso né in Consiglio né con le Organizzazioni sindacali. A ottobre 2016, in esecuzione della deliberazione della Giunta comunale 649 del 29 settembre, sulle modifiche ed integrazioni all’organigramma e al funzionigramma della struttura organizzativa, si è proceduto ad una rimodulazione degli incarichi dirigenziali attuando una parziale rotazione. “Una rotazione finta” l’ha definita il rappresentante della Fp Cisl, solo 5 dirigenti rispetto ai 22 in servizio  che non ha migliorato i servizi resi anzi ha innescato malumori che hanno rallentato ulteriormente il lavoro. Ma Le Donne  è stato coerente perché ha sempre dichiarato di non amare le rotazioni. Altro traguardo mancato per quest’Amministrazione e fortemente voluto da Le Donne è stato quello della nascita della Multiservizi che doveva inglobare in un’unica gestione, in modo graduale, tutte le partecipare. Il progetto è stato man mano ridimensionato fino a ridursi ad un’unica società per il servizio idrico e i rifiuti, ma è fallita anche questa idea. L’ultima scommessa rimane la MessinaServizi bene comune, società che dovrebbe prendere il posto di Messinambiente, ma il cui iter si è bloccato per altre schizofrenie, stavolta quelle del Consiglio Comunale. Ma questa è un’altra storia.

 

 

 

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