In Sicilia è allarme amputazioni di arti per infezioni ossee. È quanto denuncia l’Anio (Associazione Nazionale per le Infezioni Osteoarticolari). Secondo i dati pubblicati dal comitato scientifico della onlus, presieduto da Vito Milisenna, nel 2012 i tagli di arti inferiori, in soggetti con gravi infezioni ossee ed articolari, ammontano a 1249, spesso complicate da diabete, gravi sofferenze vascolari, fratture esposte, revisioni di protesi infette o infezioni causate in sala operatoria. E per questi interventi sono stati spesi 60 milioni di euro ai quali occorre aggiungere i “Drg” di fuga per l’ortopedia che ammontano ad altri 9 milioni.
“La regione – afferma il segretario nazionale dell’Anio, Girolamo Calsabianca – ha ridotto drasticamente i viaggi della speranza, negando i rimborsi per spese residuali per chi ha necessità di essere trattato in centri altamente specializzati al Nord d’Italia; con i tagli sono stati chiusi i centri specializzati che storicamente avevano il punto d’accesso all’aeroporto di Falcone e Borsellino e Fontana Rossa. È noto che in Sicilia la spesa per l’ortopedia è la spada di Damocle per la finanziaria; nel 2008 con un impegno del Governo e dell’allora assessore, si era data una concreta risposta a questa grave carenza. Abbiamo collaborato con l’assessorato da associazione di volontariato, abbiamo contribuito in maniera forte finanziando insieme ad Inail Sicilia il progetto Aracne, censendo le carenze motivazionali e le necessità formative degli addetti ai lavori; insieme alle società scientifiche si era attivato il tavolo tecnico presso l’assessorato, per individuare i punti di forza e di debolezza, valutando le strutture maggiormente recettive ed attivando percorsi multi disciplinari».
Il presidente nazionale della Anio, Giuseppe Bilardo, sottolinea che la onlus «opera in tutta Italia con grande armonia con le amministrazioni sanitarie, dove gli viene riconosciuta la grande esperienza nella gestione dei pazienti con complicanze settiche. Abbiamo appena chiuso l’accordo con la società Scientifica Estrot (European Society Tissue Regeneration in Orthopaedics Trauma), per dare la possibilità di attivare corsie preferenziali per i soggetti con gravi infezioni, inserendoli in percorsi riparativi straordinari, le mega protesi in chirurgia ortopedica ricostruttiva sono il futuro per questi soggetti, che spesso vivono l’accanimento terapeutico, aumentando i costi dei trattamenti che molte volte si chiudono con l’atto chirurgico estremo dell’amputazione». Eppure come spiega Casablanca «la Sicilia continua a non voler collaborare» nonostante l’associazione abbia «investito negli anni scorsi 245 mila euro per dare la speranza al siciliano di non sentirsi vittima di un sistema miope, ma sono stati soldi sprecati. Abbiamo avviato l’ultimo progetto quest’anno in Sicilia per la prevenzione delle fragilità in ortopedia, e un percorso di presa in carico sanitario e sociale nei soggetti con piede diabetico, ma è l’ultimo banco di prova. Nel resto d’Italia sono le altre regioni a sostenerci». Casablanca dice che l’Anio ha «dimostrato come più della metà di questi costi sociali si possono risparmiare, solo con la presa in carico adeguata e una coscienza clinica multidisciplinare, fondamentale per questa patologia. Abbiamo guidato 90 soggetti in un percorso diagnostico chiuso, con l’impegnativa di pre-ricovero per amputazione dell’arto; di questi, solamente 4 sono stati amputati, due morti per setticemia fulminante, gli altri, inseriti in percorsi multidisciplinari, sono stati curati anche in cliniche private, dove medici militanti in Anio da diversi anni si sono spesi oltre ad ogni possibilità e 84 pazienti ad oggi hanno ancora la loro gamba». Casablanca sottolinea che un trattamento di infezioni ossee se correttamente curato in unsso centro specializzato costa 8-12mila euro a soggetto, mentre un’amputazione costa circa 30 mila euro «per un totale di 37 milioni 470 mila euro in Sicilia, più 7 milioni per la fornitura delle protesi esterne per l’arto sostitutivo, più 11 milioni 241 mila per invalidità civile e accompagnamento solo il primo anno. Somme quest’ultime da calcolare per una media di quaranta anni cje diventano 449.640.000,00, mezzo miliardo di euro; un altro milione 748 mila per l’incentivo per adattamento della vettura a cambio automatico; 624.500 euro per ausili vari (stampelle, scarpe ortopediche ausili per la deambulazione assistita, e tutta la riabilitazione che ne consegue. Infine, per il cittadino mancati guadagni, perdita del posto di lavoro, danni morali e biologici».
L’Anio lancia l’allarme sulle amputazioni di arti in Sicilia
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