Le scatolette di latta sono come quelle dei pelati, del tonno sott’olio, dei fagioli. Semplici lattine, boatte come vengono chiamate comunemente a Palermo, che si aprono a strappo alzando la linguetta. Ma dentro non ci sono conserve ma cocktail che normalmente si gustano per l’aperitivo, preparati da barman esperti, con amici seduti nel lounge bar o col bicchiere in mano davanti al pub. Una nuova impresa ideata in città nel 2019 che produce da poco più di una settimana, ma che ora con le restrizioni per il covid19 potrebbe essere l’uovo di colombo per le bevande che non si consumano più nei locali che chiudono alle18 e che comunque devono essere d’asporto.
Il motto del produttore è “bere è diventato più facile”. In Europa, ma forse nel mondo, i cocktail di Rita sono gli unici prodotti in lattina che una volta aperta restituisce l’originale mix di prodotti alcolici. L’idea, già concretizzata in migliaia di lattine con Manhattan, Negroni, Pornstar Martini, fra poco vedrà la produzione di Cosmopolitan, Mi-To (Milano.-Torino) , Mai Tai, è venuta ad Alessio Ricchiari, 43 anni, che lavora nel mondo dell’abbigliamento e che ha aperto il Rita Cocktail House in via Malta (piazza Borsa) nel centro di Palermo. Un cocktail bar dove vende anche le colorate lattine di apertivi alcolici prodotte nel suo opificio, sempre in città.
Anche i contenitori di latta sono prodotti da un’azienda siciliana. “Il Rita si chiama come mia madre – dice Alessio – donna ospitale con la casa e la cucina sempre aperte e come santa Rita da Cascia. I nostri cocktail rispettano le ricette originali. Sulla lattina è scritto come servire il mix alcolico, se agitarla prima di aprila, insomma come gustare a casa un vero Negroni”. Le boatte costano 5 euro l’una, l’opificio di Alessio ne produce mille al giorno e in una settimana ne sono state vendute 5500. “Sono un appassionato di cucina. – racconta Alessio – e l’idea mi è venuta mettendo un po’ d’acqua per levare la conserva di pomodoro che rimane sul fondo e sui lati della lattina: un’operazione che in cucina fanno tutti”.
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