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Acciaierie di Sicilia, la richiesta: accelerare applicazione Protocollo sul rottame

Rilanciare l’azienda Acciaierie di Sicilia puntando sulla filiera del rottame ferroso accelerando l’applicazione del Protocollo dell’aprile di quest’anno. E’ la conclusione del tavolo che si è riunito a Catania, presieduto dal vice capo di gabinetto, il viceprefetto Rosamaria Monea: erano presenti il vice sindaco di Catania, Marco Consoli, Jacopo Torrisi, delegato dall’assessore regionale al Lavoro e i rappresentanti aziendali e sindacali.

Nel corso della riunione i rappresentanti aziendali, dopo aver tracciato un quadro sintetico del percorso fin qui seguito, culminato con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana del 3 aprile 2015 del Protocollo del Rottame, hanno manifestato l’esigenza di rendere operativo il medesimo accordo che assicura una regolamentazione della filiera del rottame ferroso perseguendo gli obiettivi di legalità, trasparenza e semplificazione della gestione.

A tal fine è stata presentata dall’amministratore delegato dell’azienda una bozza di proposta di attuazione del Protocollo rottami da sottoporre all’attenzione dei competenti assessori regionali delle Attività produttive e dell’Energia per una successiva valutazione e condivisione con il supporto dei dirigenti degli uffici tecnici interessati.

I rappresentanti istituzionali presenti e le parti aziendali e sindacali, per un approfondimento della questione, ritenuta di notevole rilevanza ai fini del superamento delle criticità che si riscontrano nel settore del rottame ferroso e che stanno determinando uno stato di pesante crisi dell’azienda, con ricadute sull’occupazione, hanno espresso la necessità di un confronto in tempi stretti con il Governo regionale.

La prefettura nel sostenere la richiesta ha assunto l’impegno di rappresentare agli uffici di gabinetto della Presidenza della Regione siciliana e degli assessorati delle Attività produttive e dell’Energia l’urgenza della convocazione del predetto incontro alla luce della volontà manifestata dall’amministratore delegato dell’azienda di voler continuare l’attività imprenditoriale malgrado le difficoltà e l’attuale riferito drastico calo dell’approvvigionamento di rottame ferroso che incide significativamente sui processi produttivi.

Il vicesindaco di Catania Marco Consoli, in rappresentanza del sindaco Enzo Bianco, ha dunque partecipato al tavolo di crisi convocato dal Prefetto di fronte ad un accentuarsi delle difficoltà di Acciaierie di Sicilia. Tavolo costituito più di un anno fa, che coinvolge gli Assessorati regionali interessati (Attività produttive, Territorio e ambiente, Energia e rifiuti), le forze sindacali, gli operatori economici interessati, associazioni di categoria e il Comune di Catania, al fine di aggiornarsi sul percorso in atto.
Come noto da tempo, la crisi origina e persiste per la mancanza di rottame, la materia prima fondamentale per Acciaierie di Sicilia, e per la carenza di regole certe e chiare nella filiera che lo genera.
Negli ultimi mesi i vari soggetti hanno lavorato assiduamente per finalizzare un modello di attuazione del Protocollo Rottame, che ormai è definito. Il sindaco di Catania, valutato con attenzione il percorso fatto, si impegna a favorire e sostenere una sua immediata messa in opera.
A tal fine si farà immediatamente promotore di un’azione di coinvolgimento degli Assessori, appena nominati, attraverso l’immediata convocazione di un incontro urgente a Palermo.
Vista l’improcrastinabile necessità di procedere concretamente nell’attuazione del Protocollo, i partecipanti al tavolo hanno convenuto che, in mancanza di una immediata presa in carico da parte del Governo regionale, si procederà con la tempestiva messa in opera sul territorio catanese. In tal modo si intende porre in essere una cosiddetta “Buona Pratica” che serva da decisiva concretizzazione della regolarizzazione della filiera del rottame, un settore portante dell’economia regionale, che coinvolge alcune migliaia di persone, che è indispensabile per garantire un futuro ad Acciaierie di Sicilia. Questo settore, vista la sua rilevanza nell’ambito della sempre più critica economia siciliana, deve emergere pienamente, seguendo una disciplina ambientale che non sia un ostacolo di ordine burocratico.

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