“L’accordo euromediterraneo non va bene. Il Governo nazionale, che deve continuare ad essere sollecitato anche da quello regionale, deve attivarsi nei confronti dell’Unione Europea affinché venga rivisto l’accordo euromediterraneo con il Marocco, facendo scattare le norme di salvaguardia che sono previste dall’art. 7 e che andrebbero a tutelare le produzioni dell’ortofrutta siciliana. Già da tre anni a questa parte, con il supporto anche di esperti e di esponenti del mondo della produzione, ho personalmente suggerito questa strada che a me pare essere l’unica possibile per cercare di ridurre problemi sui mercati in cui l’ortofrutta siciliana è stata da sempre regina”.
Così parla il deputato regionale del Partito Democratico, Nello Dipasquale, alla luce degli scenari che sempre più si stanno andando a prefigurare e che stanno vedendo sempre più l’ingresso di prodotti della terra provenienti dal Marocco. Non solo arance, come si era detto anni fa, ma anche altri prodotti dell’ortofrutta che stanno iniziando a congestionare pesantemente i mercati del Nord, mercati di riferimento per i produttori siciliani, con la conseguente e drammatica perdita del potere d’acquisto. “E quanto in passato si sono iniziate a fare le prime battaglie – dice Dipasquale – ho fin da subito suggerito la strada da percorrere, ovvero far scattare le norme di salvaguardia contenute nell’accordo stesso visto che la Sicilia e il Marocco hanno identiche capacità produttive dal punto di vista climatico, con il vantaggio per il Marocco riferito all’abbattimento del costo del lavoro. Insomma ci sono tutti i presupposti per far scattare le norme di salvaguardia”.
Una richiesta che era già il cuore della mozione presentata ad ottobre 2013 proprio all’Ars, primo firmatario l’on. Dipasquale, e che è stata poi votata all’unanimità con lo scopo di tutelare il settore agroalimentare siciliano dalla “invasione” delle produzioni marocchine di pomodoro, peperoni, zucchine, fragole, arance, ma anche uva da tavola, patate, meloni e angurie che grazie all’accordo commerciale euro mediterraneo diventa possibile su larga scala. “Questo ha ovviamente portato enormi difficoltà perché è anche concreto il rischio di vedere l’ingresso sui nostri mercati di riferimento anche del vino – dice Dipasquale – visto che in questi anni in Marocco hanno impianto numerosi vitigni. Già tre anni mi sono preoccupato per questo accordo e, assieme ad un team di esperti, abbiamo iniziato a studiarlo individuando proprio nell’articolo 7, dove si parla delle norme di salvaguardia, l’unica ipotesi da percorrere e abbiamo sostenuto che la Sicilia è uguale, sotto l’aspetto climatico, al Marocco e dunque deve avere delle tutele ben precise da parte dell’Unione Europea. Quella battaglia è stata vinta al Parlamento siciliano, con l’approvazione della mozione, ma a Roma si è tutto impantanato. Per questo faccio un appello ai parlamentari nazionali, e cercherò di sensibilizzarli ulteriormente, affinché la questione possa diventare presto centrale, facendo pressione a livello nazionale per riaprire un tavolo di confronto con l’Unione Europea, chiedendo l’applicazione dell’accordo euromediterraneo ma con le collegate norme di salvaguardia che tutelano la Sicilia. Contestualmente mi confronterò anche con gli ambienti della produzione ortofrutticola siciliana perché ritengo che questa sia davvero l’unica strada da perseguire”.
L’accordo euromediterraneo prevede, com’è noto, la reciproca liberalizzazione dei prodotti agricoli e ittici. L’accordo è stato siglato nel febbraio 2012 tra l’Unione Europea e il Marocco.
Comments are closed.