Aeroporto di Comiso: ecco perchè potrebbe Fallire

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Il Polverone sollevato in questi ultimi giorni attorno all’aeroporto di Comiso e ai fondi regionali stoppati, ha fatto emergere una problematica che, si sapeva, prima o poi doveva essere affrontata. Le rassicurazioni del Deputato del Pd Pippo Digiacomo che polemizza con Dipasquale (dello stesso partito) e garantisce che la prossima settimana verranno sbloccate le somme per l’aeroporto, francamente non risolvono molto perché, per una infrastruttura come quella di Comiso, 1,2 mln sono una goccia nel mare se non si guarda ad una programmazione economica di ampio raggio. Quanto dureranno i soldi della regione che molto probabilmente verranno sbloccati a inizio settimana prossima? Pochissimo. Allora il futuro dell’aeroporto è a rischio? Se si continua così si. Fin quando si continuerà a ragionare in questo modo, con poca chiarezza riguardo, ad esempio, all’utilizzo dei fondi regionali, i dibattiti diventeranno sempre più aspri e non porteranno a nulla di buono. La situazione diventa ancora più complicata quando sulle vicende non si fa chiarezza e, a non farla, sono proprio gli esponenti politici che invece dovrebbero garantire massima trasparenza specie se in ballo c’è una struttura importantissima come l’aeroporto di Comiso. Attraverso il comunicato stampa diramato da Digiacomo, il deputato del Pd solleva una problematica non di poco conto: «Credo- dice – che sia il momento di fare chiarezza sul 65% dei 4.5 ml di euro anticipati dal Comune è mai restituiti da So.a.co intorno ai quali potrebbe profilarsi un danno erariale grave». I 4,5 mln di euro a cui riferisce Digiacomo sono quei soldi dati dalla regione per dare, diciamo così, una mano per l’avvio della struttura ragusana e che hanno permesso di garantire quelle agevolazione alle compagnie aree, agevolazioni che, appunto, hanno spinto queste ultime a scegliere Comiso. Questa scelta della Regione sollevò molte polemiche quali ad esempio quelle dei politici di Trapani che riscontrarono disparità di trattamento tra i due scali dell’isola e, ancora, quella di Assaereo che non tollerò il fatto che, in qualche modo, si agevolasse una compagnia straniera (Ryanair).

Ma la regione a che titolo ha dato questi soldi? Se li ha dati al comune specificatamente per l’aeroporto e per l’Enav, perché la So.a.co li deve restituire? Il comune sta utilizzando questi fondi come socio della So.A.co, foraggiando quindi con soldi pubblici anche il socio privato, o li sta utilizzando come ente pubblico dove la struttura ha sede? Questo è un tema sul quale ognuno ha un parere diverso e, per tale motivo, destinato a provocare una serie infinita di polemiche.

 

Tra politici che difendono e politici che attaccano ce ne uno, che possiamo definire ex, che sull’aeroporto ne sa molto e, libero dalla responsabilità che ti può dare il ricoprire una carica istituzionale, ha deciso di dire le cose come stanno e di togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa. Si tratta dell’ex sindaco di Comiso, Giuseppe Alfano, uno di quelli che per far nascere l’infrastruttura si è battuto come un leone, ma adesso dice di vedere una realtà che non può andare avanti in questo modo e spiega il perché.

Non si può sempre elemosinare

«Secondo me –esordisce Alfano- c’è una confusione iniziale che va subito chiarita. Quando abbiamo iniziato, nella complessità della situazione dovuta al fatto che il piano dei trasporti nazionale non era ancora stato esitato e con l’aeroporto che non era ancora partito, per velocizzare il tutto abbiamo stipulato un contratto di natura privata con l’Enav (Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo), pagando 4,5 mln di euro con soldi che la regione ci ha fornito. In quel momento quella era l’unica soluzione possibile. Non era possibile, infatti, fare contratti con altri enti in quanto l Enav ha il monopolio della gestione del traffico aereo, però, allo stesso tempo, non poteva inserirci nel contratto dello Stato (contratto di servizio) perché il nostro non era considerato aeroporto di interesse nazionale. Oggi – continua Alfano- il vero problema è che l’aeroporto, pur vantando già oltre due anni di attività, ed essendo considerato un aeroporto di interesse nazionale, non riesce ad arrivare al punto della contrattualizzazione con l’Enav. Tutti dicono che questo contratto si stipulerà in occasione del prossimo piano nazionale dei trasporti, ma è una fesseria, un voler prendere tempo,  perché il contratto si può fare in qualsiasi momento, ci vuole solo un po’di tempo per il calcolo delle tariffe aeree da applicare. Nonostante, però, questo Governo nazionale sia allineato e coperto politicamente con Comiso e con palazzo d’Orleans, siamo arrivati al punto di doverci far dare di nuovo i soldi dalla regione. Ma c’è una cosa fondamentale da tenere anche in considerazione, cioè che questi soldi bastano per pochi mesi. E poi? Io sinceramente non so cosa succederà. Perché fare tutta questa trafila per avere l’elemosina quando si potrebbe risolvere definitivamente il problema?

È una sciocchezza – dice ancora Alfano- che lo Stato non abbia inserito Comiso all’interno del contratto di assistenza al volo, perché, per legge, dal 2012, il costo dell’inserimento per lo Stato è pari solo ai costi relativi ai riammodernamenti di natura tecnica, cioè: se ad esempio occorre fare una Torre di controllo lo Stato paga, ma per quanto riguarda i servizi, come ad esempio il pagamento degli uomini radar, lo Stato non paga, ma questi soldi vanno presi dalle tariffe che si  applicano ai biglietti. Questo per dire che lo Stato non ha ragioni di natura economica per non inserire Comiso nel contratto di assistenza. Faccio un ulteriore esempio per far capire il meccanismo: prima del 2012 lo Stato, sui servizi di assistenza al volo, dava all’Enav il 50%, il restante 50% veniva prelevato dai ricavi dei biglietti, in questo caso accadeva che il Governo abbatteva i costi del traffico alle compagnie aeree; Dopo il 2012, in periodo di spending review e nel rispetto delle indicazioni date dalla Comunità europea, lo Stato ha iniziato a fare un altro tipo di ragionamento, intervenendo solo per il riammodernamento delle strutture che sono di proprietà pubblica, ma il servizio vero e proprio lo devono pagare i passeggeri. Quando, con il sottoscritto alla guida del comune di Comiso, avviammo la trattativa con Enav, lo Stato avrebbe dovuto trovare una copertura finanziaria per giustificare la spesa, oggi non è così. Francamente non riesco a trovare un motivo sul perché ancora non sia stipulato il contratto di servizio, infondo basterebbe solo una addenda al contratto già fatto, ad essere maligni si potrebbe sicuramente pensare che c’è qualcosa che non va”.

 

La Gestione e i soldi al comune

Poi Giuseppe Alfano parla di un altro aspetto importante riguardo la gestione economica dell’infrastruttura: «se si fanno bene i conti- asserisce l’ex sindaco- non è il pagamento dell’Enav l’unico problema, certo è che se questi soldi dovesse sborsarli solo la So.a.co allora sarebbe un problema per un bilancio sicuramente non in attivo, perché resta il fatto che la Società di gestione sta finendo i soldi in cassa e non bastano nuove tratte a risolvere la questione del pareggio di bilancio. L’eccezionale risultato dei 350 mila passeggeri raggiunti –sostiene ancora Alfano- ha sì grande importanza, ma che redditività portano questi transiti? Riescono a coprire i costi? C’è poi un altro aspetto importante da non sottovalutare assolutamente, si tratta del fatto che mancano introiti per tutta la parte relativa al no-fly, mi riferisco quindi ad attività commerciali, parcheggi e quant’altro che potrebbero portare soldi, ma di tutto ciò c’è poco o niente».

Sollecitato sulle dichiarazione dell’Onorevole Digiacomo, Alfano risponde: «L’onorevole Digiacomo mi viene a dire che questi soldi devono essere restituiti al comune, ma in base a quale principio? Perché il comune avrebbe titolo a trattenere queste somme che la regione ha trasferito al comune perché li utilizzasse esclusivamente per l’aeroporto di Comiso? Non è che sono stati trasferiti per qualunque tipologia di utilizzo. Quello che non vorrei pensassero- conclude Alfano- è di utilizzare questi soldi per fare altro, come ad esempio togliersi  qualche debito o dare nuovi incarichi, questo sarebbe molto grave».

 

Intervista all’Amministratore Delegato di Soaco Enzo Taverniti

Dopo aver parlato con l’ex sindaco di Comiso, abbiamo sentito l’amministratore delegato della So.a.co, Enzo Taverniti, con il quale abbiamo chiarito alcuni aspetti importanti anche riguardo il futuro dell’aeroporto di Comiso.

 

Taverniti, qual è ad oggi il vostro rapporto con Enav?

«In questo momento il rapporto con Enav si sviluppa nel seguente modo: i conti sono a carico del comune di Comiso, la So.a.co ha solo anticipato questi soldi. Quando fu fatta la gara per l’assegnazione della gestione dell’aeroporto di Comiso, l’allora InterSac partecipò, ma nella gara non erano previsti i costi Enav che, ripeto, sono a carico del comune che a sua volta li prende dalla regione. Qual è però il rapporto tra la regione e il comune non lo saprei dire».

Digiacomo dice che voi dovete restituire delle somme al comune, è vero?

«Quando Digiacomo dice che la So.a.co deve dei soldi al comune, dice una cosa non vera per i motivi sopra esposti, cioè che quando fu fatta la gara per l’assegnazione, nella stessa non erano inseriti i costi Enav, per cui la società partecipò solo per la gestione e non per i costi della Torre di controllo».

Adesso, secondo Digiacomo, inizio settimana prossima arriveranno questi soldi, ma basteranno?

 «Questi soldi che adesso aspettiamo dalla regione servono per pagare gli assistenti di volo dal 1 settembre 2015 fino al 28 febbraio del 2016, data entro la quale dovremmo entrare nel Contratto di Servizio, un contratto che partirà a gennaio 2016 e che si completerà il 31 dicembre 2018.

Questo contratto comporterà che i costi Enav rientreranno in una tariffa, quindi nei costi del biglietto che ogni passeggero dovrà pagare. Questo è quello che succede in qualsiasi aeroporto, le tariffe sono calcolate in base a una serie di parametri tra i quali quello relativo al traffico dei passeggeri».

Dipasquale afferma che se non arrivano questi soldi l’aeroporto rischia di fallire, è vero tutto ciò? Può fallire un aeroporto per un ammanco di poco più di 1 mln di euro?

«Va specificato che l’aeroporto ha una propria vita per quanto riguarda la gestione, c’è un piano industriale che ci permetterà di arrivare al pareggio di bilancio entro il 2020. È pacifico che se dovessimo anticipare altri soldi non saremo in grado di rispettare questo obiettivo, in questo caso per l’aeroporto di Comiso i rischi sarebbero veramente alti».

 C’è una carenza legata alla parte commerciale, come vi state muovendo?

«L’area commerciale è divisa in zona non sterile e zona sterile. Per quanto riguarda la zona non sterile abbiamo completato tutte le postazioni con la parafarmacia, il bar, l’edicola, il tabacchi e quant’altro,  per quanto riguarda invece la zona sterile, siccome al momento abbiamo solo un piano per le partenze, abbiamo solo due basi per prodotti tipici. Tra quattro/ cinque mesi apriremo un nuovo piano che prevede due gate dove prevediamo l’inserimento di altre attività commerciali, all’incirca una quindicina. La motivazione per la quale abbiamo ritardato è perché non vogliamo penalizzare le aziende, il nostro intento è quello di farle subentrare quando l’afflusso di passeggeri sarà aumentato in quanto queste aziende potranno essere raggiunte solo da chi deve prendere l’aereo».

In termini di numero passeggeri e tratte, quali sono le vostre previsioni?

«Per quanto riguarda il numero di passeggeri prevediamo che per l’anno prossimo si raggiungerà la cifra di 490 mila unità. Per quanto riguarda nuovi contratti stiamo facendo una gara, attualmente al vaglio della comunità europea, che dovrebbe portare, entro l’anno prossimo, almeno tre tratte internazionali».