Aeroporto di Trapani, intervengono i soci privati di Airgest, la società che gestisce lo scalo “Vincenzo Florio”, e denunciano il “rischio concreto di chiusura”. I soci privati di Airgest, Infrastrutture Sicilia e Quercioli, esprimono profondo stupore circa la decisione del Libero Consorzio Comunale di Trapani presieduto dal Commissario Straordinario Giuseppe Amato di destinare ad Airgest solamente il 70% della somma ricevuta a titolo di compensazione parziale dei danni economici subiti dalla società di gestione dell’aeroporto di Trapani-Birgi per le limitazioni imposte alle attività aeroportuali civili dalle operazioni militari conseguenti l’avvio della guerra in Libia. Il Libero Consorzio Comunale di Trapani ha infatti deliberato che tale somma, quantificata complessivamente da ENAC in 10 milioni di euro ed erogata in una prima tranche di 5 milioni di euro, debba spettare per il 70% (3,5 milioni di euro) ad Airgest e per il 30% (1,5 milioni di euro) ai Comuni del territorio provinciale. I soci privati contestano tale delibera in quanto l’importo quantificato da ENAC è esplicitamente relativo ai soli danni subiti dall’Aeroporto di Trapani Birgi in conseguenza alle limitazioni imposte dalle operazioni militari legate al conflitto libico e non può ricomprendere, anche perché certamente non di competenza di ENAC, la stima dei danni generici sofferti dal territorio e/o dall’indotto commerciale e sociale legato allo stesso aeroporto. Tali danni non peraltro sono mai stati oggetto di specifica sollecitazione, analisi, richiesta di ristoro o quesito ad opera dei Comuni, degli enti locali o della Regione stessa. Infrastrutture Sicilia e Quercioli chiedono quindi che l’indennizzo stanziato sia destinato per intero ad Airgest e sottolineano come questo episodio sia l’ennesima riprova dell’attenzione e della preferenza del sovvenzionamento ai Comuni e alla Provincia; questi ultimi infatti, sono rimasti inerti nel tempo, rispetto alla Società Airgest che, unica, si è adoperata e non si vede risarcita per la somma che coprirebbe solo parzialmente i danni certificati dalle autorità concedenti. SE’ infatti solo grazie all’attivismo dei soci privati che si è arrivati alla certificazione da parte di ENAC dei danni subiti dall’aeroporto e all’iter di riconoscimento da parte del Governo del ristoro atteso in 2 tranches per compensare le ingenti perdite subite dall’intervento militare legato al conflitto libico. Scrivono in una nota:
Si ricorda inoltre che Infrastrutture Sicilia e Quercioli hanno sempre sostenuto per la propria parte i costi (e le relative perdite) necessari a supportare negli anni, le attività di promozione del traffico, volte alla crescita dei passeggeri e ai benefici indotti al territorio dell’intera provincia di Trapani, senza ricevere alcuna contribuzione, seppur promessa e non onorata da parte dei soci pubblici e delle amministrazioni coinvolte. Del resto l’attuale difficoltà ad onorare gli impegni contrattualmente assunti con il vettore aereo attraverso il Consorzio degli enti pubblici, all’uopo costituito, ha motivato ancora oggi le ripetute sollecitazioni e implicite minacce di riduzione dell’offerta con revisione del contratto da parte di Ryanair, vettore aereo di riferimento sull’aeroporto. E’ doloroso rilevare che l’incapacità ad adempiere al ruolo istituzionale di sostegno all’economia del territorio si sia riversata nel tempo solo, unicamente e interamente sull’impegno economico della Società e dei suoi azionisti in modo ingiustificato e non più sostenibile. E’ indubbio che la costante crescita dell’aeroporto di Trapani registrata negli ultimi anni abbia radicalmente trasformato l’economia della zona, generando un significativo indotto diretto e indiretto, il cui impatto può facilmente essere testimoniato da ristoranti, attività commerciali, alberghi e imprese locali. Venire meno al fondamentale ruolo di supporto al territorio provocherebbe un’indiscutibile perdita di valore prodotto e di occupazione nel territorio. Quanto espresso sopra è ulteriormente rafforzato dalla recente decisione del Comm. Pace di rassegnare le dimissioni a seguito delle reiterate inadempienze dei sindaci del consorzio che, da ultimo, non hanno nemmeno risposto a una convocazione dell’assemblea dei soci evidenziando il disinteresse per l’iniziativa e di certo sottovalutando il rischio di un serio contingentamento dei voli e, forse, la continuità stessa dell’azienda.