“A tutela e decoro della categoria, l’Ordine dei medici della provincia di Palermo, oltre a costituirsi parte civile – come sta già facendo in altri giudizi – nei processi che coinvolgono il personale medico e paramedico aggredito verbalmente e fisicamente, metterà a disposizione dei suoi iscritti il supporto legale e tutti gli altri strumenti che si rendano necessari per vedere riconosciuta giudizialmente, non soltanto la violenza subita, ma una condizione generale di disagio che peggiora di giorno in giorno e non consente più un sereno svolgimento dell’attività sanitaria”. Il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Palermo, Toti Amato, interviene così sulle continue aggressioni negli ospedali siciliani ai danni di medici e infermieri, soprattutto nelle aree di emergenza come i Pronto soccorso e le guardie mediche.
“Isolare la violenza è un obbligo morale nei confronti dei cittadini e della professione medica – sottolinea il presidente dei medici – . Nell’esercizio della sue funzioni, il medico è anche un pubblico ufficiale, perciò invito tutti i colleghi a denunciare gli abusi subiti e anche quelli di cui sono venuti a conoscenza. L’Ordine sarà a loro fianco in tutto il percorso, assicurando sostegno legale e
qualsiasi altro strumento si renda necessario. Il silenzio si può tradurre in omertà, facendo precipitare una condizione che è già diventata intollerabile per tutti, professionisti e cittadini”.
“In un contesto in cui è venuto meno il riconoscimento per il ruolo sociale del medico – prosegue Amato – e dilaga una pseudo cultura che ha smarrito non solo i valori ma anche i più basilari principi del vivere civile, bisogna bandire atteggiamenti accondiscendenti e pietistici, ma avere il coraggio e la dignità di denunciare. Non solo i singoli episodi di violenza ma anche le eventuali condizioni che possano consentire o favorire prepotenze e soprusi, nonché qualsiasi tentativo di sminuirne la gravità”.
“Non si tratta più infatti di episodi isolati. Il disagio sociale cresce – spiega il presidente -, si allungano le liste di attesa e l’ascolto immediato del paziente o del familiare spesso diventa difficile in are molto sovraffollate come quelle emergenziali. Ma questo non giustifica la violenza fisica e verbale di pazienti o familiari, tantomeno la loro impunità”.
“Con uguale forza – conclude il presidente dell’Omceo – invito le istituzioni preposte a mettere in campo strumenti reali e adeguati per mettere un argine ad una situazione incresciosa che sta diventando quasi strutturale, sensibilizzando anche l’opinione pubblica per restituire loro la fiducia verso tutti i professionisti della sanità che lavorano per la salute dei cittadini”.