Last updated on 20 agosto 2019
Nel 2018 la disoccupazione si riduce in tutta Italia ma i divari rimangono accentuati: il tasso nel Mezzogiorno (18,4%) è quasi tre volte quello del Nord (6,6%) e quasi il doppio di quello del Centro (9,4%). Lo ha reso noto l’Istat.
Nel complesso, il 2018 si caratterizza per un incremento dell’occupazione simile nelle tre ripartizioni. Il tasso di occupazione dei 15-64enni aumenta nel Nord di 0,6 punti, nel Centro e nel Mezzogiorno di 0,5 punti. Tuttavia, mentre nel Centro-nord il tasso di occupazione raggiunge livelli superiori a quelli del 2008, arrivando al 67,3% nel Nord e al 63,2% nel Centro, nel Mezzogiorno è più basso di 1,5 punti percentuali (44,5%).
In confronto al 2017, nel Nord il tasso di occupazione sale in tutte le regioni: gli incrementi più elevati si segnalano in Emilia-Romagna, Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Trento e Piemonte (rispettivamente +1,0, +0,8 e +0,7 punti le ultime due). Tutte le regioni del Nord, con l’eccezione di Liguria e Emilia-Romagna, superano i livelli del 2008, anche con sostanziosi incrementi come nel caso delle Province autonome di Bolzano e Trento (+3,1 e +2,3 punti). Il tasso di disoccupazione si riduce rispetto a un anno prima in tutte le regioni con l’eccezione di Liguria e Veneto (dove cresce di 0,4 e 0,1 punti) e Friuli-Venezia Giulia (dove resta invariato). A livello provinciale, gli incrementi del tasso di occupazione più rilevanti sono a Rimini, Vicenza, Vercelli, Ravenna, Rovigo, Padova e Imperia (con variazioni comprese tra +4,9 e +2,2 punti); cali più vistosi si segnalano invece nella città metropolitana di Venezia (-3,0 punti) e nella provincia di La Spezia (-1,9 punti). Le riduzioni più elevate del tasso di disoccupazione si stimano a Novara e Padova, Vercelli, Forlì-Cesena (tra -2,7 e -2,2 punti), mentre cresce maggiormente nelle province di Treviso, Trieste, Savona, Verona e nella città metropolitana di Venezia (tra +2,4 e +1,0 punti). Il tasso di occupazione cresce in tutti i grandi comuni del Nord ad eccezione di Venezia (-2,1 punti) con incrementi più forti a Torino e Bologna (+3,0 e +2,5 punti, rispettivamente). Il capoluogo piemontese è anche quello in cui si riscontra il calo più forte del tasso di disoccupazione (-1,0 punti), che risulta ancora in lieve aumento a Bologna e a Genova (+0,2 e +0,1 punti).
Nelle regioni del Centro il tasso di occupazione cresce soprattutto nelle Marche (+2,5). Superano i livelli del 2008 Toscana e Lazio (rispettivamente +1,3 e +0,7 punti percentuali); di contro in Umbria l’indicatore risulta di 2,3 punti sotto al dato 2008. Il Lazio è l’unica regione del Centro con un aumento del tasso di disoccupazione (0,5 punti) rispetto a un anno prima. Nelle Marche il calo è invece molto pronunciato (-2,5 punti).
Tra le province, si registrano gli aumenti più elevati del tasso di occupazione ad Ancona, Massa Carrara, Fermo e Pistoia (con incrementi tra 4,1 e 3,2 punti), mentre i cali più accentuati sono ad Arezzo e Latina (-3,1 e -1,8 punti rispettivamente). Il tasso di disoccupazione si riduce intensamente nelle province di Massa Carrara, Ascoli Piceno, Pistoia e Ancona (con riduzioni tra -5,7 e -3,7 punti) mentre l’aumento più elevato si segnala nella provincia di Latina (+2,7 punti). Il comune di Firenze presenta una forte variazione positiva del tasso di occupazione (+3,1 punti) e negativa di quello di disoccupazione (-4,1 punti), mentre i due indicatori hanno andamenti opposti nel comune di Roma (-0,3 e +0,5 punti rispettivamente).
Nel Mezzogiorno la crescita del tasso di occupazione interessa tutte le regioni con l’eccezione di Campania (-0,4 punti) e Basilicata (-0,1 punti). Gli incrementi più accentuati si stimano in Sardegna e Molise (rispettivamente +2,3 +1,7), seguiti da Calabria, Abruzzo e Puglia (+1,3, +1,2 e +1,0 punti). Tra le regioni del Mezzogiorno, solo la Sardegna supera i livelli del tasso di occupazione del 2008 (+0,4 punti), seppure per la Basilicata lo scostamento sia minimo (-0,2 punti). Rispetto al 2017 il tasso di disoccupazione si riduce in quasi tutte le regioni, specie in Puglia (-2,8 punti). In Calabria e Sicilia invece l’indicatore rimane invariato.
Tra le province del Mezzogiorno, si registrano incrementi pronunciati del tasso di occupazione – tra 5,2 e 3,3 punti – a Oristano, Sud-Sardegna, Teramo, Sassari, e Siracusa. La riduzione più marcata del tasso di occupazione contraddistingue le province di Enna e Trapani (-1,4 e -1,2 punti). Il tasso di disoccupazione si riduce con maggiore intensità (oltre 4 punti) nelle province di Oristano, Lecce e Brindisi; la crescita è invece più accentuata in quelle di Agrigento, Cosenza e Isernia (+4,6, +2,3 e +2,0 punti).
Nei grandi comuni del Mezzogiorno il tasso di occupazione aumenta dappertutto fatta eccezione per Messina (-2,9 punti); la crescita dell’indicatore è inoltre più sostenuta nel comune di Palermo (+1,0 punti). Il tasso di disoccupazione diminuisce in tutti i grandi comuni del Mezzogiorno, in particolare a Bari (-2,7 punti) e Palermo (-1,7 punti).
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