Si lavora, si va avanti, si cerca di fare presto, ma, soprattutto, di fare alcune cose bene. Perché la questione Aligrup, il destino di 1600 lavoratori, il futuro di tutte queste famiglie è ormai legato ad un filo. Per lo meno per chi ancora crede che il disastro possa essere scongiurato. Così, se non è facile trovare effettivamente una linea logica da seguire, bisogna affidarsi a tanti piccoli avvenimenti, ad episodi, a residui di trattative spezzettate, a estremi tentativi di negoziazioni. Il tutto mentre lunedì scadranno i termini per la presentazione del piano da parte per l’azienda del concordato per affrontare e chiudere il capitolo dei debiti che Aligrup ha con quasi 2000 creditori. Lunedì, dunque, si saprà se, come ha fatto sapere, l’azienda depositerà un piano, che verrà poi affrontato dai commissari nominati dal tribunale di Catania.
Nel frattempo, dunque, piccoli step. Due gli incontri delle ultime ore con potenziali acquirenti, come avevamo anticipato nei giorni scorsi: uno con Re Leone, l’altro con Conad. Dai vertici vengono fuori notizie un po’ diverse.
Dice Salvo Leonardi, della Filcams Cigl: «I rappresentanti del gruppo Re Leone hanno mostrato stavolta oltre all’interesse per l’acquisto di alcuni punti vendita, anche la disponibilità a venire incontro alle nostre richieste. Perché le cessioni, per quanto ci riguarda, sono fattibili a condizioni che chi acquista offra garanzie precise sul trattamento riservato ai dipendenti, sul mantenimento dei livelli occupazionali. Re Leone, ripeto, ha fatto aperture molto importanti sotto questo profilo e possiamo dire che è cresciuto in queste ore un moderato ottimismo per questa trattativa».
Fumata invece molto grigia nel pomeriggio di ieri dopo il vertice in Confcommercio a Catania con Conad. Anche qui ci sono in ballo cinque o sei punti vendita, ma l’azienda non sembra ancora molto intenzionata a scongelare la posizione assunta nei primi incontri. Posizione che tutte le organizzazioni sindacali hanno giudicato irricevibili, dunque da bocciare. «Devo dire – aggiunge Leonardi – che su molti punti da noi richiesti ci sono state aperture. Nessuna, invece, sulla questione dei livelli. Ma per noi fa testo l’accordo con Arena, non si va indietro di un punto. Così entro 48 ore ci risentiremo con la Conad per capire se esiste un margine per chiudere oppure se il gruppo si tira definitivamente fuori».
Intanto qualche altra novità c’è. Sulla questione tavolo romano spiega Paolo Magrì, della Cisal: «In risposta alla richiesta che la segreteria nazionale Cisal-Terziario ha inviato ai Ministeri del lavoro e dello sviluppo economico, dal ministero dello sviluppo economico la dott. Manuela Gatta, ci ha richiesto la documentazione della vertenza Aligrup per poter valutare la vicenda ed aprire un tavolo tecnico per far fronte alla crisi.
E due giorni fa con Michele Russo e Rosario Di Mauro siamo stati alla Regione ad un incontro con gli assessori Linda Vancheri e Dario Cartabellotta. Si sono impegnati a seguire la vicenda interponendo la Regione come organo istituzionale a garanzia delle grosse aziende che possano garantire al massimo i livelli occupazionali».
E un’accelerazione sotto questo aspetto lo ha ottenuto il deputato regionale del Pd, Concetta Raia, che ha chiesto ed ottenuto per martedì prossimo alle 11 un’audizione in terza commissione con l’assessore Vancheri, l’assessore Bonafede e la dirigente Corsello. L’assessore Vancheri dovrebbe spiegare il ruolo che la Regione sta avendo in queste ore in cui ci sarebbero stati anche incontri riservati del governo con rappresentanti delle Coop, mentre l’on. Raia ha chiesto alla Bonafede e alla Corsello di conoscere lo stato dell’iter per la cassa integrazione.
di Andrea Lodato dal quotidiano La Sicilia