L’Ance Sicilia sollecita al premier Matteo Renzi la nomina, da lui annunciata per la fine di questo mese, di un commissario che deve utilizzare entro fine anno 1,1 miliardi di euro della delibera Cipe 60 del 2012 per fognature e depuratori, pena la revoca delle risorse e una multa dell’Ue per procedura d’infrazione.
L’Ance Sicilia sottolinea al Presidente del Consiglio anche la necessità di verificare perché ad oggi l’A.d. del gruppo Fs Italiane, Michele Mario Elia, che lo “Sblocca Italia” ha nominato commissario per la velocizzazione della tratta ferroviaria Palermo-Catania-Messina, da quanto risulta non abbia compiuto alcun passo in avanti, considerato che, secondo quanto dichiarato dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, esiste un problema sul cofinanziamento regionale stornato per pagare spese correnti.
Con l’occasione l’Ance Sicilia chiede a Renzi di nominare un commissario anche per lo sblocco di tutti gli altri investimenti sulla rete dei trasporti in Sicilia (ferroviaria, portuale e stradale) che, secondo una recente stima del viceministro Riccardo Nencini, ammonterebbero a 11 miliardi di euro.
L’urgenza riguarda certamente i circa 3 miliardi di euro di investimenti sulla rete ferroviaria (oltre alla velocizzazione della Palermo-Catania-Messina, anche la Circumetnea, il nodo ferroviario di Catania e il completamento dell’anello ferroviario di Palermo), fondi stanziati nel 2004 per opere dotate di progettazione definitiva e inspiegabilmente non ancora diventate cantieri di lavoro. Ma ci sono anche il completamento del raddoppio della strada statale Caltanissetta-Agrigento e l’interporto di Termini Imerese.
“Ma serve soprattutto – dice Salvo Ferlito, presidente di Ance Sicilia – un tavolo tecnico con tutte le istituzioni competenti, che coinvolga i governi nazionale e regionale come anche i sindaci di Palermo, Catania e Messina e le amministrazioni responsabili dei progetti, affinché si dialoghi per risolvere velocemente i nodi che impediscono la pubblicazione dei bandi di gara”.
“Nessuno ancora si è reso conto – aggiunge Ferlito – che da parte degli imprenditori, dei professionisti, dei sindacati e dei lavoratori, non si può più tollerare che questi soldi vengano tenuti nel cassetto: è giunto il momento di spenderli. Il ‘non fare’ sta avendo ed avrà un impatto sociale devastante anche per le prossime generazioni. L’assessore regionale ai Trasporti Pizzo – conclude Ferlito – ha sperimentato di persona quanto tempo occorra per raggiungere Roma in treno dalla Sicilia. Il trasporto ferroviario nell’Isola non funziona ed è diventato anacronistico, ma pare che alle istituzioni stia bene così, consapevoli del fatto che chi viaggia si è ormai rassegnato. Ma, finché si impiegheranno cinque ore fra Palermo e Catania, quattro ore fra Palermo e Messina, otto ore da Agrigento a Messina, e fino a quando raggiungere la Sicilia anche in aereo o in nave sarà ancora un’avventura, non sarà possibile neppure ipotizzare una qualsiasi strategia di sviluppo che assicuri una ripresa economica dell’Isola”.