Last updated on 6 marzo 2021
Confermato domani, sabato 9 maggio, per l’intero turno di lavoro, lo sciopero dei dipendenti Auchan anche negli iper di Palermo, Carini, Catania e Melilli che aderiscono alla protesta indetta dalle segreterie nazionali Filcams Cgil – Fisascat Cisl – Uiltucs Uil. “Non sarà l’unica forma di protesta messa in campo – afferma Mimma Calabrò Segretario Generale Fisascat Cisl Regionale Sicilia -. Dobbiamo fare sentire con forza il nostro NO all’incomprensibile posizione assunta da Auchan che sin dall’inizio del confronto con le organizzazioni sindacali ha messo in luce differenze di trattamento fra i lavoratori del meridione d’Italia, ai quali richiedeva, contrariamente agli interventi congiunturali pensati per chi vive e lavora al nord, la rinuncia a parte del salario acquisito. In un area come la nostra, già fortemente colpita dalla crisi economica – conclude la Calabrò – è inaccettabile l’idea che si possano perdere altri posti di lavoro o che i sacrifici debbano ricadere solo sulle spalle dei dipendenti che hanno contribuito a rafforzare, negli anni, la rete del gruppo nel territorio”.
La protesta domani vedrà interessate diverse piazze italiane: Roma, dalle ore 9.00 all’Ambasciata Francese di Piazza Farnese oltre 300 lavoratori manifesteranno pacificamente contro i licenziamenti Auchan e Carrefour; in Lombardia, a Bergamo, dalle ore 10.00 alle 12.00 si svolgerà un presidio davanti al punto vendita cittadino di Via Carducci; in Veneto, a Vicenza, dalle ore 8.00 presidio all’entrata dipendenti e all’entrata dell’ipermercato, a Venezia, dalle ore 8.00 sit in e presidio con volantinaggio. E, ancora, nelle Marche, ad Ancona e Fano, dalle ore 8.30 sono previsti presidi e volantinaggio fuori dagli ipermercati; in Abruzzo, a Pescara, presidio davanti ai due ipermercati di Pescara Aeroporto e Pescara Cepagatti.
In Puglia, sono previste azioni di protesta a Bari, dalle ore 8.00 sit-in Auchan Bari Modugno e Casamassima Bari – Taranto, dalle ore 6.00 alle ore 21 sit in davanti l’ipermercato Auchan-Taranto; in Sicilia: Palermo, presidi già oggi all’Auchan del Centro Commerciale Conca D’Oro e punto vendita Carini Centro Commerciale Poseidon e dalle 17.00 alle 20.00 assemblee sui luoghi di lavoro in preparazione dello sciopero. Domani, un nuovo presidio dalle ore 9.00 alle ore 20.00 e al Centro Commerciale Conca D’Oro di Palermo e a Siracusa per l’intera giornata sit in all’ipermercato Melilli.
L’AZIENDA. La premessa: «Mi dispiace tanto, tantissimo, per 1.426 esuberi ma devo pensare a salvare gli altri 10 mila posti di lavoro». La precisazione: «Non abbandoneremo l’Italia, né il Sud, tutt’altro. Né chiuderemo alcun ipermercato, dobbiamo solo ripensare le nostre strategie». La volontà: «Torneremo all’utile entro il 2017 e così saremo in grado di dare valore ai nostri dipendenti che sono anche azionisti di Auchan». Parole e pensieri, le prime, di Patrick Espasa, presidente e amministratore delegato di Auchan Italia da maggio scorso, 2,5 miliardi di euro di fatturato (dato 2014, in contrazione di oltre 700 milioni rispetto al 2009) e 112 milioni di euro di perdite soltanto nell’ultimo esercizio.
Espasa parla alla vigilia dello sciopero che coinvolgerà i dipendenti di Auchan in Italia. È possibile un’alta adesione perché il piano di ristrutturazione – confermato anche due giorni fa dal management davanti alla commissione Lavoro del Senato – prevede il taglio di più del 10% del personale e la disdetta unilaterale del contratto integrativo, che ha ovviamente comportato una riduzione del salario. I sindacati – unanimi – l’hanno definito un piano lacrime e sangue. Tuttavia Espasa lo difende, sostenendo anche il modello ipermercato (punti vendita con grandi metrature confinate spesso in periferia e nei centri commerciali), il core business di Auchan nel mondo: «Non è un declino dell’iper, semmai abbiamo sbagliato le nostre politiche commerciali e gli assortimenti negli scaffali: dobbiamo ripartire da lì puntando sulla qualità e limitando le promozioni. Non possiamo continuare a vendere a sconto oltre il 40% dei prodotti. Non è sostenibile».
Certo è difficile ipotizzare che quei 1.426 esuberi non finiscano per incidere anche sulla qualità del servizio, rilevando che la gran parte sono addetti alle vendite e cassiere. «No, non sarà un problema – replica l’amministratore delegato di Auchan Italia – ristruttureremo la rete eliminando le inefficienze continuando a offrire prodotti non alimentari come l’elettronica». Qualche sindacalista ha fatto trapelare che Auchan mal digerisse una sorta di concorrenza sleale al Sud basata su contratti in nero e una filiera in odore di criminalità tale da costringere l’azienda a tagliare soprattutto in Sicilia: «Non è così. È un territorio complicato ma il successo dipende da noi», dice Espasa.
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