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Ancora fermi i concorsi per la sanità in Sicilia. Cgil: "Borsellino si dimetta"

Last updated on 3 marzo 2021

Non si sbloccano i concorsi per la sanità in Sicilia, più volte annunciati dall’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino.  L’assessore è fiduciosa: secondo le sue previsioni le piante organiche verranno presto sbloccate e già a Settembre ci saranno i concorsi, ma la Cgil chiede le sue dimissioni. Il nodo è la concertazione con le sigle sindacali prima di dare il via libera alle nuove piante organiche e quindi all’avvio dei bandi di concorso. Anzi la Fp Cgil in un documento scrive: «In assenza di risposte in tempi brevissimi, attiveremo tutte le iniziative idonee a tutelare i lavoratori del servizio sanitario regionale, la salute dei cittadini ed il ruolo dell’organizzazione sindacale». I sindacati attendono,  dal 12 giugno, di essere convocati per definire le linee guida sulle dotazioni organiche: «Il lavoro fatto ai tavoli tecnici, nonostante il pochissimo tempo ad essi dedicato, ha dimostrato la necessità di rivisitare interamente i criteri per quantificare e qualificare le consistenze di organico delle aziende ospedaliere e dei distretti territoriali. Infatti la proposta dell’assessorato è risultata assolutamente inadeguata rispetto ai reali fabbisogni di personale per soddisfare le esigenze sanitarie ed assistenziali dei siciliani. Le dichiarazioni di un fantomatico via libera ai concorsi, sono pertanto false, inopportune e contrastano con i più elementari principi di confronto sindacale». Il problema è che neanche si sa quanti dovrebbero essere i posti messi a concorso. Si parla di 1.400, 2.000, 3000 ed anche di 5.000 posti.

L’unica certezza, nel travagliato mondo della sanità siciliana, sono i tagli. “I punti nascita di Mussomeli, Bronte, Lipari, Mistretta, Petralia Sottana, S. Stefano di Quisquina e Licata devono essere disattivati entro il 31 dicembre”. La notizia   è contenuta in un documento che la Direzione generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute ha inviato all’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino. Una riorganizzazione che discende dal rinnovato quadro normativo e dalla logica dei numeri: l’attività dei Punti nascita deve superare o almeno toccare la soglia dei 500 parti.

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