Seconda udienza oggi del procedimento per valutare la “pericolosità sociale” del senatore trapanese di Forza Italia, Antonio D’Alì, ed attuare la sorveglianza speciale. La richiesta di questo provvedimento, emessa proprio il giorno in cui D’Alì si è candidato Sindaco a Trapani, ha fatto molto scalpore per la tempistica.
Nella prima udienza è stata chiesta l’acquisizione di un intercettazione di Giuseppe Graviano, datata 18 marzo 2016. Nella conversazione il boss di Brancaccio parla di un “senatore D’Alia” legato a un “latitante che stanno cercando”. Secondo il pm i riferimenti sono al senatore trapanese e al latitante originario di Castelvetrano, Matteo Messina Denaro. La difesa, sul punto, si è riservata di interloquire oggi.
Il procedimento, lo ricordiamo,vede il senatore Antonio D’Alì in giudizio dinanzi al Tribunale Misure di Prevenzione di Trapani. Per lui la Procura distrettuale Antimafia di Palermo ha chiesto l’applicazione del soggiorno obbligato a Trapani, in base alle accuse emerse nel corso del processo da cui comunque in entrambi i gradi di giudizi è stato assolto – prescritto per le accuse precedenti al 1994 – dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, e su cui pende un ricorso dei magistrati in Cassazione.