I carabinieri di Caltanissetta stanno eseguendo misure cautelari nei confronti di 16 persone con l’accusa di aver condizionato appalti pubblici legati a rifiuti ed edilizia. L’ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Caltanissetta a conclusione di complesse indagini nei settori del contrasto alla criminalità organizzata e reati contro la Pubblica amministrazione, coordinate dalla Dda della stessa città siciliana.
Ci sono anche un carabiniere, due dipendenti e un ex dirigente del Comune di San Cataldo, un imprenditore e due liberi professionisti tra i destinatari dell’ordinanza del Gip di Caltanissetta, eseguita da guardia di finanza e carabinieri, su un presunto ‘comitato d’affari’ che, secondo l’accusa, ha condizionato illecitamente gli appalti di rifiuti ed edilizia dell’Ente locale. Il militare dell’Arma è Domenico Terenzio, in servizio nella locale Tenenza, che è stato arrestato. Posti ai domiciliari l’imprenditore Liborio Lipari, della “Ecolgest”, e Paolo Iannello ex dirigente dell’ufficio tecnico. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Cataldo Medico e Salvatore Schifano, dipendenti del Comune, e per l’ingegnere Davide Francesco Iannello e l’architetto Alfonso Gaetano Ippolito. L’inchiesta ‘Pandora’ è partita da indagini sulla concessione dell’appalto dei rifiuti dalle quali, secondo la Procura distrettuale di Caltanissetta “emergevano gravi forme di infiltrazione mafiosa al Comune di San Cataldo”.
L’indagine ‘Pandora’, di Gdf e Cc, coordinata dalla Dda della Procura di Caltanissetta, ha avuto inizio nel 2016 ed ha monitorato gli assetti della ‘famiglia’ mafiosa di San Cataldo. E già nella prima fase degli accertamenti, eseguiti dai carabinieri di Caltanissetta, emergevano “gravi forme di infiltrazione mafiosa nella gestione del servizio di rimozione dei rifiuti solidi urbani al Comune di San Cataldo”. Secondo l’accusa, in particolare, il sodalizio mafioso aveva imposto alla cooperativa “Geo Agriturismo” di San Cataldo che – in Ati con la società “Ecolgest” – si occupava del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, la continua assunzione di soggetti organici alla famiglia mafiosa o contigui alla stessa i quali, peraltro, spesso percepivano lo stipendio senza lavorare. Ai vertici della ‘famiglia, secondo la ricostruzione della Dda di Caltanissetta ci sarebbero Calogero Maurizio Di Vita, già detenuto, e Gioacchino Chitè, Massimo Scalzo, Raimondo Scalzo e Luigi Vivacqua, che sono stati arrestati.
Dalle intercettazioni è emerso che “Paolo Iannello, ex capo dell’Ufficio Tecnico Comunale di San Cataldo, col figlio Davide Francesco, avevano raggiunto accordi corruttivi con Liborio Li Pari, amministratore della Ecolgest, per turbare la regolarità della gara per consentirne l’aggiudicazione, effettivamente avvenuta, alla Multiecoplast di Messina, capofila di Ati con la Ecolgest”. Su questo filone si sono innestate indagini della guardia di finanza di Caltanissetta, scaturente dall’operazione “Perla nera bis” – che nel mese di ottobre 2017 aveva già portato all’arresto del dipendente pubblico Daniele Silvio Baglio e dell’imprenditore Salvatore Ficarra – giungendosi così, scrive la Procura di Caltanissetta, “a ricostruire l’esistenza in San Cataldo di un ‘comitato d’affari’ in grado di condizionare pesantemente le più rilevanti gare d’appalto”. Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza del Gip, personale della Compagnia carabinieri di San Cataldo e del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Caltanissetta sta effettuando perquisizioni domiciliari e l’acquisizione di documentazione in pubblici uffici, su apposita delega dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura Nissena.