L’assemblea regionale siciliana ha approvato ieri la legge sul taglio delle indennità di sindaci e di amministratori locali. Il provvedimento però non entrerà in vigore da subito, ma solo con il rinnovo dei consigli comunali. La legge è stata approvata con 48 favorevoli e 18 contrari dopo tre sedute molto animate dedicate alla discussione sul testo: «È una riforma importante che fa risparmiare le casse pubbliche e allinea la Sicilia al resto del Paese» ha detto il presidente del gruppo del Partito democratico all’Assemblea regionale Baldo Gucciardi. ”Il Partito Democratico ha dato un contributo importante – aggiunge Gucciardi – riuscendo, insieme con la maggioranza, ad approvare una testo coerente con l’impostazione iniziale, rispettando comunque la volontà dell’Aula che in ogni caso resta sovrana. È stato un lavoro complesso portato avanti fra più di una difficoltà tecnica e politica: preferisco guardare i tanti aspetti positivi di questa riforma, sapendo che si tratta di una materia complessa sulla quale è difficile raggiungere unanimità. Ma ogni legge deve essere valutata anche in relazione al contesto generale: oggi abbiamo raggiunto un risultato importante”. “Con questa legge mettiamo un tassello che avvicina la Sicilia al resto d’Italia: la ‘specialità’ adesso è ‘normalità’, non è più un privilegio”, dice Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali all’Ars. ”Voto in maniera convinta questa legge – ha proseguito – che è arrivata in Aula dopo essere stata approvata ad unanimità in commissione: non è la legge che avrei voluto in tutto e per tutto, abbiamo accettato compromessi ragionevoli, alla fine siamo di fronte ad un testo completo e coerente”. ”Voglio solo ricordare – ha aggiunto Cracolici – che questa legge segue l’approvazione di norme da parte di quest’aula che adeguano le indennità dei parlamentari regionali ai consiglieri regionali del resto del Paese. Stiamo portando avanti un percorso coerente di tagli alla spesa e razionalizzazione degli enti locali e di governo: oggi abbiamo messo un altro tassello alla ‘modernizzazione’ della Sicilia”. Al voto del Pd si è aggiunto quello del Movimento cinquestelle: «Ma col naso turato — hanno detto alcuni deputati regionali m5s — in attesa del momento in cui la maggioranza saremo noi». I tagli dei «gettoni» erano stati fortemente voluti dal governatore Rosario Crocetta, che è rimasto deluso dallo slittamento dell’entrata in vigore del provvedimento: «Bisogna fermare “gettonopoli” ora — aveva tuonato Crocetta — rinviare la norma sui tagli alle indennità di amministratori e consiglieri comunali spostando l’applicazione alle prossime elezioni significa sottrarre adesso 50 milioni ai comuni e dunque ai cittadini». Non è andata così. Nei 52 comuni siciliani in cui si è votato domenica scorsa, per esempio, per la nuova normativa si dovrà aspettare cinque anni. In 390 comuni invece il taglio entrerà in vigore il prossimo anno. Dalla Regione si sottolinea l’impatto complessivo della legge, si tratta di un taglio di circa duemila poltrone: 1.300 consiglieri comunali in meno sui circa 6.200 attuali, 500 assessori, 102 consiglieri di circoscrizione a Palermo, Catania e Messina. Compensi e gettoni per gli amministratori scenderanno in media del 20%. “L’Ars sui comuni – ha detto il deputato di Forza Italia Giuseppe Milazzo – approva una norma pastrocchio: in alcuni comuni aumenta gli assessori, rinvia il taglio su indennità e decide di nn approvare la riduzione da due ad un giorno per le elezioni amministrative che avrebbe portato un risparmio concreto”.