Aree industriale di Gela: Sicindustria: “Servono burocrazia rapida e scelte chiare”

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“Territori che hanno già pagato alla crisi un tributo altissimo con aziende chiuse e posti di lavoro persi non possono attendere una burocrazia lenta, né sopportare ritardi nel raggiungimento degli obiettivi annunciati”. È questa la posizione di Sicindustria espressa oggi in occasione dell’audizione congiunta di III e IV Commissione all’Ars sulle aree di crisi complessa, ossia quelle aree soggette a una recessione di rilevanza nazionale non risolvibile con risorse e strumenti di sola competenza regionale. In Sicilia le aree di crisi complessa sono due: il polo di Termini Imerese e l’area di Gela, sulla quale si sono concentrati i lavori di oggi.

“Nel caso di Gela – affermano gli industriali – Eni sta portando avanti un importante investimento per la trasformazione in bio raffineria del vecchio stabilimento. Per riuscire, però, a rivitalizzare un vasto territorio come è quello compreso nell’area di crisi, occorre innanzitutto fare delle scelte selettive e avviare lo sviluppo di nuovi modelli produttivi che nascano dal territorio e incoraggino le capacità di diversificazione delle imprese che facevano parte dell’ex-indotto. Senza una idea di sviluppo chiara qualsiasi risorsa economica non potrà mai innescare quel processo virtuoso che è invece necessario per rivitalizzare queste zone. Sarebbe inoltre auspicabile che la selezione delle schede progettuali desse priorità agli investimenti potenzialmente in grado di creare delle filiere produttive, prevedendo punteggi premiali per i progetti di Reti d’impresa in grado di sviluppare al massimo le potenzialità del territorio”.