Il presidente dell’Ars, Ardizzone, ha incontrato i giornalisti per lo scambio di auguri di Natale, come da tradizione, e per fare il punto sull’attività politica dell’Assemblea Regionale Siciliana e del governo Crocetta.
Il tasto dolente è sempre quello del bilancio di Crocetta e dell’esercizio provvisorio: “Siamo in assenza del Def, e per votare l’esercizio provvisorio c’è bisogno di fare riferimento alle linee generali del bilancio. Che c’era una difficoltà finanziaria era sotto gli occhi di tutti, lo aveva evidenziato anche la Corte dei Conti. Ma che posso dire ancora? E’ disarmante l’ulteriore rinvio da parte della Giunta. Non si può pretendere che la commissione Bilancio possa esprimere una valutazione approfondita, iniziando così, fuori tempo massimo. Si procederà ad un esercizio provvisorio cercando di porre rimedio. Quello che dobbiamo evitare però è che nei prossimi quattro mesi si continui a parlare di Finanziaria. Dobbiamo pensare alle riforme strutturali della Sicilia, la riforma del nuovo assetto degli enti locali, quale ruolo devono avere i comuni, quali le città metropolitane e i liberi consorzi”. Da qui la preoccupazione per l’immediato futuro dei conti pubblici. Ardizzone: “Abbiamo superato un 2014 difficilissimo, siamo andati avanti anche per inerzia, ma spero che il 2015, nonostante le difficoltà, possa essere un anno di grande respiro per la Sicilia”.
Il presidente dell’Ars ha preannuncio che il 7 gennaio sarà convocata una seduta dell’Assemblea per verificare se è stato modificato l’articolo 38 dello Sbocca Italia.Altrimenti l’Ars sarà chiamata a votare un ordine del giorno per impegnare il governo a presentare ricorso dinanzi alla Corte Costituzionale. Ed ha ricordato che l’Ars aveva approvato nei giorni scorsi un ordine del giorno a firma M5S che impegnava il governo a proporre il ricorso verso la Corte costituzionale entro il 10 gennaio, ultimo termine disponibile: “Non vogliamo fare le crociate contro lo Stato italiano, ma occorre un momento di chiarezza, lo Stato non può continuare a spogliarci prima dei fondi Pac, ora delle accise sulle imposte di produzione, di cui in Sicilia non rimangono neppure le briciole. Va tutto via”.
«Quante sciocchezze sono state dette sui costi del Parlamento regionale: non consento ad alcuni ciarlatani, che non accomuno ai giornalisti siciliani, di continuare a dire che siamo il Parlamento che costa di più. Ho scoperto, per esempio, che alcune Regioni pagano il personale dei propri Consigli regionali». Ardizzone ha ricordato che con la legge 1 del 2014, «l’Ars si è sganciata dal Senato» e ha sottolineato che l’Assemblea applica il tetto massimo dei 240 mila euro, stabilito dal decreto Renzi, al proprio personale. E a proposito del numero dei forestali, spesso elemento di critica da parte dei media nazionali, Ardizzone ha detto: «Sono 1.200 i lavoratori del Corpo forestale e non 30 mila, perchè questo dato si riferisce a personale stagionale: in Sicilia con uno stipendio si pagano tre persone».
«Ancora non ho visto e non ho letto di un solo decreto di sospensione di parlamentari nazionali che hanno subito condanne: sul caso di Totò Cuffaro ho chiesto e applicato un parere dell’Avvocatura dello Stato che poi ho trasmesso a Camera e Senato. Il codice penale si applica ai consiglieri regionali, ai sindaci e a maggior ragione ai parlamentari nazionali: perché il Parlamento nazionale non ha assunto ancora alcuna decisione?». Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone a proposito del vitalizio sospeso all’ex governatore Totò Cuffaro, condannato in via definitiva per mafia. «A meno che – ha aggiunto Ardizzone – non dicano che quel parere dell’Avvocatura sia sbagliato, ma devono dirlo».