L’agricoltura, l’agroalimentare e la pesca sono stati al centro di un incontro a Palazzo dei Normanni tra una delegazione dell’Uci nazionale (Unione coltivatori italiani) e il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè.
Tema della conversazione lo stato di attuazione del Psr (Piano sviluppo rurale) e la misura del premio per l’insediamento dei giovani in agricoltura. “L’agricoltura è strategica per lo sviluppo della Sicilia – ha detto Miccichè -. Nell’assegnazione dei fondi previsti dai bandi, è necessario prestare attenzione alle specificità territoriali e avere la massima attenzione nei confronti dei giovani che con passione intendono investire e riscoprire la terra”.
In Sicilia, il ‘pacchetto giovani’ ammonta a 235 milioni di euro di fondi per gli investimenti in agricoltura rivolti ai giovani fino ai 40 anni di età. Il pacchetto comprende 4 sottomisure del Psr collegate tra di loro. Per quanto riguarda la 4.1 (160 milioni) sono stati pubblicati gli elenchi definitivi delle domande di sostegno ammissibili, mentre per la 6.1 (40 milioni di euro per insediamento dei giovani in agricoltura che riceveranno un premio forfettario a fondo perduto di 40 mila euro ad insediamento) è in corso l’esame delle domande.
Il presidente nazionale dell’Uci, Mario Serpillo ha rilevato che “dalle statistiche emergerebbe che a livello nazionale solo il 25% delle domande sarebbe stato evaso. L’Uci – ha aggiunto – non dispone di dati certi perché non fa parte dei tavoli regionali del Comitato di sorveglianza sulla spesa del Psr”. Miccichè ha assicurato il proprio sostegno affinché anche “l’Uci ne possa far parte a pieno titolo”.
Serpillo, che nei prossimi giorni sarà sentito dalla commissione Agricoltura della Camera dei deputati, ha rilevato che nell’assegnazione dei fondi europei “finora sono stati privilegiati i settori considerati più redditizi della filiera come l’agroindustria, la produzione biologica, che sembrerebbe disporre di più risorse rispetto al fabbisogno reale e gli agriturismo”. “Bisogna invece – ha sottolineato il presidente dell’Uci – sostenere e finanziare i settori che oggi soffrono come quello dell’olio e del grano duro. Altra eccellenza dell’agroalimentare italiano è quello del vino che ha bisogno del varo dell’Ocm di settore”. “Il grande paradosso dell’Italia – ha concluso Serpillo – è che spende poco e male le risorse dell’Ue. Per cui spesso, nel passato, l’Italia è stata costretta a restituire i fondi a Bruxelles, lasciando scoperti settori strategici dell’economia agricola delle nostre regioni”.
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