CATANIA – Le imprese del mondo dell’artigianato sono travolte da una crisi senza fine e Catania ha il triste primato siciliano di essere la città dove gli artigiani non riescono proprio a sopravvivere. La maglia nera delle aziende artigiane che chiudono i battenti va quindi alla città etnea che si piazza sul gradino più alto di questo triste podio con ben 113 attività che hanno dichiarato fallimento nei primi sei mesi nel 2013. Ma non solo: Catania è al secondo posto per concordati (41), preceduta solo da Palermo (99). A diffondere i dati è la sezione etnea della Cna, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, elementi che sono stati ricavati dall’Osservatorio regionale sull’Artigianato e risultano davvero allarmanti. Numeri che rappresentano lo stato di salute delle aziende artigiane tra gennaio e giugno e mostrano come anche il dato di crescita faccia segnare un negativo -0,29% in Sicilia e – 1,02% a Catania.
È una crisi senza fine per le imprese artigiane etnee che continuano inarrestabilmente a chiudere i battenti.«Nessuno ha più forza nelle braccia per nuotare, tutti provano a galleggiare», con queste parole i vertici della Cna di Catania hanno fotografato la crisi che sta attraversando il Paese e che sta colpendo in particolare il Sud e la Sicilia. Sull’Isola il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 21,6%, che in valori assoluti equivale a meno 84.000 occupati nell’arco di un anno. In 5 anni si è perso l’11% di PIL in Sicilia. Il report illustrato dalla Cna di Catania mostra una situazione particolarmente critica per l’artigianato. In Sicilia e a Catania la differenza tra apertura e chiusura segnala un saldo negativo rispettivamente di – 236 aziende e di – 186.«Catania è l’emblema della sofferenza provocata dalla crisi economica, che non conosce soste», si legge nella nota della Cna. La città etnea ha, infatti, un record assoluto negativo in Sicilia. I settori che risultano in sofferenza sull’isola sono le costruzioni (-92), il manifatturiero (-37), i trasporti (-28), servizi alle persone (-6), mentre tutti gli altri settori evidenziano un andamento stazionario.A Catania, tutti i settori manifestano una situazione di difficoltà ad eccezione dell’agroalimentare. Con riferimento alla provincia di Catania sempre per quanto riguarda l’artigianato, i sintomi dell’aggravamento della crisi si colgono nel calo della produzione, del fatturato e degli ordinativi.
Il Report della Cna è anche ricco di proposte concrete per risalire la china.«Da sei anni si registra una situazione di calo – lamenta Salvatore Bonura, segretario della Cna di Catania – calo che continua anche nel secondo trimestre del 2013. Occorrono risposte adeguate a questa terribile crisi che vive l’impresa».Sconforta poi il fatto che la nostra terra perde appeal turistico e gli investitori esteri vanno altrove.Che fare allora?«Occorrono risposte forti dalla politica: un fisco più orientato a premiare chi investe e non chi vive di rendita, un accesso al credito, ordinario e agevolato, da rendere possibile e non una chimera, meno burocrazia, investimenti produttivi, miglior utilizzo dei fondi europei, lotta senza quartiere alla corruzione per premiare il merito», sottolineano dalla Cna. (Italpress)