“Al Sud solo il 22% delle aziende che richiede prestiti li ottiene. E questo è un freno allo sviluppo del Mezzogiorno ed alla crescita del Paese”. Domenico Arcuri, Amministratore delegato di Invitalia, in un’intervista a Il Sole 24 Ore entra e nel merito all’acquisizione della Banca del Mezzogiorno da Poste.
“La banca – prosegue Arcuri – deve essere ricondotta alla ragione per la quale era stata costituita. Doveva essere una banca di secondo livello, senza sportelli, concentrata al Sud e rivolta alle Pmi. Ma ha fatto soprattutto altro. Nel piano industriale che abbiamo posto alla base dell’acquisizione – spiega – prevediamo di stipulare accordi con altri istituti, sia i più grandi che le realtà più piccole, per erogare il credito attraverso le loro reti. E abbiamo ritenuto di abbandonare il mercato retail, avendo per missione e vocazione quello corporate”.
“Il contratto di acquisto è condizionato all’autorizzazione della Banca d’Italia. E’ prevista un’operazione di riduzione di parte del capitale in eccesso che dovrà contestualmente al trasferimento. Abbiamo presentato l’istanza e penso che al massimo in un paio di mesi l’iter sarà completato”.
“Una buona parte dei suoi volumi è rappresentata dall’erogazione di mutui ai dipendenti di Poste e da anticipi sul quinto dei loro stipendi. Sono 495 milioni di crediti in bonus che intendiamo cedere tra il 2017 e il 2018. Questa quota di impieghi verrà sostituita con crediti verso le imprese, per un valore complessivo di 1,1 miliardi a fine anno e 1,5 miliardi a fine 2018”.
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